La mia intervista sul Corriere di Siena

Unioni civili, Siena, il nostro territorio, lo stato di salute del Governo e del Pd. Ma anche gli impegni a Roma e le priorità per le Terre di Siena. Ecco alcuni dei punti che ho toccato nell’intervista, di qualche giorno fa sul Corriere di Siena. Qui potete trovare il testo.

1 –Partiamo dalla politica nazionale. Con grande fatica è passato il ddl Cirinnà. Cosa ne pensa?

Avrei preferito un percorso di Aula, un consenso vasto capace di recuperare la sinistra, il M5S e ovviamente la “stepchild adoption”, ma non sottovaluto affatto che abbiamo finalmente una norma che consente a coppie dello stesso sesso un riconoscimento con i diritti elementari di sostegno reciproco, quelli che sono necessari nell’amore, nella salute e nella malattia. Ho sperato davvero che si potesse portare a casa anche la stepchild. Non è andata così per molte ragioni, alcune delle quali non mi sono affatto piaciute, compresa la posizione di alcuni colleghi Pd e il voto di fiducia dei verdiniani. Spero che adesso si possa recuperare con le norme sulle adozioni.

2- Parliamo della sua attività in Parlamento. Di cosa si occuperà Susanna Cenni nei prossimi mesi?

In questi giorni sto depositando una proposta di legge del Pd in materia di lotta alla contraffazione, la prossima settimana discuteremo in Aula l’indagine sul distretto tessile di Prato, di cui sono relatrice. Poi passeremo alla contraffazione dell’olio di oliva, tema che interessa molto Siena, per i numerosi sequestri e per l’ottimo lavoro del Dottor Aldo Natalini che voglio ancora una volta ringraziare. Conto nei prossimi mesi di organizzare un incontro a Siena per parlarne. Ho poi depositato un’interrogazione sulla mancata approvazione dello Statuto del Parco Museo delle Miniere dell’Amiata, avrò un nuovo incontro sui temi del disegno industriale. Seguo, anche se avviene in commissione finanze, il dibattito sulle banche. Su questo versante dovremo supportare ogni utile iniziativa per aiutare il mantenimento della direzione generale di Banca Mps a Siena.  E infine, come sempre, seguo l’agroalimentare con l’inizio della discussione sulle nuove norme sul vino.

3- Le faccio una domanda diretta. Secondo Lei il governo Renzi che vita avrà?

L’impegno più volte confermato è di giungere al 2018, ma nessuno ignora che questa legislatura è nata male e con numeri complicati. E’ innegabile che ci sia un grande impegno su molti fronti. Vorrei ricordare la legge sul “Dopo di noi”, l’intervento sulla povertà, l’impegno su migranti e sulla flessibilità verso le istituzioni europee. Bene gli 80 euro, la decontribuzione, la scelta di togliere Imu in agricoltura, ma l’avrei francamente lasciata sulle abitazioni sopra un certo reddito, concentrando risorse su investimenti pubblici, strade e difesa suolo. Le sfide sono ancora tante: a giugno voteremo in molte città importanti e poi ci sarà il referendum costituzionale.

4- Veniamo alle vicende senesi. Stefano Scaramelli torna a chiedere a gran voce il congresso cittadino. Quale è il suo parere?

Stefano Scaramelli è il presidente della commissione sanità in consiglio regionale e sta lavorando bene. Come me è oggi un membro della segreteria provinciale del Pd su richiesta del partito toscano. Siamo stati chiamati, pur con posizioni molto diverse e svolgendo un ruolo istituzionale, a dare una mano in un momento di grande difficoltà politica e finanziaria del Pd e lo stiamo facendo tutti assieme, credo anche con alcuni risultati su tesseramento e bilancio.  Per me deve essere il Partito e non le pagine dei giornali il luogo in cui aprire discussioni anche difficili e serrate.  Penso anche che debbano essere gli iscritti al Pd della città a dover decidere se i tempi sono maturi per il congresso e per affrontare le criticità che riguardano il governo locale. Non nascondo i problemi, ma vedo anche sforzi consistenti per ricostruire. Impegni che meriterebbero non dico un appoggio indiscusso, ma almeno un riconoscimento.

5- Ma il Pd a Siena come sta? E in provincia?

E’ una fase difficilissima per i partiti ovunque, e a Siena si pagano ancora conti salati di errori e divisioni profonde. Non c’è più niente di scontato e la fiducia dei cittadini va riconquistata e meritata giorno dopo giorno. Come ho detto vedo degli sforzi che vanno accompagnati e accresciuti e soprattutto ci sono tanti fronti sui quali lavorare concretamente. Ma il rinnovamento, il rilancio, la ricostruzione sono lavoro complesso, quotidiano, largo, condiviso e, anche se non mi pare pratica molto di moda, serve anche un po’ di umiltà.

6- Il governatore Rossi ha fissato le priorità per Siena e la sua provincia: Santa Maria, scienze della vita e ricerca, strade. Che ne pensa?

Nonostante ne conoscessi l’attività, io stessa sono stata colpita dalla rappresentazione dell’ottimo lavoro svolto da presidente Fabrizio Landi e direttore generale Andrea Paolini, dalla ricchezza delle imprese che oggi TLS è in grado di mostrare. Rossi ha preso atto di alcune esperienze già in campo che hanno enormi possibilità di diventare autentici motori di sviluppo per Siena e per la Toscana, e ha assunto impegni seri che ci attendiamo vengano rispettati. Certo abbiamo anche chiesto impegni in materia  di infrastrutture: dalla Cassia alla Siena Firenze e sul fronte sanità.

7- Vuole aggiungere qualcosa a questo elenco?

Indubbiamente l’agroalimentare e in realtà ne abbiamo parlato anche con Rossi. Sono convinta che Enoteca, Qualivita, l’Università di Siena e la Fondazione Mps assieme ad alcuni imprenditori locali e a produttori vitivinicoli potrebbero dar vita a un’esperienza capace di accrescere l’attrattività di questi territori e lo sbocco commerciale delle nostre produzioni verso modelli agroalimentari unici per sostenibilità e qualità. E mi piacerebbe potesse nascere un think tank su questa scommessa.

8- Che ne pensa della candidatura di Rossi a segretario nazionale?

Mi lega a Enrico amicizia, esperienza comune e affetto, e mi sono molto spesa a suo sostegno per la rielezione a Presidente, ma io spero davvero che le posizioni uscite dal vecchio congresso non si ripropongano pari pari come due anni fa, e che si possano rimescolare un po’ di carte. Vorrei che al congresso si svolgesse una discussione vera sulle sfide che una moderna sinistra ha davanti a sé in Europa, a partire dal tema dell’equità, dei nuovi conflitti, del fenomeno migratorio, del futuro dei giovani, de lavoro, dei diritti civili e del governo innovativo delle città e delle aree marginali. Insomma meno parole rifritte, meno figure calate nei gruppi dirigenti o nelle istituzioni direttamente dalle filiere correntizie e più cultura politica. Ho parlato di sinistra, proprio perché penso che la natura del Pd dovrà essere uno dei temi in discussione. Si costruiranno piattaforme e su quelle arriveranno i candidati. Vedremo allora quali saranno i nomi in campo.

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