Lui si diverte… noi per niente

Mi sarebbe piaciuto parlare con voi in questa newsletter di quanto è avvenuto a Mirafiori, di quanto il dibattito tre le ragioni del ‘sì’ e quelle del ‘no’ al referendum e abbiano nascosto il tema vero di cui dovremmo discutere, e cioè di come un Paese in declino sia in grado di risalire mettendo in campo innovazione (non è il caso dei Suv di Mirafiori), di come ragionare nel 2011 di rappresentanza piena dei lavoratori nell’ambito di divisioni sindacali profonde, di come gestire la crisi occupazionale che a breve non è destinata a migliorare e che, lo conferma in questi giorni Bankitalia, rappresenta un enorme problema, soprattutto per le nuove generazioni di Italiani e di Italiane.
Mi sarebbe piaciuto dirvi la mia e sentire la vostra sullo stato di salute del Pd, sulla  necessità di produrre un collante vero e forte alla scommessa che abbiamo messo in campo tre anni or sono, della strana vocazione alla divisione presente nel Dna della sinistra: una vocazione ai distinguo, all’esercizio del tiro al piccione nei confronti del proprio leader, proprio mentre il centro destra ed il suo unico capo vivono la più grave crisi dalla loro nascita.
Mi sarebbe piaciuto raccontarvi dei passi avanti che la Fondazione Nilde Jotti sta compiendo dopo la sua nascita, degli appuntamenti che toccheranno anche Siena (il 25 febbraio), dell’interesse che la cosa sta suscitando in tante donne, in tante ragazze (ed anche in molti uomini).
Mi sarebbe piaciuto parlare della riflessione che il nostro segretario ha messo in campo, anche con la sua lettera al Messaggero di una settimana fa, chiamando le forze di opposizione e responsabili di questo Paese ad un Comune impegno per una rifondazione democratica di questo nostro Paese che si sta sgretolando giorno dopo giorno e precipitando verso il basso nell’economia, nella coesione sociale, nella tenuta civile, sociale, politica e democratica.
Purtroppo è nuovamente esploso un tema che riguarda lo stile di vita del nostro Premier, e stavolta la deflagrazione proviene dai magistrati milanesi. L’accusa è gravissima e, che si accerti o meno l’effettiva presenza di un reato compiuto da Berlusconi,  la vicenda e i personaggi coinvolti (Fede, Lele Mora, Minetti) ci costringono a fare i conti con uno spettacolo indegno per l’Italia, umiliante per il Paese di fronte al mondo. Le pagine di tutti i giornali italiani ed esteri da giorni pubblicano stralci delle intercettazioni, dichiarazioni di testimoni, foto di splendide giovani ragazze che hanno frequentato cene, feste e probabili dopocena, ma stavolta c’è anche un pesante e corposo fascicolo che la giunta per le autorizzazioni della Camera dei Deputati deve esaminare, c’è una convocazione del premier in tribunale, che quindi potrebbe tranquillamente fare chiarezza della vicenda recandosi, come ogni cittadino è tenuto a fare, davanti ai magistrati. Invece ancora una volta lui ha scelto un’altra strada: il messaggio televisivo, le dichiarazioni, gli avvocati, i difensori politici in tv, l’attacco ai magistrati, ai comunisti, ai giornali, addirittura alle tv. E ha detto che si sta divertendo davanti a questo spettacolo.
Martedì Dario Franceschini in aula, ad inizio lavori, ha chiesto al premier un sussulto di dignità:  “si dimetta e chiarisca”. Lo ha chiesto Bersani. Lo hanno fatto le donne del Pd, anche noi parlamentari con un nostro documento. Lo hanno fatto le altre opposizioni. La Lega invece, ancora nascosta dietro al lenzuolino sempre più sdrucito di un federalismo che purtroppo si preannuncia vuoto e peggiorativo per molte realtà locali, tace.
Io temo che il voto sia sempre più vicino, e temo che avverrà in un Paese che non ne può più, un Paese arrabbiato, un Paese lacerato. Noi vorremmo altro, ma certo non dobbiamo averne paura: abbiamo molte cose da dire e da ricordare agli Italiani, abbiamo un’idea di Paese ben diversa da quella che Berlusconi sta mostrando a noi e al mondo.

Lui si diverte? Noi francamente no, per niente. Se ne vada, lui e la sua corte di servitori, nani e ballerine. Se ne vada. Lo faccia con dignità, preparando una soluzione oppure chiedendo le urne, purché lasci quel ruolo che è  incapace di esercitare, lasci quel palazzo dal quale pensa di poter comprare qualsiasi cosa (parlamentari, calciatori, corpi femminili) e ci consenta di occuparci delle cose serie di cui questa Italia ha un infinito bisogno.

Susanna

Firma l’appello di Concita De Gregorio dell’Unità

5 thoughts on “Lui si diverte… noi per niente

  1. il problema è che non ci fate divertire nemmeno voi. E infatti le previsioni sono fosche: ancora Berlusconi nonostante tutto quello che succede. Eppure basterebbe poco, sarebbe sufficiente che i politici abbandonassero quel processo di appropriazione dello stato che è stato messo in atto, da tutti. Con l’occupazione della pubblica amministrazione (regioni, province, comuni, consorzi di bonifica, associazioni di comuni, comunità montane, ATO, aziende di stato, autorities) e con l’appropriazione di una larghissima fetta di risorse pubbliche che svenano chi paga le tasse. Se il PD si dichiarasse contro questa partitocrazia indegna, allora sì che farebbe un salto di qualità e verrebbe premiato dagli elettori. Invece la situazione dimostra che il PD non intende muoversi in questa direzione. Basta abitare in Toscana o in Umbria per vedere che i posti pubblici vengono tutti occupati dai politici attivi, dai trombati, dai riciclati. Nella sanità Umbra c’è una cricca politico-massonica nota a tutti coloro che operano in questo settore. In Toscana, il vortice degli incarichi è insostenibile: l’ex sindaco passa alla comunità montana (se non c’è va all’associazione dei comuni che furbescamente ha sostituito la comunità montana soppressa), quello che era alla comunità montana va alla provincia, quello che era alla provincia va alla regione, e poi va alla ATO e poi va alla bonifica. Un orrendo toubillon in cui si sposta il sedere, con eccellenti stipendi o indennità, da una poltrona ad un’altra. Senza ritegno, sempre gli stessi. Cambierete? non credo.
    Augusto
    PD di Cetona

  2. Piacerebbe anche a me approfondire quanto inquinati sono i sindacati dai giochi politici dei partiti e perchè non hanno la nobiltà di essere al genuino servizio della collettività.
    Mi meraviglio anche io del tiro al piccione nei confronti del leader del PD: le responsabilità non sono sue esclusive, ma è tutta la dirigenza del partito (dal nazionale al locale) che non è all’altezza della situazione e fa sperimentazione sulla pelle dei cittadini in nome di un fantomatico rinnovamento dispedendo buone e comprovate energie.

  3. Caro Augusto, alcune delle cose che tu dici sono piu che giuste. Costi della politica, ricambio della classe dirigente. Mi pare però ingiusto dire che il Pd non si sta muovendo in questa direzione. A dire il vero le uniche proposte che prevedono la riduzione del numero dei parlamentari, ed ilsuperamento del bicameralismo come oggi previsto sono quelle da noi presentate. Siamo noi che abbiamo chiesto la riduzione delle indennità. La Toscana è la Regione con le indennità più basse in Italia..ecc..Sono ancora troppo alte, bene, lavoriamo per rivederle, a patto che non si dimentichi, che adeguate indennità agli eletti sono state fondamentali per consentire a chiunque di essere eletto ed esercitare ilmandato amministrativo, altrimenti avremmo istituzioni piene di avvocati o liberi professionisti.
    Allora forse il problema è un altro, è la percezione dell’utilità del lavoro che si svolge nelle istituzioni, l’efficacia delle azioni che si fanno…e qui credo che invece si apra un ragionamento utile da fare…però attenzione, se partecipiamo anche noi ad un gioco teso al …tutti uguali..sarà difficile fare qualche passo avanti. Permettimi inoltre di dirti che non ovunque le indennità sono così …interessanti.
    Oggi facciamo fatica a trovare qualcuno che fa il sindaco, perchè sarà chiamato a prendere permessi, ad assentarsi dal suo posto di lavoro, e quasi piu nessuno è disponibile ad andare in aspettativa, perchè eccetto nei Comuni capoluogo..si sfiora appena lo stipendio che si prende nel proprio posto di lavoro. Grazie per la tua mail.

  4. Non credi che, vista la nostra vocazione a suicidarsi e che il PD appare sempre più una somma piuttosto che un’integrazione, sarebbe meglio chiarirci fino in fondo (intendo su quali sono i valori della nostra sinistra, cosa vogliamo e come intendiamo arrivarci) e, se è il caso, lasciare che le componenti si dividano (penso a Fioroni, Gentiloni,…) e ripartire con, ovviamente, obiettivi a lunga scadenza, ma che riavvicinino i delusi e li/ci ricompattino sull’approccio complessivo ai problemi di questo nostro povero Paese? Quanto può resistere Bersani (che io stimo moltissimo) in quest’opera di continua mediazione e aggiustamento: energie perse a combattere per l’unità interne del partito a scapito della necessità di contrastare questa deriva etica della politica nostrana? Eravamo in otto, ieri sera a casa mia, e su questi problemi siamo rimasti a confrontarci fino all’una e mezza.

  5. Insisto sull’argomento della spesa pubblica gonfiata ad uso della classe politica e amministrativa. Ho già chiarito altrove che non trovo giusto che chi fa politica, e spesso si sacrifica facendola con grande passione, versi una parte della propria retribuzione al partito. Mi sembra un secondo finanziamento ai partiti. Già uno basta e avanza. Spesso l’eccesso di finanziamento è origine di sprechi (mi piacerebbe mettere il naso nei bilanci e nei dettagli di spesa, ma penso che sia impossibile…). In ogni caso, ribadisco, il parlamentare non dovrebbe versare parte del proprio compenso, che pesa sul bilancio statale, al partito. Il problema del costo della politica non si risolve riducendo lo stipendio dei parlamentari. Si risolve cambiando radicalmente il sistema che ha portato i partiti, o meglio che ha permesso ai partiti di appropriarsi dello stato. I partiti sono proprietari della sanità, dell’amministrazione (statale, regionale, provinciale), degli organi indipendenti (autorities), delle aziende a partecipazione statale (Enel, Eni, FFSS, Fincantieri, ecc. la lista è lunghissima), delle aziende dei rifiuti, dei Consorzi di Bonifica. E mi fermo qui, l’elenco sarebbe infinito. L’assurdo è che pur essendone i proprietari, non ne sono in alcun modo azionisti per cui non rispondono o non soffrono delle perdite, che sono pari pari passate ai cittadini. Cittadini che, si dice, possono far valere la propria golden share ideale di azionista al voto. Balla colossale, buona per gli imbonitori che confidano nella fede o nella disperazione dell’elettore, che si tura il naso e bene o male un voto lo dà. E spera. Il fatto è che il povero elettore, noi, ha una unica opzione: o vota e in genere sceglie il proprio blocco, o finalmente si fa coraggio e non vota (non votare io lo considero un atto di coraggio, confinante con la disperazione). Questo perchè gli Italiani hanno capito che sono intrappolati e da questo “sistema dei partiti” non c’è via d’uscita, l’uno o l’altro saranno i proprietari dello stato. Ora l’uno, ora l’altro. Molti allora, disperati, dicono: tanto vale non votare. Era vero per pochi quando c’erano i blochhi ideologici, è vero per molti ora che i blocchi ideologici sono saltati. A dire il vero uno c’è ancora, ma si sta sfaldando, per conto proprio, il PD infatti latita in questo processo per mancanza di personalità dei nostri leaders.
    Per chiarire materialmente, in soldoni, quello che sto divcendo circa la proprietà dell stato da parte dei partiti, faccio un solo esempio, molto volgare: la retribuzione dei presidenti delle Autorities è di 535.000 euro l’anno, quella dei consiglieri 400.000 euro l’anno. Le Autorities sono stabilmente occupate da managers para-politici e da politici (Vegas è l’utimo esempio). Perchè stipendi così alti? Si noti che questi stipendi sono decisi dalla politica. Ora dagli uni, ora dagli altri. Ecco, questi stipendi altissimi sono l’evidenza del “sistema”. Nessuno dei due o tre poli ha la minima intenzione di abbassare questi stipendi perchè fanno parte del sistema. Pensiamo a Cimoli, un “bucaniere” che passava da una presidenza a un’altra con stipendi e liquidazioni da capogiro (e più cambiava e più liquidazioni incassava!). Cimoli era (è ancora?) parte del “sistema” dei partiti. Elio Catania, sapete dov’è adesso? Dopo aver fatto danni orribili alle FFSS è stato messo dalla Moratti a capo dell’ATM di Milano! Stipendio? Lasciamo perdere. La cosa importante e illuminante è che quest’uomo dal passato di bucaniere a prezzo altissimo, non è stato mandato a casa, ma è stato messo in un posto ad altissimo stipendio, dalla politica. Lucio Stanca, Bertolaso. Altri campioni dell’arroganza e del “sistema della politica” che ha occupato lo stato. Con le conseguenze che conosciamo.
    Cosa chiedo io ai nostri politici? una cosa semplice, denunciare a ogni piè sospinto tutto questo, perdendo l’appoggio del “sistema”, ma guadagnando l’appoggio della popolazione. Denunciare tutto questo anche dall’interno. Perchè anche il PD è parte del “sistema della politca”. Ve lo immaginate Bersani che fa una denuncia di questo sistema. Passeremmo dal misero 23% (se ce lo abbiamo ancora) al 40, 50%. La gente aspetta solo uno che rompa questo orrido “sistema”. E allora si potrà poi parlare di riforma. Quella vere, non quelle finte.

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