“Insieme per discutere di agricoltura alla vigilia dell’8 marzo, festa internazionale della donna”, queste le parole di Marina Sereni per aprire la presentazione del film “Le Meraviglie” alla Camera dei Deputati alla presenza della regista. Il film, scritto e diretto da Alice Rohrwacher, parla di quattro sorelle cresciute in una famiglia poliglotta di apicoltori e agricoltori. Lo scorso anno viene premiato con il Grand Prix Spécial della Giuria, al Festival di Cannes.
L’appuntamento, organizzato alla Camera dalla Vicepresidente Sereni e dalle Onorevoli Terrosi e Cenni della Commissione agricoltura, si è aperto con i saluti e i ringraziamenti della Vicepresidente “Questo evento ci colloca dentro una grande attualità quale sarà il percorso verso Expo 2015 che porterà l’Italia ad essere non solo un ‘grande evento espositivo’ ma soprattutto una riflessione collettiva sull’agricoltura e sul rapporto tra le persone”, commenta Sereni, passando la parola all’On. Terrosi.
Entusiasta promotrice dell’iniziativa, l’On. Terrosi interviene sottolineando come “il film di Rohrwacher l’abbia riportata a quelle che sono le immagini del legame con la terra e di un territorio di appartenenza”. Il film è infatti girato nel territorio che accomuna la regista e la deputata – un territorio nall’alto Lazio, a cavallo con Umbria e Toscana. “Particolarmente degno di nota, continua Terrosi, è l’aspetto che la regista dà dell’agricoltura, non intesa in stile romantico, ma quella fatta di fatica, di duro lavoro, meticolosità e professionalità. In particolare è nell’autenticità delle espressioni di vita e di impegno che ho trovato il legame tra il film e la reale agricoltura familiare”, sostiene Terrosi.
Sulla scia degli interventi, Susanna Cenni prende la parola collegandosi al concetto di salvaguardia dell’agricoltura, al ruolo delle donne in agricoltura e tutela del cibo, come quella intesa negli obiettivi della FAO – Food and Agricolture Organization of the United Nations. Cenni, che attualmente lavora alla proposta di legge ‘Norme per la tutela della terra quale bene comune e per il riconoscimento delle agricolture contadine e familiari’, prende spunto dalla scelta della regista di veicolare un’immagine anche dura di una famiglia che vive di agricoltura, per focalizzare l’attenzione “sull’autenticità della dimensione agricola, fuori da tentazioni spesso bucoliche, stereotipizzate. Spero davvero in un autentico ritorno dei giovani alla terra, ma li aiutiamo se abbiamo chiari la fatica, le difficoltà, e se supportiamo nel modo giusto anche la dimensione familiare”.
Alice Rohrwacher va nel dettaglio spiegando il motivo dell’origine del film, ovvero una riflessione nata dalla sintesi degli stati d’animo resi da testimoni – autentici coltivatori del territorio, intervistati uno ad uno prima di intraprendere le riprese. “Cado volutamente nel luogo comune auspicando una maggiore educazione a quello che è il lavoro della terra e la protezione stessa di chi la lavora, così come vanno protette le api in un’ottica ben più vasta di salvaguardia del cosmo – dice la regista – ma è il luogo comune quello a cui dobbiamo aspirare per superare il concetto che la qualità sia o diventi un prodotto di nicchia. La qualità è e deve essere un luogo comune, di tutti”.