È il momento dei bilanci e degli auspici per l’anno che verrà. Il 2009 si chiude nel segno di una grave crisi, non solo economica, che sta interessando buona parte del mondo. Come sarà il 2010? Quando le imprese potranno tornare ad investire e le famiglie a respirare? Il Governo sbandiera ai quattro venti gli annunci Ocse sull’Italia che guiderebbe la ripresa. In realtà i dati Istat della scorsa settimana descrivono purtroppo un paese in ginocchio sul fronte occupazionale: mezzo milione i disoccupati in più rispetto al 2008, gli italiani senza lavoro sono ormai quattro milioni (fra cui moltissimi giovani). È il dato peggiore dal 1992.
Il passaggio della manovra economica, che avrebbe potuto essere l’occasione per varare alcune importanti misure anticrisi, ha soltanto confermato la totale mancanza di risposte da parte del Governo. Niente è stato fatto per ridurre l’imposizione fiscale sui redditi da lavoro e sulle pensioni e dare fiato, così, ai consumi delle famiglie; né per fronteggiare il debito pubblico, che ha superato ormai i 1.800 miliardi di euro, frenando le possibilità di un rilancio della spesa pubblica che possa aiutare il processo di sviluppo. Niente risposte quindi dalla Finanziaria 2010, sulla quale si è ancora una volta scelto di porre la questione di fiducia, mortificando di nuovo il ruolo del parlamento. “Ghe pensi mi” sembra diventato ormai lo slogan dell’intera maggioranza.
Il confronto in aula poteva e doveva essere l’occasione per valutare ed accogliere proposte di buon senso, anche per il territorio senese, come quelle contenute negli emendamenti presentati dai parlamentari del Pd: dall’università alla crisi di molti settori della nostra economia, ai tagli operati nei confronti degli enti locali che rischiano di riperquotersi sui servizi ai cittadini, alla situazione di Suvignano e degli altri beni confiscati alla mafia.
Sull’università il centrodestra ha respinto il rifinanziamento del Fondo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblici, che avrebbe consentito di stabilizzare altri lavoratori precari. Poi avevamo proposto di anticipare in finanziaria l’istituzione del fondo di rotazione previsto nel ddl Gelmini, cosa che avrebbe consentito di contrattare con il governo un prestito a valere sul fondo, piuttosto che ricevere solo anticipazioni sul 2010. Un altro emendamento proponeva una deroga ai limiti per i mutui per gli atenei impegnati in piani di risanamento, che avrebbe risolto il problema dell’autorizzazione per l’Università di Siena all’accensione del mutuo con Banca Mps.
Per quanto riguarda la legge speciale per Siena (provvedimento sistematicamente trascurato dal centrodestra), avevamo presentato un emendamento per rifinanziare un’iniziativa che negli anni ha permesso la salvaguardia del patrimonio storico, monumentale e artistico della città. Ignorati anche gli emendamenti finalizzati a sbloccare la richiesta del Comune di San Gimignano di riqualificare il complesso di San Domenico, nel centro storico della città delle Torri, patrimonio Unesco; e ad abrogare la norma, contenuta nella manovra di bilancio 2010, che prevede ulteriori riduzioni di contributi economici alle comunità montane.
Infine avevamo presentato una proposta per l’abolizione dello scontrino fiscale per gli esercenti sottoposti a studi di settore; e – sempre sugli studi di settore – un emendamento finalizzato a rivedere al ribasso le stime sui ricavi, misura più volte annunciata dal governo e mai emanata. Ignorati i numerosi emendamenti tesi ad aiutare la nostra agricoltura, a rifinanziare il piano irriguo, a sostenere le imprese agricole esposte con le banche. Addirittura ritenuto non ammissibile l’emendamento teso a tutelare l’ente irriguo di Montedoglio, ente non indebitato a differenza di molti altri.
Con la fiducia il governo ha bocciato in un colpo solo tulle le proposte di emendare il testo della finanziaria. Scelta definita “deprecabile” dal Presidente Fini, a conferma di una spaccatura all’interno del centrodestra.
Altro aspetto – non meno significativo – della crisi riguarda i rapporti di questo esecutivo con la democrazia, con il Paese, con gli umori. Ognuno pensi ciò che crede, faccia le sue analisi, le sue considerazioni. Certamente il gesto del signor Tartaglia, grave, violento ed ingiustificabile nei confronti del premier, ha anche peggiorato i toni dello scontro politico, delle offese reciproche, della delegittimazione quotidiana tra le parti e i leader. Altrettanto certamente, l’intervento dell’on. Cicchitto alla Camera non ha contribuito alla ricomposizione di un clima sereno.
Il nostro è un Paese che avrebbe bisogno di fare punto e a capo, di guardarsi negli occhi, di riconoscere i gravi problemi che lo attraversano e di trovare modi e toni per affrontare quei problemi, nelle differenze, nella determinazione e nella forza delle diverse idee che si confrontano, che competono senza cadere nell’offesa, nell’aggressione verbale e violenta. Invece si è scelto di continuare ad “incendiare”, come ha ricordato nel suo intervento Pierluigi Bersani, e francamente anche Di Pietro ci ha messo del suo. A tutto questo ha fatto seguito l’ennesima questione di fiducia, con gravi fibrillazioni dentro la maggioranza e persino minacce di ricorso al voto anticipato.
Voteremo presto o sono solo schermaglie? L’Unica cosa chiara è che il Pdl e la maggioranza di governo sono attraversati da gravi divisioni e da una palese incapacità di rispondere ai problemi reali del Paese. È chiaro che ogni giorno che passa si restringono i luoghi e i tempi delle decisioni, mostrando insofferenza per la democrazia e quello che dovrebbe essere il suo normale funzionamento, per l’Italia che manifesta e rende pubbliche le difficoltà del vivere quotidiano nelle famiglie, nelle imprese, nei campi, nella scuola, nella giustizia. È chiaro che questa nostra Italia sta male e che le cure che questo governo finge di somministrare non sono nemmeno palliative: sono interventi dannosi, aggravano la malattia.
Quasi ogni giorno il Presidente Napolitano usa parole di buon senso. Sono parole che andrebbero ascoltate. La politica è chiamata a dimostrare che può intervenire sull’evoluzione spaventosa del tasso di disoccupazione, sulle difficolta di accedere al credito per le piccole imprese, sul funzionamento della giustizia e della pubblica amministrazione in generale. Che i ragazzi possono tornare a pensare che il loro futuro dipende anche dalla voglia che hanno di studiare e di formarsi. Che le donne vanno rispettate sempre e comunque e che non ne possiamo più di “simpatiche” battute. Abbiamo bisogno di dire ad alta voce che si può tornare a credere in un progetto altro di Paese, di sviluppo, di governo. Ora più che mai, il Partito democratico è chiamato a dare il proprio contributo. Ecco l’auspicio per il nuovo anno. È il momento di tirar fuori le idee con determinazione, perché in tanti hanno bisogno di tornare a credere in qualcosa di importante. E il Partito democratico questa volta deve essere pronto.
Spero per tutti noi che ciò sia possibile, e che ognuno possa e voglia metterci del suo per costruire in positivo.
Cari ed affettuosi auguri di buone feste e di serenità.
Susanna Cenni
Per approfondire:
La nota dei parlamentari Pd sulla finanziaria
il momento è estremamente difficile ma bisogna mostrarsi uniti e compatti anche se sul campo dovremo lasciare dei feriti : solo unendoci possiamo fare un opposizione concreta, costruttiva recuperando così tanti consensi.
Auguri a tutti
buongiorno
sono una donna di 42 anni con due figli che, insieme ad una mia collega di 37 anni, anche lei con figli, da maggio 2009 stiamo vivendo un’odissea lavorativa.
Siamo impiegate, nella sede di Siena, in una grossa concessionaria che ha sedi in tutta la Toscana e nonostante la crisi, non presenta bilanci in rosso, ma vuole sfruttare ugualmente il denaro dei contribuenti per fare pulito di noi due.
La motivazione e la seguente: noi, essendo madri di famiglia, non possiamo trattenerci quotidianamente al lavoro oltre il nostro orario contrattuale, come fanno la maggior parte dei nostri colleghi uomini, di conseguenza da prima ci hanno proposto la mobilità, ritirandola solo davanti alla provincia, poi ci hanno tenuto al lavoro senza darci nessun incarico e intimando i nostri colleghi
a non assegnarci nessun compito, dopodichè ci hanno proposto un trasferimento presso un’altra sede a circa 80 km di distanza da casa (da considerare che siamo a part time al 50%) perciò il nostro già misero stipendio sarà consumato per arrivare sul posto di lavoro. Infine, poichè il sindacato ha promesso di impugnare davanti ad un giudice il nostro ingiusto trasferimento, ci stanno riproponendo la mobilità.
A mio avviso questo comportamento è altamente discriminatorio nei confronti di due donne con famiglia, confido in un qualsiasi tipo di sostegno da parte Vs. per risolvere questa ormai pesante situazione.
cordiali saluti
elisabetta
Cara Susanna.
avete fatto bene a presentare l’intterrogazione su Novartis, infatti è uno scandalo, così come i licenziamenti, le assunzioni di 300 interinali di napoli, gli infortuni negati ecc… l’utilizzo di formaldeide MA ANCHE LA NEGAZIONE DEI DOCUMENTI CHE RIGUARDANO IL TAVOLO TECNICO SULL’UTILIZZO DI CANCEROGENI SENZA AUTORIZZAZIONI.
CE Li NEGA IL MASI MA ANCHE LA PROVINCIA, E PER QUESTO HO FATTO RICORSI AL DIFENSORE CIVICO MORALES.
VEDI IL SITO http://www.rifondazionesovicille.it
è anche una vergogna che il Masi voglia costruire 2 milioni e mezzo di mc. di nuove industrie, di cui 1 milione accanto e per (?) Novartis. Difficile da un alto spingere il mercatale e la filiera corta e a 1 km. distruggere la piana di rosia…..cercate di frenare lo sviluppo del cemento per favore, ora che siamo ancora in tempo. Ti invito a vedere le modifiche fatte dal masi in gran segreto il 3 di giugno 2009 a soli tre giorni dalle elezioni e che abbiamo potuto vedere solo il 19 dicembre 2009!!!!
saluti angela