C’è troppo silenzio di fronte ad una vicenda molto grave che è avvenuta in Friuli (a Fanna, in provincia di Pordenone) e che rischia di rappresentare un precedente pericoloso per la nostra agricoltura: la minaccia di alcuni mesi fa, a quanto pare poi concretizzatasi, della semina di mais geneticamente modificato. In base ad alcune denunce anonime la semina sarebbe in effetti avvenuta, ed il problema è che il mais è ora nella fase di fioritura, per cui è possibile la contaminazione genetica delle colture circostanti. Una semina avvenuta illegalmente e in modo provocatorio, nei cui confronti stiamo assistendo alla totale immobilità delle istituzioni locali e nazionali.
Eppure qualcuno ricorderà i proclami del precedente ministro Zaia e dei ministri leghisti! La vicenda è grave perchè può rappresentare un pericoloso precedente di inquinamento genetico nel nostro Paese, proprio in una fase in cui l’Ue di fatto consegna nelle mani degli Stati membri la scelta in materia di coltivazioni transgeniche.
Assordante è il silenzio del Governo, sia nella persona di Galan che dei ministri Maroni e Fazio, che ad oggi non hanno risposto a nessuna delle mie interrogazioni (il 28 giugno scorso a Galan, due settimane fa a Maroni e Fazio). Intanto si susseguono presidi e sit in degli agricoltori nella zona. E la Lega Nord, così sensibile al tema, dove è finità? Il tema è complesso, lo sappiamo bene, ma gli atti unilaterali e dimostrativi servono solo ad aggravare il tenore dello scontro e a non farci compiere passi in avanti.
Rilevantissimo è stato invece il contributo scientifico emerso dal convegno del 20 luglio scorso all’ara Pacis, a Roma, utile a comprendere i rischi che le scorciatoie, senza gli adeguati approfondimenti, possono farci correre in questa materia.