Lettera aperta a Carlo Petrini

Caro Carlo,

ho letto la tua intervista su “L’Unità” di giovedì 1°ottobre. Avevo già avuto modo di valutare le tue considerazioni così come le avevi espresse a Scandicci a fine agosto, ed a Pollenzo, a conclusione del seminario internazionale sulle politiche alimentari. Mi sento di cuore di chiederti una cosa: non dire più che a sinistra e nel Partito democratico nessuno si occupa di nuove prospettive per il cibo e per l’agricoltura.

Te lo chiedo prima di tutto perché non è vero. Tu sai bene quanti amministratori locali in questi anni abbiano deciso di scommettere sulla qualità del cibo, sulla biodiversità, sui mercatali, sul recupero di produzioni dimenticate, sul pesce povero. Sai bene quante donne, in gran parte di sinistra, abbiano inventato progetti, creato associazioni per tenere assieme produttrici, ospitalità, ristorazione. Ci sono anche parlamentari, te lo assicuro. Io sono in Parlamento da poco più di un anno ed ho conosciuto colleghi e colleghe, e non sono pochi, che forse non partecipano a grandi appuntamenti di “Slowfood”, ma lavorano quotidianamente, in silenzio, studiando e impegnandosi. Lavorano sui temi della biodiversità, della difesa dell’ambiente, della valorizzazione delle fibre naturali, ecc. Certo c’è un problema: non siamo al governo del Paese, le cose che facciamo vengono ritenute del tutto inutili, e i media, non sembrano interessati a ciò che facciamo per l’agricoltura. Queste persone, inoltre, si sentono, ogni volta che tu fai queste affermazioni,  più isolati e demotivati a continuare nel loro lavoro.

Io credo che la politica, le leggi, le proposte, siano in genere frutto di più  intelligenze e di un lavoro collettivo, di più persone,  e non solo dei “big”. Occuparsi di agricoltura in questa fase non è considerata attività “politicamente rilevante”, ma lo facciamo in tanti ed  in tanti ci crediamo. Parliamo con gli agricoltori, con gli operatori del settore e forse qualche curiosità in più anche da parte tua e di “Slowfood” , aiuterebbe a porre l’attenzione si tante piccole tematiche per renderle meno piccole, e credo condivise. Ho molte critiche da avanzare alla sinistra, ed anche al mio partito. Di una cosa però sono sicura: non potrai mai trovare queste battaglie a destra, ne le troverai nelle scelte , come la battaglia sulle quote latte, del ministro Luca Zaia.

Come allora scuotere un po’ la politica, se vogliamo dare nuova centralità al cibo, se vogliamo provare a cambiare alcuni paradigmi dello sviluppo? (e io credo che il Pd debba percorrere queste strade, che oggi sono “le” strade) Intanto Martini e Realacci, che tu citi, ci sono, non sono fuori dal Pd, e svolgono un ruolo importante, ma da soli non bastano. Forse possiamo agire concretamente da un lato lanciando una sfida ai candidati alla segreteria nazionale del Pd Bersani, Franceschini e Marino a misurarsi su questi temi; dall’altro però, dobbiamo valorizzare i tanti contributi che, quotidianamente, arrivano da tutti coloro che hanno a cuore questi temi. Tu hai dato vita ad una straordinaria comunità, “Terra Madre” è oggi una realtà cui guarda il mondo intero, ma anche il Pd è una comunità, certo giovane, che attraversa mari  un po mossi, ma che sta tentando di ridefinire e rafforzare la sua identità.

Io vorrei che il cibo, la sovranità alimentare, lo sviluppo locale, i prezzi alimentari, il clima fossero tra i temi centrali dell’impegno del PD nel Paese, nei territori, e verso il mondo.  Forse insieme possiamo riuscirci. Ti saluto ricordandoti che il titolo della proposta di legge numero 2744 è “disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agricola e alimentare. L’ha depositata una parlamentare del Pd, ma è una “che non conta”.

Susanna Cenni, deputata del Pd e membro della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati

Leggi intervista di Carlo Petrini su Unità del 1 ottobre

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