Le promesse vendute in campagna elettorale sulla caccia senza regole fanno esplodere il Pdl. Durante il voto alla Camera sulla legge comunitaria, mercoledì 21 aprile, la destra si è spaccata in tre posizioni diverse e il governo non ha assunto nessun orientamento, rimettendosi all’aula. È stata così sconfitta l’ala più oltranzista della destra, favorevole alla caccia ‘no-limits’, ed è passato un emendamento di mediazione secondo il quale le deroghe – che eccezionalmente le regioni potranno chiedere – dovranno conformarsi al parere dell’istituto scientifico di controllo, l’Ispra. Le deroghe, previste solo per alcune specie, non potranno comunque in alcun modo slittare oltre il 10 febbraio.
Noi del Partito democratico partivamo da posizioni di stralcio di tutta la lettera b) dell’art 43, ma abbiamo comunque ritenuto accettabile questa mediazione, per deideolgizzare lo scontro, e perché ci auguriamo che questo passaggio ponga fine definitivamente ai vari tentativi di ‘deregulation’. E’ bene ricordare che per la terza volta la camera rispedisce al mittente i bliz di alcuni senatori che, nella legge Comunitaria che ci chiedeva di chiudere i contenziosi con l’Europa in materia di violazione della direttiva Comunitaria, ha invece introdotto emendamenti per allungare la stagione di caccia in periodi come agosto, quando le campagne sono piene di gente, e febbraio, quando i migratori volano verso la riproduzione. È stata sconfitta una posizione che ci allontanava ulteriormente dalle direttive europee e che rischiava di avere conseguenze gravi per alcune specie di migratori, ma che soprattutto usava il mezzo sbagliato per modificare la legge 157/92.
Un risultato ottenuto non solo dal Partito democratico, che fin dall’inizio si è battuto in commissione e in aula contro i colpi di mano, ma anche dalle altre forze di opposizione, dalle associazioni ambientaliste e da alcune associazioni venatorie, con un contributo che ritengo importante giunto dal mondo venatorio toscano: mi riferisco al documento che Federcaccia, Italcaccia e Arcicaccia della Toscana hanno presentato nei giorni scorsi ai parlamentari toscani di vari schieramenti in un incontro che si è tenuto a Firenze. Le associazioni venatorie toscane chiedono, tra l’altro, che “sia resa in maniera esplicita la competenza delle Regioni nella gestione della fauna selvatica e delle attività venatorie; e la realizzazione di un organo di collegamento tra Stato e Regioni in materia, che costituisca un punto di riferimento, verifica, ed elaborazione di proposte”. Faccio presente che forse la Toscana ha qualcosa da dire a livello nazionale, se è vero che nella nostra regione, dopo un percorso durato due anni, è stata recentemente varata una legge sulla caccia condivisa da tutte le forze politiche. Questa sì una vittoria della buona politica. Adesso mi auguro che davvero la discussione sulla 157 possa ripartire dai tavoli opportuni con mondo agricolo, venatorio ed ambientalista, perché solo dal buonsenso e dalla trasparenza si riparte per fare passi avanti.