#Matteo corre veloce. Il tempo e la profondità

“Matteo corre veloce. Il DEF, il rinvio degli obiettivi con il pareggio di bilancio, il consiglio dei ministri che interviene sull’irpef e quindi su famiglie e redditi bassi.

Matteo  ha dato il via alla campagna elettorale da Torino,  dove in ballo c’è anche la Regione Piemonte. Matteo va sostenuto nella sua corsa, perché è la corsa di tutti noi ed è la corsa dell’Italia. Lo dico con sincerità, pur non avendolo sostenuto al congresso. Credo che ogni spirito di retroguardia, nostalgico, la ricerca forsennata di distinguo a prescindere non portino da nessuna parte. Il cambiamento è in atto. Ed è un cambiamento profondo che non deve fermarsi.

Il punto è, però, in quale direzione e quale cambiamento. E su questo credo ci sia da lavorare. Quale cambiamento nelle regole sul mercato del lavoro. Quale cambiamento nell’assetto istituzionale e costituzionale. Quale cambiamento in quello spazio che si colloca tra le istituzioni e i cittadini che rischia semplicemente di evaporare.

Vero, la concertazione per come l’abbiamo conosciuta va cambiata, ma se rinneghiamo il ruolo di ogni organizzazione di rappresentanza pensando di bypassare sempre e di parlare direttamente con “il popolo”, se  cancelliamo il ruolo dei partiti, pensando che i comitati elettorali siano cosa più che sufficiente, mi chiedo cosa accadrebbe il giorno in cui il Pd dovesse tornare a essere opposizione? Ed ancora, pensiamo davvero che la democrazia possa risolversi in un rapporto diretto tra governanti e governati? Ma se non ricostruiamo quella “terra di mezzo”, se non edifichiamo la modernizzazione del Paese – rompendo con le ritualità, l’eccessivo carico della burocrazia e le incrostazioni (oltre a enunciarli, cosa certo coraggiosa ed apprezzabile) – dove si progetteranno, dove si costruiranno i cambiamenti, solo negli uffici dei ministeri?

Matteo ha cambiato il ritmo, ed è lui a scandirlo. Siamo noi, una volta tanto, a essere inseguiti e non il contrario. Io però sento fortemente il bisogno di collocare, accanto al ritmo che ovviamente serve, oltre alla tempestività, una visione complessiva del futuro, della modernizzazione, e una comunità coesa e pensante. Un corpo vivo. Una comunità aperta e critica del tempo che viviamo.

E qui non basta il ritmo di Matteo Renzi. Vi faccio un esempio. In queste settimane le commissioni competenti stanno discutendo della proposta di legge sul consumo zero di suolo agricolo. Il ritmo fa dire a tutti che vogliamo consumo zero di suolo, ma senza la “profondità”, senza una comunità coesa  fatta di amministratori, di sensibilità, competenze e cittadini ci areneremo alla prima discussione sul primato del diritto di chi comunque ha acquistato una superficie “edificabile”. Ma la politica ha il compito di far evolvere le comunità, le città e lo stesso diritto, quindi di dare un peso diverso al concetto della terra e del suolo quale bene comune, e quindi anche di cambiare i codici.

Potrei farne altri di esempi, potrei far notare come i tribunali stiano generando più modernità di quanto non abbia fatto la politica sui diritti civili (la legge 40, il matrimonio tra coppie gay). Così come è un bel segnale quello di 5 donne capolista per le prossime elezioni europee, ma ciò non cancella l’errore pesante e colpevole della bocciatura della democrazia paritaria nella legge elettorale.

E ancora io considero sbagliata la scelta di un gruppo di senatori  del Pd di presentare una riforma del Senato diversa e alternativa, ma continuo a pensare che la legge elettorale vada migliorata. Tempo e profondità, modernità e cambiamento sono a mio parere facce diverse che dobbiamo tenere assieme per far crescere il Pd. Ecco, anche e soprattutto di questo si è discusso sabato 12 a Roma all’incontro convocato da Gianni Cuperlo.

Nessuna nostalgia, nessuno sguardo rivolto indietro. Gente, associazioni, circoli, pensiero, voglia di aprirsi a nuovi contesti di impegno politico e sociale per allargare la sinistra italiana.

C’è uno spazio enorme per la politica vera e buona. Ed è uno spazio che dobbiamo far vivere seriamente in queste settimane di campagna elettorale per i nostri Comuni e per le elezioni europee con un Pd forte, riconoscibile e vincente.

Saranno importantissime le europee, per la prima volta competiamo avendo con chiarezza un riferimento nella nostra casa europea (il PSE), e un candidato alla presidenza della commissione Europea  come Martin Shultz. Sarà un campo alto in cui competere e la gara sarà prima di tutto  contro un avversario che si sta abbeverando nel terreno della demagogia e della semplificazione e che in questi giorni ha sfiorato il tetto della pochezza e della violenza del linguaggio politico utilizzando le immagini della shoa.

Starà a noi occuparlo al meglio quello spazio. Avrà il volto indubbiamente del conduttore Matteo Renzi, oggi in sintonia con il Paese. Avrà quello dei nostri candidati e delle nostre candidate alle europee e alle amministrative. Ma non basteranno. E allora è utile che investiamo su tempo e profondità,  è utile che si attenui qualche tono perentorio di insofferenza verso la critica, è utile che si abbandonino nostalgie e produzione quotidiana di distinguo. Investiamo sul PD, con convinzione e con rispetto reciproco, parliamo con coraggio all’Italia che crede in noi e cerchiamo i tanti delusi, quelli impauriti (che sono tanti), e quelli sfiduciati con cui non parliamo da troppo tempo, verso i quali potremo avere parole sufficienti e convincenti, se siamo certo veloci, ma con una visione chiara del futuro”.

One thought on “#Matteo corre veloce. Il tempo e la profondità

  1. cara Susanna,
    condivido molto del tuo editoriale. Temo non sia solo questione di metodo (coniugare velocita’ e profondita’). Temo che la velocita’ serva a nascondere differenze di cultura politica anche molto profonde (la terra di mezzo e’ necessaria, a meno fino a quando non si inventa qualcosa di alternativo che non sia il rapporto diretto con il popolo).
    Detto questo, confido che qualcosa si muova nel paese epossa esserci una nuova stagione per la politica dove poter riprendere le fila di un discorso di sinistra magari declinato con parole e tempi nuovi.
    Un abbraccio
    Lucia Maffei
    Siena

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