«Non a qualsiasi costo». Con queste parole si è conclusa l’informativa alle Commissioni Finanze di Camera e Senato del Ministro Daniele Franco sul presente e il futuro del Monte dei Paschi. L’informativa del Ministro si era resa necessaria dopo l’annuncio ufficiale da parte di Unicredit di una trattativa riservata con il Mef proprio per l’acquisizione di MPS. La replica di Franco alla lunga serie di interventi (compreso qualche comizietto di chi ha confuso la Sala Mappamondo con un palchetto di campagna elettorale) racchiude quella frase, molto importante: «Non a qualsiasi costo».
Il tema Mps, come noto, è assai complesso e ricco di risvolti tecnici (oltre che politici). Soprattutto, riguarda la vita di tanti lavoratori e lavoratrici, di intere comunità, riguarda la storia del sistema bancario italiano, delle istituzioni senesi, toscane. Ecco perché è stato importante ascoltare – nelle parole di Franco – impegni sulla «massima tutela dell’occupazione», la «salvaguardia del marchio» della banca più antica del mondo, ritenuto un valore per il Paese intero, la promessa a «evitare il rischio smembramento». Il Ministro ha annunciato massima attenzione verso la città, la comunità, la Toscana, con iniziative adeguate e ha ribadito che «non si tratterà di una svendita di beni di stato».
Parole chiare, ripetute anche nello scambio a lato della sua informativa con i deputati rimasti. Parole che assumono un peso importante, ma che ci vedranno vigili attenti perché alle parole seguano i fatti. Per il Monte dei Paschi servono tempo, pazienza, capacità negoziale. Ma nessuna svendita, e nessuna intenzione di fare operazioni frettolose. E «non ad ogni costo».
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