Non c’è tregua sul fronte ogm. Sembra infatti che il Governo intenderebbe esercitare una sorta di ‘potere sostitutivo’ nei confronti delle Regioni, cui compete decidere se adottare le linee guida sulla coesistenza fra colture tradizionali e ogm. Su questo le Regioni più volte si sono espresse con chiarezza e unanimemente, al di là dei diversi schieramenti politici, dicendo ‘no’ alla coltivazione di semi ogm sul territorio italiano e chiedendo al ministro dell’agricoltura, Giancarlo Galan, di attivarsi in Europa per chiedere l’applicazione della clausola di salvaguardia. Per questo nei giorni scorsi ho depositato in commissione agricoltura alla Camera una nuova interrogazione, a risposta immediata, per fare chiarezza sui comportamenti che il Governo intende adottare su un tema tanto importante quanto delicato. Qualche giorno fa il ministero dell’agricoltura ha inviato una circolare alla Presidenza del Consiglio e alla Conferenza Stato-Regioni, nella quale segnala come la Commissione europea abbia invitato i singoli Stati ad adottare quanto prima le regole per la coesistenza delle coltivazioni tradizionali e biologiche con quelle geneticamente modificate.
Ricordiamo al ministro che si tratta di una facoltà, e che l’orientamento comunitario riconosce ai singoli Stati la libertà di regolamentare, limitare e anche vietare l’utilizzo di organismi geneticamente modificati, sia per ragioni legate ai rischi di contaminazione accidentale delle colture, sia per tutelare produzioni agricole di qualità. Nella circolare ministeriale si parla appunto di esercizio del potere sostitutivo dello Stato nei confronti delle Regioni, per superare lo stallo che da mesi vede contrapposto il ministro da una parte e i governatori dall’altra, senza distinzione fra centrodestra e centrosinistra. Un’ipotesi, quella dell’esercizio del potere sostitutivo, che sarebbe grave perché ancora una volta scavalcherebbe la competenza delle Regioni, ribadita anche dalla Corte costituzionale, su una materia sulla quale è opportuno invece cercare la più ampia condivisione possibile. Il ministro sa bene che molte Regioni italiane hanno predisposto o stanno predisponendo atti e normative per dichiarare i loro territorio ‘liberi da ogm’. Così come la stragrande maggioranza delle associazioni agricole, della pesca, dei consumatori e delle associazioni ambientaliste ha in più occasioni rappresentato la contrarietà agli ogm di grandissima parte dei cittadini italiani. Il ministro non può pensare di rappresentare a Bruxelles i propri convincimenti personali piuttosto che la volontà del Paese, che ad oggi vede un chiaro orientamento contrario all’utilizzo di ogm. Ogni atto che vada in altra direzione sarebbe mera e inutile arroganza, dannosa per la nostra agricoltura.
Se il governo è sicuro che gli ogm (come il nucleare) non provocano danni alla salute, che problemi c’è intanto le sperimentano personalmente loro e tutti quelli favorevoli, poi tra 50 anni (tanto per essere sicuri) si vede l’effetto che fà.
…caro Riccardo, se gli effetti fossero perimetrabili in effetti si potrebbe anche fare…ma i danni non sono circoscrivibili…sigh!