28 marzo 1944: un gruppo di fascisti, appoggiati da alcuni membri dell’esercito e della Compagnia Giovani, arrivano a casa Giubileo e la circondano intimando la resa. I partigiani presenti rispondono al fuoco, ma si rendono ben presto conto che i fascisti li superano di gran lunga in numero e armi e si arrendono in cambio della promessa di avere salva la vita. Alcuni di quei ragazzi tentano la fuga: due ci riescono, due vengono subito uccisi. Gli altri giovani partigiani vengono radunati fuori della casa e portati alla Porcareccia. I fascisti non mantengono la promessa: fanno togliere loro le scarpe e li trucidano, a colpi di mitragliatrice.
Sono passati 68 anni da quell’orribile episodio che ha segnato la Valdelsa e i ricordi e le emozioni sono ancora vivi per gli abitanti di questo territorio, che ha tramandato di generazione in generazione il racconto di una tragedia che non deve ripetersi MAI PIÚ.
Mai più è l’urlo, l’invocazione, l’impegno che esce dai nostri polmoni e dai nostri cuori di fronte a ogni lapide che nelle campagne, nei boschi della nostra terra ricorda una strage fascista, nazista (e sono tante come sappiamo).
Mai più è stata la reazione, silenziosa, ma esplosiva, che ho vissuto qualche mese fa nel viaggio ad Auschwitz. Un viaggio dell’anima, che credo utile e necessario per chiunque, al quale non si è mai abbastanza preparati, un viaggio che ho avuto l’onore di fare con le sorelle Andra e Tatiana Bucci, Nedo Fiano, Sami Modiano e Piero Terracina, sotto la guida dello storico della Shoah Marcello Pezzetti.
Mai più davanti ai cumuli di valigie, di scarpe, di occhiali..di capelli. Mai più davanti all’ingresso delle baracche e dei forni crematori. Ho ascoltato lì i loro racconti, la forza ed il dolore del loro vissuto. Mi sono chiesta dove avessero trovato la forza per rinnovare con generosità quel dolore davanti a noi, o davanti a tanti studenti, la serenità con la quale Piero Terracina mi ha mostrato il numero tatuato sul suo braccio.
C’è una forza straordinaria nella voce dei testimoni veri della storia del fascismo, delle persecuzioni razziali, della shoah, della resistenza, e c’è ancora un grande bisogno di raccontare il vissuto, il proprio punto di vista. Di chi ha fatto una scelta di campo, ma anche di chi, suo malgrado è diventato protagonista della storia.
Leggi il discorso integrale della commemorazione di Montemaggio di domenica 25 marzo.