Torno ad aggiornarvi sulla questione della liberalizzazione della proprietà industriale nel settore del design. Un tema che ho molto a cuore, soprattutto per le ripercussioni occupazionali sulle migliaia di aziende di arredamento presenti nel nostro territorio. Con la sentenza del 27 gennaio scorso, la Corte di giustizia europea ha stabilito che l’attività di riedizione dei prodotti in pubblico dominio prima del 19 aprile 2011, cioè mai registrati in tale data come disegni e modelli, è pienamente libera, trattandosi di creazioni divenute patrimonio comune dell’umanità. Insomma una bella notizia per tutte le imprese toscane e non solo, che operano nel settore del design d’interni. La sentenza, infatti, chiarisce definitivamente la posizione delle piccole e medie imprese che operano nel settore dell’arredamento, dando ragione anche alle nostre imprese valdelsane che possono così continuare a lavorare alla produzione delle riedizioni dei classici del design. Si tratta di una battaglia che la Toscana ha portato avanti in prima linea, attraverso una serie di mobilitazioni delle imprese, delle istituzioni e di noi parlamentari. Già a ottobre 2010 il Partito democratico ha presentato interrogazioni e ordini del giorno per difendere le piccole e medie aziende toscane, presenti soprattutto in Valdelsa, dalle conseguenze della modifica del codice della proprietà industriale, voluta dalla Lega Nord con un suo emendamento, per favorire alcune aziende del nord Italia a danno delle piccole e medie imprese in gran parte toscane. Mettendo la fiducia al ‘milleproroghe’ il Governo aveva di fatto rigettato il nostro ordine del giorno. La sentenza della Corte europea di giustizia, invece, ha fatto fallire il disegno leghista e ha imposto al Governo di fare un passo indietro. Il cambio di passo è arrivato dopo la risposta del sottosegretario Stefano Saglia a una mia interrogazione e grazie alla battaglia combattuta in prima linea a fianco dell’assessore alla attività produttive Gianfranco Simoncini, del Consorzio Origini ( che riunisce le aziende produttrici di design di interni), della Camera di Commercio di Siena; delle istituzioni senesi, alle associazioni di categoria, quali Cna, Confartigianato e Confapi e delle associazioni sindacali come Cgil, Cisl e Uil, Confindustria Firenze, Siena e Arezzo, possiamo dare una buona notizia a centinaia di imprese che, con professionalità e qualità, possono continuare a produrre quegli oggetti di disegno industriale e a dare lavoro ai dipendenti. La bozza del cosiddetto “decreto sviluppo” ci ha dato una risposta importante, che dobbiamo difendere. Dobbiamo vigilare affinché non ci siano passi indietro o sorprese in sede di conversione in legge del decreto.
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