…l’Italia s’è desta?

Non so se è un risveglio, ma quello che è avvenuto in queste settimane a me è piaciuto molto. In questi giorni Ilvo Diamanti ha svolto un’analisi in cui mi ritrovo completamente, ha parlato di vittoria della “mitezza”. Già perché questa volta, oltre a fare, con l’analisi del voto, ragionamenti sui numeri, sui flussi elettorali, sul peso delle astensioni, sui movimenti tra il primo turno ed i ballottaggi, consiglio vivamente di guardare in faccia novità importanti che hanno caratterizzato la campagna elettorale, il suo stile, i suoi protagonisti. Tra i protagonisti, visibili e riconoscibili a Milano, Cagliari, Napoli, in modo particolare, ma anche altrove, tanti giovani, tante donne; poi la mitezza (di cui appunto parla Diamanti), lo stile pacato di Pisapia, di Zadda, ma anche di candidati meno noti, meno televisivi, forse più uomini e donne di partito,ma persone perbene, disposti a dare il massimo per la propria città, per il “bene comune”, ed ancora campagne elettorali più sobrie, meno sfacciate, meno costose, e poi grande protagonista: la passione politica, si la passione, quel..crederci. Questo sentimento che sembrava estinto dentro una crisi della fiducia del cittadino medio verso la politica e le istituzioni. Un sentimento formidabile, un carburante potentissimo capace, lui si, di trasformare in oro quello che tocca. La passione l’abbiamo vista nelle magliette arancioni, o in quelle rosse e nella rete. L’abbiamo vista nelle piazze, nei concerti, nella capacità di trasformare le offese e le aggressioni verbali, in tormentoni ironici, nel porta a porta, negli strumenti più banali di contatto capillare così come sui social network. C’era paura, c’era scaramanzia, ma amici e colleghi milanesi e sardi me lo dicevano incrociando le dita: “possiamo farcela, c’è un clima che non respiravamo da tempo”. E ce l’abbiamo fatta. Ce l’abbiamo fatta con Pisapia, con Zadda, con Fassino, con tanti sindaci in gran parte sconosciuti ai media. Perché  gli elettori non avrebbero dovuto riconoscersi in queste persone? Forse perché poco propensi alle presenze televisive? Forse perché alcuni non erano campioni di preferenze, non controllavano pacchetti di tessere? E se fosse proprio per questo che hanno vinto, oggi, nel 2011? La differenza, dove la battaglia è stata più dura, l’ha fatta la gente comune che si è messa in gioco, e del  resto, cari amici, quei fiumi di studenti che hanno manifestato per mesi sui tetti e nelle strade, le donne del 13 febbraio, cosa hanno fatto se non mettersi in gioco? Bene, io credo che questa sia una grande, enorme lezione non solo per il centrodestra sconfitto, per il potere mediatico, per lo stile aggressivo ed arrogante di chi ancora pensa di poter decidere tutto in questo Paese, di chi invia nel circo televisivo la Santanchè o alti signori con il medesimo stile, ma anche per noi, per i nostri leader. A Milano alle primarie erano in campo tre candidati di primissimo piano (Pisapia, Onida, Boeri), ed è stato chiarissimo come il lavoro di squadra , anziché la solita autoflagellazione in salsa polemica, abbia pagato. A Napoli il Pd con le primarie ha dato il peggio del peggio di sé, ed è stato importante riconoscerlo e mettersi al lavoro per De Magistris. A Cagliari, il candidato che alle primarie si era misurato con Zadda era così sicuro della sua vittoria che è andato in vacanza senza nemmeno attendere i risultati (che hanno invece premiato un giovane Zadda). A Torino, Bologna, a Trieste, così come nella nostra Siena, in Toscana, hanno vinto e benissimo nostri autorevoli rappresentanti con una coalizione forte e convinta. Abbiamo riconquistato Comuni importanti, fermato giochi pericolosi travestiti da liste civiche. Anche il Pd è uscito bene da questo passaggio, ed io credo che anche la sobrietà del nostro segretario abbia pagato. Non ho mai creduto e continuo a non credere che al centrosinistra, per vincere, serva chissà quale capo carismatico, non ci serve un uomo solo al comando, ma una persona perbene, seria, con idee chiare, più capace di ascoltare e di proporre che di agitare tessere e di porgere alle telecamere il profilo migliore, e soprattutto ci serve un esercito di persone convinte che c’è una battaglia giusta da fare per ridare un domani a questo Paese così ferito che oggi, grazie ad un Presidente della Repubblica amato, e grazie a quanto è accaduto con il voto amministrativo, può tornare a credere in sé. La lezione è servita, adesso va raccolta e messa a frutto con intelligenza. Lavoriamo in questi ultimi giorni per i referendum ed i quattro SI. Lavoriamo per andare presto al voto. Lavoriamo per coltivare la passione delle giovani generazioni, quelle più colpite e più derubate dall’assenza di governo della crisi e di investimento sul futuro. Lavoriamo per riconoscere la straordinaria risorsa che le donne Italiane rappresentano. Possiamo farlo…forse il risveglio è davvero iniziato.

3 thoughts on “…l’Italia s’è desta?

  1. Gentile Susanna,

    sono d’accordo completamente, vorrei solo che il nostro Partito Democratico, anche grazie alla pacatezza di Bersani, facesse tesoro di questa vittoria elettorale, rinunciando a rincorrere premature alleanze, sia verso il centro che verso la sinistra.
    Il giorno dopo le elezioni scrivevo:

    Grazie ai disastri della maggioranza di centro destra oggi è possibile ricuperare alcuni errori di questi ultimi anni, proponendo subito al Paese un programma alternativo di governo, Prima delle elezioni del 2013 il Partito Democratico pensi a rafforzarsi, a darsi un’identità. Le altre forze politiche, da sinistra o dal centro, gli verranno incontro . Solo allora potranno essere decise le alleanze, in funzione delle affinità di programma e della consistenza nell’elettorato. Le elezioni amministrative di questo fine maggio 2011 sono un buon punto di partenza. Ora il Partito Democratico si affretti ad andare fra la gente con un suo programma di alternativa di governo, altrimenti cresceranno i contestatori della politica e i disimpegnati , delusi da tutti. Dopo potrebbe essere tardi per un dialogo.

    Cordiali saluti e buon lavoro

    Giorgio Visintini

  2. Si diceva un RISVEGLIO! si forse piccolo, ma un risveglio, un risveglio dal quel torpore indotto dalla propaganda, seguita quasi sempre dal nulla, dalla publicità della televisione dove è sempre tottu bello. Diquella televisione che troppo spesso ci inganna,forze più la stessa a cui dobbiamo pagare regolarmente il canone e che dovrebbe essere al servizio del cittadino.Il nostro partito dovrebbe a mio avviso, continuare e incentivare il coinvolgimento dei cittadini partendo dalle sedi locali, per permettergli di avere notizie certe e sopratutto di portare il loro contributo,in assenblee pubbliche molto più numerose di quanto non stato fatto fino ad ora, anche e sopratutto per risvegliare quel sentimento di unità un pò smarrito “per via di certa propaganda”, non solo per il prossimi referendum ma in molte altre cose : il rispetto dell’ambiente, l’inquinamento,l’energia,rifiuti,ecc.UN saluto

  3. Sono molto contenta e felice del bel risultato elettorale ottenuto dalla sinistra. Era ora che la coscienza degli Italiani si destasse! Ora bisogna continuare su questa strada cercando di essere uniti, attenti e concreti: opposizione dura e costruttiva. Ed ora permettetemi di dire una cosa: le coscienze degli italiani si sono risvegliate quando hanno visto scendere in piazza, in una domenica d’ inverno, tante DONNE pronte a difendere la propria dignità spesso calpestata. Domenica andiamo tutti a votare!

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