AC 5312
ORDINE DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame introduce misure specifiche per rivitalizzare i settori ed i distretti industriali in crisi, anche attraverso l’incentivazione della ricerca e dell’innovazione applicata alla produzione. In particolare con l’articolo 23 che riordina gli strumenti esistenti per l’incentivazione delle attività imprenditoriali; con l’articolo 27 che prevede che in caso di situazioni di crisi industriali complesse possano essere attivati i progetti di riconversione e riqualificazione; con l’articolo 60 che ridefinisce le tipologie, gli strumenti di intervento nonché i soggetti ammessi ai contributi per la ricerca scientifica e tecnologica; con l’articolo 41 che razionalizza l’organizzazione dell’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione dell’imprese italiane, e dell’ENIT – Agenzia nazionale per il turismo all’estero; con l’articolo 42 che riordina, semplificandola, la procedura per l’elargizione di agevolazioni finanziarie per favorire l’internazionalizzazione delle imprese e rivede l’ordinamento e l’attività dei consorzi a tal fine costituiti;
il settore della camperistica (che genera in Italia oltre 600 milioni di euro di fatturato, di cui il 58 per cento destinato all’export, con oltre 7.000 dipendenti, 4.000 diretti e oltre 3.000 indiretti) rappresenta oggi, dopo oltre due decenni di ininterrotta crescita di mercato, un comparto nazionale in crisi;
secondo i dati del primo “Rapporto nazionale sul Turismo en plein air in camper e in caravan 2012”, la domanda di veicoli nuovi ha subito nel 2011 in Italia una diminuzione del 6,9 per cento rispetto al 2010. Nel 2011 sono stati venduti 8.709 veicoli, di cui 7.010 camper ( – 7,2 per cento) e 1.699 caravan ( – 5,7 caravan). Tra il 2006 ed il 2011 si è inoltre passati da circa 14.400 a circa 7mila immatricolazioni annue di camper e caravan;
nella zona della Valdelsa, (tra le provincie di Siena e di Firenze) è presente un distretto industriale della camperistica dove viene attualmente realizzato oltre l’80 per cento della produzione nazionale del comparto (nello specifico nei comuni di Barberino Val d’Elsa, Casole d’Elsa, Colle Val d’Elsa, Monteriggioni, Poggibonsi, San Casciano Val di Pesa, San Gimignano, Tavarnelle Val di Pesa);
sono qui presenti alcune delle aziende leader del settore a livello nazionale ed internazionale che, per le ragioni appena citate, hanno dovuto affrontare una forte riorganizzazione con conseguenti crisi occupazionale, un ricorso alla cassa integrazione e una forte riduzione del personale;
dal 2007 ad oggi, dai dati resi noti dalle amministrazioni locali e dalle associazioni dei produttori, a fronte di un crollo delle immatricolazioni in Italia che supera il 50 per cento e di una diminuzione dei volumi prodotto nell’ordine leggermente inferiore del 40 per cento, l’occupazione del distretto della Valdelsa, riferita soltanto alle aziende produttrici e non alle imprese totali della filiera, è scesa di 400 unità (da 1700 a 1300 addetti). Negli ultimi 5 anni il valore della produzione da 7 a 6 e del numero dei veicoli prodotti da 20mila a 12mila;
nel primo quadrimestre del 2012 si è verificata una nuova e più forte contrazione della domanda e del volume produttivo. Secondo “Apc” Associazione Produttori Caravan e Camper) la produzione del periodo è stata di 3.676 camper rispetto a 4.847 dell’analogo periodo dell’anno 2011, con un calo del 24,2 per cento. Secondo alcune stime, se questa situazione dovesse perdurare fino alla fine dell’anno, la quota di immatricolazioni in Italia potrebbe attestarsi a poco più di 5.000 camper rispetto ai 7.010 del 2011;
in questi anni la Regione Toscana e le istituzioni locali hanno seguito con attenzione lo sviluppo e le problematiche del settore della camperistica riconoscendone potenzialità e peculiarità e cercando di intervenire tempestivamente con politiche adeguate in grado di supportare soprattutto azioni tese ad accrescere la qualità del prodotto, la ricerca e l’innovazione, nonché la infrastrutturazione logistica sul territorio;
si ricorda nello specifico che nel luglio 2007 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa fra Regione Toscana, la Provincia di Siena, la Provincia di Firenze, i Comuni dei territori interessati, le associazioni imprenditoriali e sindacali per la riqualificazione della zona produttiva locale e la nascita di una filiera strutturata del camper anche attraverso finanziamenti in settori strategici di intervento come le infrastrutture, la logistica, la ricerca e la formazione;
le imprese presenti nel territorio hanno già attivato progetti di innovazione e di ricerca, anche cofinanziati con bando della Regione Toscana che coinvolgono l’intera filiera ed i principali dipartimenti universitari dei tre atenei toscani (Pisa, Siena e Firenze dimostrando la volontà dei gruppi italiani ed europei di mantenere, e pertanto l’opportunità di concentrare, in questa area il cuore e l’eccellenza della camperistica italiana, con l’intervento di rendere più competitiva l’offerta nazionale;
il mercato della camperistica risente non solo della crisi generalizzata economica e dei consumi, ma anche di una carenza di politiche fiscali ed infrastrutturali a sostegno del settore. La tassazione sui veicoli costituisce infatti la quinta voce di gettito erariale governativo e manca sul territorio italiano, a differenza di altri paesi europei, una efficace e moderna rete di strutture atte alla fruibilità del turismo all’aria aperta;
all’industria del camper si devono importanti effetti indiretti sull’indotto turistico del nostro paese: nel 2010 infatti sono stati circa 2,6 milioni i turisti stranieri che hanno fatto una vacanza “en plein air” in Italia (dati dell’Osservatorio della Banca d’Italia), per un totale di 12 milioni di notti ed una spesa complessiva di 1,2 miliardi di euro. I turisti italiani che viaggiano nel nostro paese in camper invece sono 3 milioni, per una spesa complessiva di circa 1,4 miliardi di euro. Il turismo “en plein air”, secondo i dati Istat, rappresenta circa il 6 per cento del movimento turistico straniero in Italia;
questa mancanza di politiche, rispetto alle altre nazioni europee, è testimoniata soprattutto dai dati: se in Italia dal 2006 al 2011 si è passati, per le immatricolazioni di nuovi camper, da 14.400 a poco più di 7.000 unità, nello stesso lasso temporale in Francia si è passati da 20.200 a 19.300, mentre in Germania da 18.400 a 21.700;
alla luce di quanto esposto emerge quindi l’opportunità e l’utilità di un formale riconoscimento di questa filiera industriale della Valdelsa quale “distretto italiano della camperistica”. In tale territorio è infatti concentrato oltre l’80 per cento della produzione italiana; qui si stanno già svolgendo importanti ricerche e potrebbe meglio caratterizzarsi uno spazio pubblico e privato di ricerca ed innovazione del prodotto, utilissimo a far camminare ulteriormente camperistica, per tutelare i siti produttivi ed i livelli occupazionali, per far crescere fatturato, produzione e capacità di competere sul mercato;
si è insediato in Valdelsa un tavolo di lavoro, a cui partecipano Regione Toscana, la Provincia di Siena, la Provincia di Firenze, i Comuni dei territori interessati e l’Associazione Produttori Caravan e Camper (Apc), le imprese, le organizzazioni sindacali che sta ulteriormente lavorando per affinare il funzionamento del Distretto e per chiedere al Ministero dello Sviluppo economico il riconoscimento formale a questo ambito di “distretto nazionale del camper”;
Impegna il governo:
a valutare l’opportunità, nel rispetto delle competenze regionali, di supportare le azioni promosse da Regione Toscana, Provincia di Siena, Provincia di Firenze, Comuni della Valdelsa, tese al consolidamento della filiera camperistica a partire dall’aggiornamento dei contenuti del Protocollo di Intesa del 2007, richiamato in premessa;
a supportare ed accompagnare, per le ragioni e per i dati sopra esposti, il percorso di riconoscimento del distretto della Valdelsa quale « Distretto nazionale del camper italiano »; ad accogliere le proposte elaborate dal tavolo di lavoro, citato in premessa, da istituzioni ed imprese ed approfondire ulteriori ambiti di intervento utili al rafforzamento competitivo del settore individuando le risorse attivabili già nel presente provvedimento.
Cenni
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