Ogni tanto serve provare a immaginare e osservare la scena da altri punti di vista. Provo a chiedermi cosa possa pensare un comune cittadino, non politicizzato, davanti ai titoli di questi giorni: le indagini in corso sul sottosegretario Siri per possibile corruzione, gli arresti in Umbria di nostri amministratori e le dimissioni della presidente Marini, o di fronte all’ennesima vicenda romana, che chiama in campo la Sindaca Raggi. Continuo a essere convinta che nessuno è colpevole sinché non lo stabilisce una sentenza e voglio sperare che quando si attivano provvedimenti cautelari ci siano serie ragioni per farlo, ma è certo che tutto quanto è avvenuto in questi giorni contribuisce ad accrescere ancora quella distanza con la rappresentanza democratica, con il mandato che si costruisce con il voto. Un voto che si avvicina, un voto per l’Europa, un voto per le città.
Penso ancora al tentativo dei medesimi soggetti di capire i contenuti del Def appena approvato, con il Ministro Tria che conferma davanti alla Camera la previsione di un pesante aumento dell’IVA nei prossimi due anni e i due vicePremier Salvini e Di Maio che lo smentiscono, quasi fosse un esponente delle opposizioni. Un conflitto perenne quello dentro al Governo, sui provvedimenti, sui toni, sulle dichiarazioni. Un conflitto che riguarda i due azionisti della coalizione, ma non solo. Non ricordo a memoria precedenti di vertici della Difesa e della Marina che contestano pesantemente e pubblicamente circolari del Goveno, ma è accaduto con le direttive impartire da Salvini sui porti. Così come hanno reagito i Sindaci di fronte alla circolare che assegna ai prefetti compiti che spettano invece ai comuni in merito alle così dette zone rosse.
E ancora potrei citare i distinguo tra Salvini, la Ministra della Difesa e lo stesso Premier Conte sui porti e il rischio che arrivino, fuggendo dalla guerra, immigrati in cerca di fuga.
Dopo meno di un anno questo è lo stato del Governo. Una rissa perpetua, in parte per ragioni di mero avvicinamento al voto europeo, in parte perché le cose non vanno e le sorprese amare purtroppo sono sempre più evidenti.
Il Pd ha chiuso le sue liste per le Europee e lo ha fatto con criteri plurali, cercando di accogliere competenze e sensibilità diverse, uomini e donne. Molte riconferme tra i deputati europei più impegnati, alcune novità, figure simboliche provengono che dall’impegno contro le mafie e dall’accoglienza. Credo che sia il volto giusto con il quale presentarsi al voto e contribuire alla battaglia delle forze riformiste europee contro una deriva sovranista e neonazionalista. Si chiudono in questi giorni le liste e partono le corse dei nostri candidati Sindaci. Alcune città importanti, una Regione, tanti piccoli e medi Comuni. Sarà una consultazione significativa per cui spendersi tutti quanti. Un passaggio importante anche per la situazione del nostro Paese.
In questi giorni Greta Thumberg è in Italia. Ha incontrato i giovani che in Italia si sono mobilitati sul clima. Ha incontrato il Pontefice, è stata ospite del Senato. Ho già scritto della positiva potenza di questa ragazzina, sulla forza del suo messaggio, semplice, forte, diretto. Chi altro avrebbe potuto mobilitare così tanti adolescenti e studenti se non una di loro? E’ riuscita dove la politica, le istituzioni, le conferenze sul clima non sono riuscite. Accrescere il senso dell’urgenza, della irreversibilità di un processo autodistruttivo che solo assieme, Governi e comportamenti individuali, possono fermare. Lo abbiamo capito? Non abbastanza temo.
Una delle ragioni per le quali ho sostenuto Nicola Zingaretti, e sono contenta che lui sia oggi il Segretario del Pd, è proprio la centralità che ha dato nella sua piattaforma alla sostenibilità ambientale e alla necessità di una svolta Green del nostro modello economico. Io penso che oggi passi da qui la rivincita della sinistra, un ripensamento del mondo, della crescita, delle relazioni, del rapporto con la terra. I social sono spietati e in questi giorni Facebook mi ha ricordato un post che ho scritto il 18 aprile del 2016, dopo il referendum sulle trivelle. Purtroppo le mie preoccupaIoni immortalate in quella riflessione si sono verificate e con gli interessi.
Ha ragione Greta, anche una distruzione terribile come quella di Notre Dame che ci ha colpito nell’animo lunedì scorso vedrà la sua ricostruzione, ma la terra è una, e non può essere ricostruita.
L’economia giusta, la riconversione ecologica, la transizione ecologica, la difesa dal consumo di suolo, l’agricoltura biologica, la ricerca che serve per nuove tecnologie, materiali nelle costruzioni, per l’energia, l’economia circolare, la lotta allo spreco alimentare, la difesa della biodiversità, e molto altro..non sono argomenti da circoli ristretti, ma costituiscono caselle di un programma fondamentale per ricostruire buona crescita e nuova coesione sociale.
Il tempo è adesso. Mettiamoci al lavoro e sarà la strada più chiara anche per ricostruire un campo largo di alleanze per mandare a casa un Governo dannoso e incompetente.
Intanto a voi tutti un affettuoso augurio di serene festività.
Susanna