Nubi nere sul Paese

Luci fosche, vento e freddo. No, non mi riferisco all’improvviso calo delle temperature, all’arrivo di un gelido autunno. Parlo delle sensazioni che mi restituisce il clima politico di queste settimane nel nostro Paese. Le ultime giornate sono state dense di accadimenti, a partire dalla sentenza sul “Lodo Alfano”, definito illegittimo perché viola ben due norme della nostra Carta costituzionale. La bocciatura del Lodo ha innescato una serie di reazioni irresponsabili da parte del Premier, a partire dall’attacco al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non sono mancate le minacce di “sollevazione” popolare di alcuni leader leghisti, né Berlusconi è riuscito a trattenersi dall’offendere una donna, Rosy Bindi, vice presidente della Camera dei Deputati, durante la diretta di Porta a Porta dedicata alla sentenza della Corte Costituzionale.

Non è finita qui: negli ultimi giorni abbiamo assisto, nell’ordine, anche all’affondo della legge contro l’omofobia alla Camera, al linciaggio mediatico (su commissione?) contro il giudice Mesiano, ai continui proclami del Premier in cui minaccia di riformare, a colpi di maggioranza, la Costituzione, il Csm e le carriere dei magistrati. Un’ossessione, quella di riformare il sistema della giustizia che, fondamentalmente, mina a ridurre l’indipendenza dei giudici. L’attenzione è alta, tanto che domenica l’Associazione nazionale magistrati ha proclamato lo stato di agitazione che potrebbe portare, nelle prossime settimane, anche allo sciopero.

Intanto, da Catania, un’inchiesta sulla voragine di bilancio della città fa emergere ipotesi inquietanti sull’utilizzo dei fondi governativi stanziati per ripianare il deficit del Comune. l’Unità lunedì ha aperto con un titolo, “Un favore personale”, che dà, purtroppo, l’idea di come vanno molte cose in questo Paese. Manca il rispetto delle regole, manca la coerenza politica. Dopo le affermazioni del Ministro Tremonti, che lunedì ha parlato del posto fisso come la base per la stabilità sociale, il centrodestra alla Camera ha tentato, nella seduta di martedì, di far passare un decreto sui precari della scuola: parliamo di trecentomila insegnanti senza certezze per il loro futuro. Il presidente della Camera di turno ha tentato, viste le assenze su banchi della maggioranza, di forzare le regole, prendendo tempo a votazione già aperta. L’esame del provvedimento è tornato in Commissione, ma è difficile escludere che il governo, alla fine, non scelga di blindare il decreto con la fiducia. Tutto questo è avvenuto in poco più di una settimana e non escludo che, nel momento in cui leggerete queste mie riflessioni, si sia aggiunto qualche altro tassello alla spirale regressiva in cui stiamo vivendo.

Luci fosche, vento e freddo. E’ esagerato parlare di democrazia e Costituzione a rischio? Forse. Certo è che un clima così aspro, i toni pesanti di queste giornate buie, il tentativo di imporre l’interesse personale sopra quello collettivo, desta preoccupazioni più che legittime. E il Paese? cosa fa di fronte a tutto questo? C’è una parte d’Italia che reagisce, lo ha fatto sulla libertà di informazione, lo ha fatto sui diritti civili, lo ha fatto contro il cosiddetto decreto sicurezza, nonostante il silenzio dei grandi media. Ma c’è ancora tanta assuefazione, oppure il prevalere del vivere in silenzio il proprio disagio. C’è qualcosa di pericoloso che si è smarrito nel Paese. Forse quel senso di appartenenza ad una comunità civile e democratica, consapevole del rispetto verso lo Stato, le istituzioni, le differenze, verso l’altro. Quel senso dobbiamo ritrovarlo e farlo tornare a governare la nostra convivenza.

Anche per tutto questo è importante che alle primarie del 25 ottobre partecipino tante donne e tanti uomini. Con tutti i nostri limiti, gli errori di percorso, le complicazioni dello statuto, noi, il Pd, possiamo ancora rappresentare l’ancora, il punto dal quale far ripartire una speranza per cambiare l’Italia. Siamo il più grande partito di opposizione, la nostra forza è importante per il funzionamento stesso della democrazia nel Paese.

Io voterò Bersani, ma chiunque vincerà, il 26 ottobre avremo un nuovo leader e ripartiremo più forti e più uniti. Andiamo e facciamo andare a votare amici, vicini. Essere in tanti sarà importante non solo per il futuro segretario del Pd, ma anche per il Paese, per far tornare un po’ di luce che ci consenta di guardare avanti e camminare in direzione di un’Italia che crede in sé stessa.

Spazziamo via queste nubi e questo freddo, non rassegniamoci al buio di questi giorni.

Susanna Cenni


VI SEGNALO:


One thought on “Nubi nere sul Paese

  1. Di politica ne so parlare ben poco, l’ho sempre seguita con moderazione, però, questo tuo articolo che mi fa venire brividi proprio come i primi freddi della stagione invernale, mi fa porgere un quesito:- Ma anche il famigerato Scudo Fiscale non è un’altra violazione alla Costituzione? Se si permette, a persone fuori legge, di pagare tasse per soldi da molti lustri esportati all’estero, solamente una tassa del 5%, si crea una evidente disparità di trattamenti con i lavoratori a reddito fisso, dove per pochi euro si pagano tasse oltre il 30%, quindi non tutti i cittadini sono uguali per lo Stato, alcuni sono più uguali. Vuoi aggiungere altro ? L’abolizione dell’Irap, le enormi elusioni che sono permesse ha chi è titolare di Partita Iva… e chi è a reddito fisso? A chi è a stipendio fisso ai pensionati, cosa fanno togliere? Forse lo stipendio e la pensione….

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