In queste settimane abbiamo assistito alla pioggia di denunce dopo lo scandalo Weinstein, il produttore di Hollywood accusato di molestie. Da allora nel mondo del cinema, dello spettacolo, della politica c’è stato un effetto domino che ha visto crescere, giorno dopo giorno, l’elenco delle donne e anche di uomini, che hanno confessato e denunciato molestie e violenze avvenute sul lavoro.
Io credo che sia importante e che non c’è da stupirsi del fiume di voci, se vedi che una voce viene presa in considerazione ti fai coraggio, non ti senti sola, e parli anche tu. E trovo incredibili e offensive le parole che sono state usate contro Asia Argento.
Quello che vorrei però ricordare a tutti noi è che non scopriamo oggi il fenomeno e faremmo bene a non dimenticare che molestie e violenza hanno toccato tantissime donne.
Sono assai recenti i dati diffusi anni fa da Istat anche in Italia: una donna su tre ha subito violenza fisica e/o violenza sessuale dai 15 anni in su, percentuale che sale al 43% nei casi di violenza psicologica. Non si tratta di casi distanti da noi, ma di dati della società in cui viviamo. Oggi il 62,7 per cento dei casi gli stupri dichiarati sono stati commessi da partner, il 3,6 per cento da parenti e il 9,4 per cento da amici. Le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9 per cento) in famiglia. Numeri che nascondono storie e che raccontano persone. Donne che spesso non hanno denunciato semplicemente per paura. Paura di non farcela, paura di rappresaglie, paura di uscire dal contesto familiare e di trovarsi sole. Paura…
Ecco. Mentre sfogliamo riviste sui casi di Hollywood proviamo a riflettere un attimo su questi numeri, perché sono a casa nostra, nel nostro palazzo, nella nostra via, nella nostra città e ci sono molte cose che ognuno di noi può fare per tendere una mano, o semplicemente per non girare la testa altrove, pensando che quello che accade nel luogo di lavoro o nell’appartamento accanto al nostro non ci riguardi.