#NonunadiMeno: 25 novembre la giornata internazionale per dire basta alla violenza

 

Venerdì 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Saranno tanti gli eventi in programma nel nostro Paese per sensibilizzare uomini e donne al rispetto tra persone, alla parità di genere e al rifiuto di ogni forma di violenza, fisica e psicologica. La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne fu istituita dall’Onu nel 1999 per ricordare un brutale femminicidio avvenuto nel 1960, quando tre delle quattro sorelle Mirabal (Patria Mercedes, María Argentina Minerva, Antonia María Teresa e Bélgica Adela), ispiratrici del movimento democratico 14 giugno in Repubblica Dominicana, furono brutalmente torturare e uccise dal dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Una data simbolica per ricordare a tutti che è fondamentale combattere insieme questa battaglia. Mi auguro che nelle piazze, come alla manifestazione in programma sabato 26 novembre a Roma, siano presenti soprattutto gli uomini. Purtroppo a oggi solo in Italia quasi 100 le donne sono state uccise dai loro mariti, compagni o ex o più in generale dagli uomini. Come riporta l’Onu il 35% delle donne nel mondo ha subìto una violenza fisica o sessuale, dal partner o da un’altra persona, e per quanto riguarda il nostro Paese, secondo i dati Istat di giugno 2015, 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale. In questa legislatura sono stati fatti interventi importanti, come la ratifica della Convenzione di Istanbul, con cui si afferma che la violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani e non più una cosa privata, dentro le mura domestiche. Abbiamo approvato il decreto contro il femminicidio e la violenza sulle donne, inasprendo le pene e introducendo misure di prevenzione. Interventi legislativi, repressione e carcere non bastano. La vera risposta è una rivoluzione culturale, che parta dalle scuole, per far crescere la cultura del rispetto della libertà delle donne. Serve l’educazione e occorre combattere gli stereotipi, insegnare l’educazione alla relazione, al rispetto delle libertà, della dignità delle donne e del rapporto affettivo. Dobbiamo lavorare tutti insieme, uomini e donne, per promuovere la cultura della parità di genere, educare i figli al rispetto del corpo delle donne. Io vi aspetto a Roma per dire basta alla violenza sulla donne e per affermare ciò che Susana Chàvez, poeta messicana e attivista per i diritti umani, raccontano dicesse spesso: “Ni una mujer menos, ni una muerta mas” “Non una donna in meno, non una morta in più”.

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