C’è bisogno di riprendere la parola con forza ed autorevolezza. C’è bisogno della voce delle donne.
In questo Paese stanno passando messaggi denigratori pesanti nei confronti delle donne. Di tutte le donne. Certo la politica dovrebbe interrogarsi sul perché di questo silenzio. C’è indignazione per l’immagine dell’universo femminile che il presidente del Consiglio e il suo entourage stanno trasmettendo al mondo. Donne come merce, da “utilizzare” a pagamento, da procurarsi “in gran quantità” (nella difesa dell’avvocato-deputato Niccolò Ghedini, che dice di scegliere il linguaggio “giuridico” per difendere il premier-padrone). Donne oggetto di continue battute di cui tutti, italiani e stranieri, continuiamo a fraintendere il contenuto, mancando di senso dell’umorismo. Donne oggetto, donne da zittire o eventualmente da reclutare per una candidatura: reality o Parlamento pari sono. Indignazione, però, anche per chi, come Beppe Grillo, spara a zero sull’assemblea legislativa e sulle parlamentari.
Le istituzioni, la libertà e la dignità femminile: dove sta andando la nostra democrazia?
Mi interessano davvero poco le performance del Presidente, ma credo che dobbiamo reagire alla denigrazione, all’annullamento della politica, della rappresentanza democratica ed anche alla fatica femminile, che è tanta, esercitata nelle istituzioni di molte (anche se ancora troppo poche) donne.
Vorrei anche una voce più alta del Partito democratico, che non può pensare di sentirsi assolto con la presenza del 50 per cento di donne nell’assemblea nazionale. Lo vorrei protagonista di una risposta adeguata a Beppe Grillo, lo vorrei presente sui temi della rappresentanza delle donne nelle istituzioni e nel mondo del lavoro. Parlo della valorizzazione del contributo femminile alla vita del partito.
Anche da queste prime riflessioni è nato il Coordinamento delle democratiche alla Camera, a cui ho aderito, perché “è arrivato il momento di riprendere la discussione e decidere le azioni parlamentari da intraprendere. Siamo state tanto zitte ed è una responsabilità che pesa su ciascuna di noi”. Con la riflessione e le proposte vogliamo uscire, insieme alle donne italiane, dalla crisi politica, economica e culturale del Paese. Perché sono tante le donne italiane che non ci stanno. Le docenti Chiara Volpato, Angelica Mucchi Faina, Anne Maass, in questi giorni hanno lanciato un appello alle First Ladies perché disertino il G8 “per affermare con forza che la delegittimazione della donna in un Paese offende e colpisce le donne di tutti i Paesi”. Hanno firmato tante donne, molti meno gli uomini; troppo pochi, a dire la verità.
“IL RE E’ NUDO”, anzi il “popolo sovrano”…più che “nudo” è diperato, forse anche un po’ rincoglionito, nel senso che prima gli hanno promesso la rivoluzione…poi le riforme…poi il progresso…e ora invece si ritrova con la crisi economica, la disoccupazione e per giunta la criminalità diffusa (la mafia e la criminalità organizzata c’erano anche prima, ma ora sono diventate potenze internazionali) nei loro quartieri, dove almeno prima, dopo una giornata di lavoro, andavano al loro bar e osteria e trovavano i loro amici e vicini e la notte dormivano tranquilli…cose che nessun governo -neanche il più tirannico- nella storia ha mai negato….Perdio! ci costringete a sudare e rovinarci la salute per lavorare e ora volete farci riposare anche in quartieri malsani, orribili e degradati? E ora ci aggiungete anche ladruncoli, accattoni, accampamenti nomadi, clandestini e ambulanti di frodo emigrati da altri paesi? Certo che sono dei disperati peggio di noi, certo che vorremmo aiutarli! Ma senza una regola e un programma di integrazione che lo stato deve darci, cosa possiamo fare?….E così è arrivata la Lega (che all’inizio-ricordatevi! non era di destra, e sarebbe bastato dargli un po’ di federalismo, che qualsiasi socialista avrebbe condiviso…ma qui, nella sinistra non c’erano veri socialisti, ma solo ex-stalinisti e pseudo-marxisti, che li bollarono subito come reazionari…), arrivò dunque la Lega, e vide che alla gente (ex-popolo) esasperata bastava promettere un po’ di sicurezza per accaparrarsi un sacco di voti! Il resto lo sapete…Ma fino a quando anche a sinistra non verrà qualcuno a gridare “il re è nudo”, i voti potete sognarveli!
Dalle donne attualmente nel governo non mi sento rappresentata perchè sono una donna che lavora,ho una famiglia e modestamente mi sento intellettualmente più dotata. A pensarla in questo modo non sono la sola, ma siamo tante e quando apriamo i giornali e vediamo queste ministre che esercitano il loro potere semplicemente perchè sono belle ci sentiamo declassate ed usate.Spero vivamente che nella futura classe politica di sinistra ci siano donne che sappiano riaccendere le nostre aspettative e ci faccian sentire orgogliose di essere donne.