Un atto positivo per il settore vinicolo e per la tutela di tutto il comparto. Dopo una positiva discussione, è stata finalmente approvata in Commissione Agricoltura una risoluzione frutto del testo presentato dal Pd ormai mesi fa, (dopo la partecipazione mia e del collega Fiorio, unici parlamentari italiani presenti, alla iniziativa promossa dai Senato francese a Parigi) sulla liberalizzazione dei diritti d’impianto, tesa ad avviare un serio lavoro congiunto del nostro paese con altri paesi vitivinicoli europei per attenuare i possibili effetti negativi che potrebbero emergere dall’attuazione della completa liberalizzazione dei diritti d’impianto. Il vino italiano è una grande fonte di ricchezza e di cultura per il nostro paese, un valido biglietto da visita nel panorama mondiale. Per preservare questa risorsa occorre continuare a puntare sulla qualità e su una moderna ed efficace gestione del mercato. I diritti d’impianto hanno costituito fino ad oggi un valido strumento per controllare e gestire le produzioni vitivinicole, contribuendo a stabilizzare i prezzi e contrastare le crisi di sovrapproduzione. I diritti d’impianto sono strumenti necessari per salvaguardare il comparto vitivinicolo italiano, sia per preservarne la qualità, sia perché nell’attuale periodo di crisi economica l’offerta del vino prevale sulla domanda e la produzione è superiore alla capacità di assorbimento. In questo contesto la liberalizzazione potrebbe davvero generare un danno. Non siamo i soli a pensarla così, anzi ci stiamo muovendo molto più lentamente di altri paesi europei. La Francia di Sarkozy ha già dimostrato di avere a cuore la questione e la volontà di salvaguardare il comparto vitivinicolo francese; lo stesso vale per la Germania, che si è pronunciata a favore dei diritti d’impianto. Con l’approvazione di questa risoluzione il Governo si è impegnato a trovare un punto di incontro tra gli orientamenti comunitari e la tutela del patrimonio vitivinicolo nazionale, continuando a incentivare gli investimenti dei giovani imprenditori. . C’è solo un “piccolo” problema, dopo due ministri “di passaggio” oggi siede al Mipaf un Ministro, il ministro Romano indagato e rinviato a giudizio, con capi di imputazione molto gravi, di cui noi chiediamo le dimissioni e nei cui confronti abbiamo presentato una mozione di sfiducia. Chi e con quale autorevolezza rappresenterà l’agricoltura italiana in Europa?
One thought on “Liberalizzazione dei diritti di impianto nel settore vinicolo passa all’unanimità la risoluzione a tutela, ma il Governo?”
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Il Partito Democratico è la più grande forza politica riformista del Paese!!! Ma di cosa stiamo parlando?
Continuo a non capire l’attinenza tra liberalizzazione e tutela della qualità dei prodotti! Continuando su questa strada la produzione Italiana passerà nel prossimo decennio da 43,38 milioni di ettolitri a 36,25 ( vedi testo pubblicato da Giuffrè Editore autore Francesco Maria Spano – L’economia delle imprese vitivinicole)! Allora io mi chiedo: ma stiamo cercando di tutelare la qualità del nostro prodotto, o stiamo cercando di tutelare qualcos’altro? Vorrei aggiungere soltanto che in un Mondo che tende alla globalizzazione la cernita dei prodotti viene fatta dal consumatore finale ( chiaramente inizialmente indotto da varie forme di marketing più o meno accattivanti) indi per cui se un prodotto risulta scadente verrà automaticamente epurato dal mercato o comunque si andrà a collocare in una fascia molto bassa ( a cui già appartengono anche etichette italiane).
AugurandoVi buon lavoro, porgo distinti saluti.
Cristian Laganà