A Firenze, lunedì mattina, Piazza Santa Croce era gremita di gente, tante e tanti lavoratori e cittadini al fianco dei 422 licenziati dalla GKN. Una vicenda grave che non possiamo accettare, né nel metodo che nel merito, una violazione compiuta comunicando senza preavviso i licenziamenti e l’intenzione di chiudere uno stabilimento con centinaia di lavoratori, ignorando ogni procedura di confronto sindacale. Una seconda grave violazione è stata, poi, la scelta di non partecipare al tavolo istituzionale convocato a Firenze dal Governo, delegando la voce dell’azienda ad un avvocato in teleconferenza. Qui c’è l’idea che si possano trattare lavoratori, stabilimenti e relazioni come un qualsiasi prodotto. Servirà dunque fermezza delle Istituzioni tutte nel pretendere che ai tavoli istituzionali l’impresa si presenti e che lì ci si confronti con le rappresentanze dei lavoratori e dello Stato. Anche io ho partecipato alla manifestazione, ed ho visto una piazza in cui c’erano rabbia, dignità e tanta determinazione. A noi tutti, alla politica, alle istituzioni spetta adesso mettere al centro con forza la priorità lavoro. Abbiamo iniziato a farlo, con i colleghi deputati del PD, presentando un’interrogazione durante il Question Time di mercoledì, alla Camera: chiediamo al Governo di intervenire sulle norme in essere per le multinazionali, perché quei 75 giorni per poter chiudere sono troppo pochi, e al presidente Draghi di aprire una discussione in Europa sul tema delocalizzazione
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