“Non è stato affatto semplice per chi ha percorso chilometri di campagna elettorale, fatto visita a decine di imprese in difficoltà, incontrato cooperative in crisi, giovani delusi, centinaia e centinaia di elettori, e parlato di Governo di cambiamento, votare la fiducia al nuovo Governo Letta. Le parole hanno un peso, e un peso straordinario hanno gli occhi delle persone che hai incontrato tra paura e speranza, gli occhi, dai quali cade qualche lacrima, quando in questi giorni, quasi ogni sera, nei circoli del Pd e durante gli incontri, ti chiedono spiegazioni sui pasticci della settimana che ha portato all’elezione del Presidente della Repubblica. Quelli che continuano a chiedere i nomi dei 101 che hanno fatto saltare la possibilità di eleggere Romano Prodi. Già, i nomi. No. Non è il Governo che avrei voluto, e le parole, cosi come gli occhi sono tutti lì, nello stomaco e nel cuore.
Ma c’è anche un’altra parola che spesso abbiamo evocato, quasi con scaramanzia, come spauracchio: ingovernabilità. E proprio lì siamo arrivati. Ci siamo giunti con un brutto risultato elettorale, con un dato quasi irrilevante di Sel, con la porta chiusa al dialogo e al confronto del Movimento 5 Stelle, con il passaggio da un sistema bipolare alla presenza di tre poli assai diversi tra loro, che registrano quasi il medesimo peso nel consenso del Paese. Ci siamo giunti con un partito imploso, frutto di innegabili errori e troppo ostaggio di una degenerazione correntizia, mentre il Paese è in frantumi. Così siamo giunti al voto di fiducia alla Camera. Con la consapevolezza che il Paese non può aspettare né i numeri, né le parole giuste, e che dopo, ma non troppo dopo, dovremo costruire sul serio il Pd. Quel Pd nato per cambiare il Paese, ma che non è riuscito a cambiare se stesso. Il Paese non può più aspettare perché ogni 10 minuti chiude un’impresa, perché la disoccupazione continua a salire, perché c’è un’intera generazione senza futuro. Il lavoro primo impegno del Governo, prima emergenza. E non può che essere così. Lavoro, imprese, famiglie, giovani, scuola, Europa e Legge elettorale. Eccole le emergenze da affrontare. Ecco le ragioni di una temporanea condivisione per risposte celeri e concrete. Una condivisione con la quale dovremo misurarci senza accantonare la sfida democratica e riformista, senza rinunciare alla nostra differente visione del Paese e delle risposte da dare. Ne saremo capaci? Lo ha ricordato bene un collega ieri all’assemblea dei deputati: “Dobbiamo arginare una frana assieme a coloro che quella frana hanno causato”. Io penso che possiamo farlo mantenendo forte e attivo il nostro impegno parlamentare, sostenendo i provvedimenti del Governo e lavorando per dar loro il segno di un Paese in cui equità e opportunità tornino a parlare con i ceti più deboli e con il merito. Possiamo farlo per i numeri che esprimiamo. Numeri che, è vero non ci consentono di governare da soli, ma che stavolta, a differenza di un anno fa, non consentono di fare scelte senza di noi. Io vedo qui la sfida vera: condividere l’emergenza, recuperare la capacità di dialogare e costruire tra diverse visioni, mantenendo viva e integra la nostra identità culturale e la nostra differenza, per tornare presto a una normale dialettica tra maggioranza e minoranza, tra destra e sinistra che, nonostante l’emergenza, sono e saranno sempre tanto diverse e lontane. No. Non è stato facile guardare con agio al banco del Governo, nonostante l’oculata scelta di ricambio che Enrico Letta ha fatto. Hanno molto aiutato il suo discorso indubbiamente alto e impegnativo, la priorità del lavoro, e i volti di Maria Chiara Carrozza, Cecile Kyenge ed Emma Bonino”.
Susanna Cenni
Cara Susanna, non è facile parlare con i nostri. Sono tutti, giustamente, arrabbiati, delusi, scoraggiati. Errori clamorosi in campagna elettorale ed ancora più gravi nella gestione del dopo, fatta in maniera schizofrenica e troppo verticistica. E poi i 101…fossimo alla Disney ne verrebbe un bel film; nella vita reale c’è chi chiede di non ricandidare nessuno la prossima volta. Il destino della sinistra è di non fare mai esperienza dai propri errori. Molti sono in attesa di capire le prossime mosse. Il grosso rischio è il disimpegno e non gioca per noi. Saluti Marcello Fallarino
è l’ora di chiedersi se ha ancora senso l’esistenza del Partito Democratico.
A giudicare da come sono andate, e stanno andando, le cose, mi pare evidente che tra i nostri elettori, e, forse ancora di più, tra i nostri iscritti e i dirigenti di questo partito c’è un abisso.
Alle primarie per il candidato a sindaco di Siena, su 486 che hanno votato nel nostro circolo, 487 erano incazzati neri. SI, 487, perché uno è venuto a dire appositamente che non sarebbe più venuto a votare. E penso che, se ci fosse stato già anche il varo del governo, sarebbe stato ancora peggio.
NON VOGLIAMO MORIRE DEMOCRISTIANI!
Se si capisce bene, altrimenti ci rivolgeremo ad altri lidi.
Cara Susanna,
non è semplice spiegare ai nostri tesserati ed elettori perchè noi per primi non sappiamo cosa dire, come dirlo; dici bene che il paese aveva bisogno di un governo, ma vedere Alfano vicino a Letta mi fa venire la nausea!!!!
Avevo votato Bersani che mi aveva assicurato” Mai con Berlusconi” e come me tante centinaia di migliaia di persone. Oggi mi sento dire da Berlusconi che si devono fare certe cose per rispettare gli impegni presi con i suoi elettori!!!!! E noi chi siamo???
Siamo sempre i più seri e responsabili che portano il paese sulle spalle e quando stiamo per arrivare in cima Berlusca ci frega sul traguardo!!!!!
Sarà difficile spiegare a chiunque perchè questo signore impresentabile riesce sempre a vincere anche quando perde e, quasi sempre, con la nostra collaborazione.
Spero che questo governo duri poco, giusto il tempo per fare le poche cose necessarie a non fallire e poi al voto e chi vince governi, se ne è capace.
Per il PD sono quasi più disperata.
O facciamo un partito vero, senza ex e senza correnti, o siamo destinare a divenire residuali.
Ci accontenteremo di fare testimonianza e opposizione permanente?
Spero di no
A presto
Alessandra
Penso che ci voglia un bel coraggio e una bella faccia tosta a fare discorsi come questo.
No, non penso proprio (anzi ne sono arci convinto e mi auguro che ne siano convinti tanti altri come me) che quegli occhi ti siano nello stomaco e nel cuore, perchè, come quelli dei tuoi compagni di partito, non sanno vedere (e le orecchie non sanno sentire).
Dirò di più, non penso proprio che tu abbia mai veramente incontrato imprese o cooperative in crisi/difficoltà o giovani delusi. Macchè …
Avete dimostrato arroganza, superbia, prepotenza, “autoreferenzialità” tutte caratteristiche vostre proprie.
Non siete solo uguali agli altri, oserei dire che siete anche peggio.
Sono molto, molto deluso.
Andate via tutti.
Dispiace leggere l’amarezza e la delusione dei vostri elettori, persone che con assoluta costanza e fiducia vi hanno votato per anni… Bisogna ora chiarire che non siete da anni un partito di sinistra, che un’idea e una politica di sinistra non vi appartengo più da un bel pezzo, e che con questa ultima tornata elettorale avete dimostrato l’ambiguità delle vostre promesse, delle vostre scelte, e una pratica partitica degna della peggiore DC (che d’altronde vi compone per una buona metà): fanno piangere i vostri ‘giovani turchi’ di sinistra che promettono sfracelli e poi si alineano buoni buoni, i D’Alema e i Veltroni, i Fioroni e i Marini che vi trascinate dietro da anni come se non avessero ampiamente dimostrato il fallimento delle loro scelte politiche. E mi spiace sopratutto che anche le donne elette in questo partito si conformino alla linea scelta dai loro leader maschi senza neanche un sussulto di dignità e ribellione femminile. Gli elettori del Pd devono smettere di fare i delusi e capire che non basta l’illusione della sinistra, ma che occorre una vera politica che non sia l’inciucio e le trame di palazzo. Svegliarsi è necessario!
Il PD, quel partito che a Siena nacque in una riunione alla “saletta dei Mutilati” qualche tempo fa (un’epoca fa) con tante ambizioni di cambiamento della politica, non è mai esistito ed oggi ci accorgiamo che non c’è. Il PD non è riuscito a produrre alcun cambiamento, nemmeno a Siena, dove incontrastato dalla pochezza della politica espressa dal centro destra, è riuscito nella restaurazione delle antiche logiche del potere prima e dopo nella diaspora lancinante che ha determinato il commissariamento del Comune (mentre gli uomini di potere che dovevano essere oggetto del cambiamento si approfittavano del MPS e della fondazione per propri scopi personali).
Il PD non esiste più nemmeno a livello nazionale, dopo le primarie che hanno visto vincente Bersani (non in toscana però) e che avevano visto un’ampia e rinnovata partecipazione popolare. Si è sfaldato per giochi di potere interni chre hanno visto protagonisti sordi al responso popolare dei propri aderenti.
Il PD non esiste più nemmeno come area politica di riferimento. La sinistra non è più rappresentata nella politica del PD, è rimasta solo la politica centrista, accanimento terapeutico di assistenza alla lobby affaristica che ha detatto le politiche degli ultimi 20 anni in Italia. Il governo PD-PDL è la logica continuazione dei governi precedenti; nessun cambiamento sarà in grado di realizzare e servirà solo come alibi al monopolista, avvelenatore della democrazia, per continuare a stare a galla.
Il PD è stato fatto divenire la stampella alle forze della destra becera e corrotta.
Il mio PD, quello che poteva essere, non esiste più e nemmeno più sarà !
C’è bisogno di un altro soggetto politico che riempia lo spazio lasciato libero dal PD … Attendo con ansia!