#La lealtà e l’obbedienza

Sul mio smartphone ho un messaggio del Gruppo Pd di qualche giorno fa che mi anticipava i dati Istat: “La fiducia delle imprese al top dal 2007”. Ne ho anche uno con la richiesta di incontro dei sindacati per parlare di pensioni ed esodati e fare il punto sulle crisi del territorio e gli spazi in Legge di Stabilità.

Qualche giorno fa Giuseppe de Rita sul Corriere della Sera si interrogava sul rapporto tra la comunicazione istituzionale scelta dal Premier ed il Paese reale. Svolge considerazioni interessanti, che invitano ad approfondire. Il Paese sta meglio davvero? O stiamo vivendo una grande suggestione mediatica che ci invita a convincercene?

Io credo che il Paese stia tornando a muoversi sul serio. Credo che gli 80 euro, le misure di decontribuzione per le imprese che assumevano siano state importanti e utili. Sta tornando un po’ di fiducia in famiglie e imprese, che sono meno spaventate e più disponibili a investire.

Expo è stato un successo di pubblico, ci ha consentito di avere una vetrina internazionale e un ruolo importanti su temi rilevantissimi.  Insomma la sensazione di aver ripreso un cammino c’è. Dobbiamo però altrettanto sinceramente guardare bene i numeri veri di Pil e occupazione, e dirci che purtroppo al momento quell’ottimismo in risalita non riesce a tradursi in creazione di nuovo lavoro e che l’edilizia non si muove.

Sto studiando in questi giorni le 500 pagine della Legge di Stabilità. Lunedì inizieranno le audizioni delle forze economiche e sociali e, in tempi brevi inizierà, l’esame al Senato. Credo siano ingiusti alcuni giudizi sommari espressi sulla Stabilità. E penso che chi ha parlato di incostituzionalità o di una stabilità per gli evasori o ha visto scivolare il piede dal freno, oppure ha fatto un errore non piccolo.

Ritengo che ci siano cose buone e importanti a partire, dopo mille pasticci dell’anno passato, dalla cancellazione di Imu e Irap sull’agricoltura e dalla conferma delle misure per i nuovi contratti. Anche io penso  che si tratti di una manovra espansiva.

Ma vedo anche alcuni nodi sui quali gli interrogativi per quanto mi riguarda sono pesanti. Mi riferisco alla scelta di cancellare per tutti Imu e Tasi, all’aumento del tetto all’uso del contante, alla mancanza di misure per investimenti pubblici sulla difesa del suolo, su infrastrutture e anche al non sufficiente intervento sulle morenti province e al mantenimento di un impegno vero sul tema delle pensioni e della flessibilità in uscita. Tutti temi sui quali potremmo tranquillamente lavorare in sede parlamentare. Dico potremmo, perché pur avendo ricevuto il testo da un paio di giorni, leggo dai giornali dell’impossibilità di aprire qualsiasi vera discussione parlamentare.

Sono una parlamentare, vengo da un territorio, ma ho appreso dei contenuti del testo della legge di stabilita dal Premier a Porta a Porta, da un tweet di Renzi ho poi saputo che sull’Imu sui Castelli il Governo poneva rimedio, e dalla sua presenza dalla Gruber sono stata informata che sul tema del contante – tema sul quale Cantone e altri magistrati hanno dato l’allarme, e su cui  molti ministri, come Orlando e Franceschini hanno espresso la loro contrarietà – non si discute a costo di mettere la fiducia. Allora qualcuno può spiegarmi a cosa serve il Parlamento se nel momento in cui si produce l’atto fondamentale per lo stanziamento e l’allocazione di risorse, la discussione è chiusa prima ancora di cominciare?
L’ho detto e scritto molte vuole, io sono tra coloro che pensano che Renzi abbia dato un’accelerata vera al Paese. Penso però, con sincerità, che debba dare più fiducia al suo gruppo parlamentare, e ascolto anche a chi vuole migliorare i provvedimenti. La Stabilità è una occasione importante, io spero ancora che possiamo provarci. Non si può solo chiedere mera obbedienza. Perché lealtà, fedeltà e obbedienza sono concetti assai diversi, e io continuo a essere convinta che un grande Partito ha fondamentalmente bisogno di persone leali.

Prova caro Matteo ad ascoltare anche le voci di chi cerca di entrare nel merito dei provvedimenti, perché non si fanno passi avanti solo con i signorsì.

L’ascolto, il confronto e la ricostruzione di comunità coese sono temi centrali per il Pd. Non basta l’azione del Governo e non basta la grande energia comunicativa di Matteo Renzi. La vicenda di Roma sta dando ancora uno spettacolo triste, ma il tema non è l’ostinata resistenza di Ignazio Marino. La capitale corrotta e attraversata da potentati e cordate di potere che hanno riguardato e, in parte, riguardano anche uomini del Pd,  è ancora lì e non bastano i commissariamenti. Commissari o “reggenti” in Liguria e in comuni anche dalle parti di casa nostra, guidano ciò che resta di un partito in sofferenza. Non possiamo non affrontare questo tema con energia, perché fa pochi mesi comuni importanti andranno al voto, e ci serviranno autorevolezza e comunità in piedi per affrontarle al meglio.

Anche Siena vive un passaggio molto difficile. Non da oggi. Le dimissioni di Niccolò Guicciardini hanno reso chiaro a tutti quanto sia grave la situazione.

Qualche giorno fa abbiamo eletto Silvana Micheli nuovo segretario del Pd senese. E’ stato chiesto anche a me, assieme ai consiglieri regionali e al mio collega Dallai, di dare una mano nell’esecutivo provinciale. Tutti dobbiamo dare una mano se ancora esiste un senso di comunità. Lo farò, lo faremo. Ma i passi avanti si fanno quando ci si rispetta reciprocamente. Quando ci si ascolta. Quando si rimette in campo un po’di politica e di discussione, quando i temi della quotidianità tornano a essere ascoltati e diventano argomento di impegno e di azione.

Non ci basterà la forza del Premier a rendere credibile il Pd a casa nostra, e non ci basterà nemmeno la forza di alcuni nel costruire consenso personale in occasione dei passaggi elettorali. Un partito, anche un moderno partito, deve muovere convinzioni, animi, riconoscibilità e impegno.

A Silvana vanno i miei auguri e il mio personale impegno con lealtà.

Proviamoci, ognuno con testa, anima, autonomia e rispetto.

Susanna

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