Cinque anni fa si armavano di apriscatole entrando in gran numero in Parlamento. Volevano cambiare le regole, difendere l’ambiente, sfidare la corruzione. Oggi, in modo particolare dopo l’esito della tornata elettorale, si sono sottomessi ad ogni diktat del loro partner di Governo e hanno ingoiato lo “sblocca cantieri”. Un capolavoro dello “scardinamento” di tutte quelle regole che sono state negli anni adottati per evitare infiltrazioni nell’appetitoso affare degli appalti. Una sottomissione meritevole di studio psicologico quella del Movimento Cinque Stelle.
Così come, molto ci raccontano i gesti, le presenze e le assenze.
Martedì il Ministro Tria si è presentato alla Camera per informare l’Aula sull’iter avviato dalla Commissione Europea nei nostri confronti per deficit eccessivo. Tria era da solo nei banchi del Governo, grandi assenze tra i posti della Lega, gli interventi dei Gruppi Parlamentari di Lega e M5S dicono esattamente il contrario: si va avanti così.
Con la Lega che agita lo spettro (per i grillini) del voto a settembre, le ipotesi di rimpasto e un M5S sempre più disponibile e digerire qualsiasi cosa, comprese le nuove ipotesi che vedono indagini ed ipotesi di reato nei confronti di uomini a lei vicini.
Intanto è sempre più chiaro l’isolamento del nostro Paese mentre i grandi attori in Europa si incontrano e negoziano sulle cariche e sulle nomine nelle varie istituzioni Europee fortunatamente ancora garantite da un asse che vede le famiglie di socialisti, liberali e forze democratiche in grado di garantire una maggioranza e di determinare le Presidenze di consiglio europeo, commissione europea, Parlamento, Fondo Monetario.
Si è completato con i ballottaggi il voto amministrativo. Un voto che ha confermato un Pd capace di vincere dove si è fatto un grande lavoro di apertura e di costruzione di alleanze vaste di natura politica e sociale. Così Livorno e Colle di Val d’Elsa sono state riconquistate al campo di centrosinistra, con figure civiche capaci di aggregare. Così sono stati conservati i Comuni di Pontedera, Ponsacco, San Miniato.
Pesano le sconfitte di Piombino, Cortona, su cui c’è molto da ragionare su errori, sottovalutazioni, sulla frattura con fasce sociali fondamentali. Studieremo flussi, numeri e quant’altro serve a capire, ma è del tutto evidente che il percorso di risalita, di reinsediamento di rinnovamento del Pd è appena iniziato e c’è moltissimo da fare.
Nulla è scontato. Faremmo un errore clamoroso se pensassimo che i problemi sono tutti alle nostre spalle. Penso, in modo particolare, all’appuntamento che avremo tra un anno per il rinnovo del Consiglio e del Governo regionale. Sarebbe un suicidio pensare che la partita si gioca solo con un risiko o con primarie tra i nomi che sono in campo o sui giornali da mesi e mesi. Penso seriamente che serva altro. Penso che dovremmo dedicare tempo e intelligenze a un’immersione in profondità in questa nostra Toscana, all’ascolto di mondi, persone, temi. E che solo da questo lavoro di ascolto e di riscrittura di un orizzonte, di una visione capace di farci compiere un salto di qualità dovremmo far scaturire una proposta condivisa su programma e persone. L’autosufficienza va consegnata al passato e chiusa a doppia mandata in soffitta, in un forziere da aprire ogni tanto per rammentare gli errori.
Lo troverete nelle news, ma voglio scriverne anche qui. Mercoledì a Roma si è svolta una bella iniziativa promossa da un insieme di sigle che si occupano di sostenibilità in agricoltura (“Cambia la terra”). Si parlava di pesticidi, dei loro effetti su terra, persone, ma in particolare, si è parlato di un fermento in atto che sta generando un cambiamento dal basso costituito da Sindaci, soprattutto di piccoli Comuni. Sono tanti, anche in Toscana, che stanno mettendo al bando l’uso di pesticidi, glifosate, che stanno costruendo con cittadini, imprese, saperi, forme interessanti ed innovative di economia circolare. E sapete una cosa? sono per lo più Sindaci Pd e di centrosinistra.
Tra loro c’è il bravo Edoardo Prestanti, Sindaco di Carmignano. Ripartire dal basso, dalle piccole cose, o come Edoardo stesso ha detto, da una “Democrazia dei beni comuni”, è una delle strade utili a costruire governi locali vicini alla vita quotidiana, ai bisogni, alla salute delle persone. Ed e una cosa bella è necessaria in questo tempo.
Una cosa da fare.
Noi adesso siamo all’opposizione del Governo nazionale, cerchiamo di combattere ogni giorno in Parlamento, di emendare, di modificare cose pesantissime, spesso immodificabili. Ma la svolta vera ci sarà quando dalle piccole cose quotidiane sapremo far nascere un’opposizione grande e vasta nel Paese.
Magari, da non frequentatrice di talk show, mi sbaglio. Ma dovremmo concentrarci meno su quegli spazi in cui sempre di più si confrontano solo le capacità di semplificazione dei messaggi, e molto di più su altro: le vite delle persone, la tutela dell’ambiente, le aspirazioni dei ragazzi e delle ragazze a formarsi, studiare, lavorare, fare impresa, i diritti fondamentali a un reddito dignitoso, a pari opportunità per uomini e donne, a una casa, alla felicità, uno sviluppo ed una crescita innovativa e sostenibile.
Forse su tutto questo troveremo anche nuove generazioni che hanno voglia di impegnarsi in politica.
Forse è concentrandoci su tutto questo che, voto anticipato o meno, saremo più pronti ad essere un’alternativa credibile e grande.
“Forse”…non è certo una parola che evoca certezze. Ma questo è un tempo di grandi cambiamenti e la cosa più utile che possiamo fare è proprio ragionare sui dubbi, sulle incertezze e costruire vie di uscita. Le troppe certezze ci hanno già fatto pagare prezzi pesanti.
Oggi ci servono pazienza e determinazione…e la capacità di non perdere la strada intrapresa da Nicola Zingaretti, da tanti gruppi dirigenti locali, e da bravi e brave candidati Sindaco oggi alla guida di molte comunità.
Adelante.