La legge Comunitaria è un provvedimento che periodicamente il Parlamento assume per omogeneizzare la propria normativa nazionale con le direttive e le norme della Comunità Europea. Sappiamo che i procedimenti di infrazione che riguardano il nostro Paese per mancato recepimento o aperta violazione delle direttive comunitarie sono purtroppo numerose e che, in buona parte, riguardano la caccia ed il mancato recepimento della cosiddetta direttiva Uccelli (79/409), che tende ad escludere completamente la caccia durante i periodi di riproduzione.
Alla luce di questa realtà sono state formulate con l’art 16 della Legge Comunitaria, alcune proposte di modifica alla legge 157/92 tese a garantire tali esigenze, anche alla luce del recente ricorso della Commissione Europea alla Corte di Giustizia (22 dicembre 2008). Purtroppo nell’articolo 16 c’è anche una “perla”, passata senza alcun clamore grazie all’emendamento presentato in aula dei senatori Pdl Carrara e Vetrella, dall’aspetto apparentemente innocuo (“i termini devono comunque garantire il rispetto della direttiva 7/409/CEE”). In realtà, questo emendamento abroga un comma importantissimo dell’articolo 18 della legge 157/92, e cioè i limiti temporali compresi tra il 1 settembre ed il 31 gennaio per il calendario venatorio, limiti entro i quali le Regioni possono deliberare pre-aperture e deroghe (autorizzate dall’Infs, oggi ISPRA).
Forse gli aspiranti “orsi” (nel senso del Senatore che ha firmato il Ddl sulla caccia oggi all’esame della Commissione ambiente del Senato), avranno pensato ad un bel colpo di furbizia a favore del mondo venatorio, ma è bene dire che non sarebbe comunque così, anzi è bene sapere che lo penalizzerebbe pesantemente. Va infatti ricordato che quel limite temporale è stato il risultato del lungo lavoro parlamentare, e non solo, che ha portato alla legge 157 del 1992, la nostra legge nazionale per la protezione della fauna ed il prelievo venatorio, una legge avanzata, importante.
Quello compreso tra il 1 settembre ed il 31 gennaio è il limite oggi riconosciuto e rispettato da tutti, associazioni ambientaliste comprese, per il prelievo venatorio. Mi pare evidente che se quella mediazione scompare, si favorirà su un tappeto rosso l’ingresso in materia di caccia prima di tutto del.. caos. Già oggi deroghe operate da molte Regioni sono oggetto di ricorsi e sentenze dei vari Tar, immaginate cosa si apre con una ipotesi del genere, inoltre, scomparendo tale riferimento??!!
Inoltre, come si può pensare che abbia una logica la rimozione di uno dei pochi punti fermi di carattere nazionale? calendari e periodi del tutto diversi a seconda delle Regioni e magari della loro appartenenza politica? appunto il caos. Ma il caos è la filosofia di fondo individuabile in tutto la proposta del senatore Orsi: porto d’armi ai sedicenni, liberalizzazione totale, ritorno di fatto ad una caccia per censo, rimozione totale di quel sano principio di collegamento tra il cacciatore ed il territorio sancito dalla 157.
Vengo da una Regione in cui la caccia è tradizione, legame con la ruralità, convivialità, e comprendo bene che a prima vista alcuni dei contenuti di quella proposta potrebbero apparire liberatori per chi va a caccia, ma non è affatto così.
La 157 rappresenta un risultato importante, frutto di culture diverse che si sono confrontate con coraggio abbandonando rigidità e provando ad ascoltarsi reciprocamente. Da quel momento il nostro Paese ha fatto un scelta che è l’unica scelta praticabile guardando al futuro: la pratica venatoria responsabile, la programmazione venatoria quelle che tiene assieme la garanzia circa la riproduzione corretta della fauna ed il prelievo venatorio. Quel dialogo ha isolato le posizioni e gli eccessi delle frange esasperate del mondo venatorio e quelle fondamentaliste del mondo animalista: questo è stato il più grande risultato di quella fase politica e culturale!!
E’ altrettanto chiaro che la validità delle norme si verifica attraverso il loro funzionamento, e il tempo ci ha detto e ci sta dicendo che alcune cose funzionano ed altre meno, che in Italia l’applicazione della legge è avvenuta a macchia di leopardo, ma questo non può voler dire..stravolgimento della legge.
Il Pd ha in più di un’occasione espresso la propria posizione in merito:
• Difesa degli assi portanti della legge 157/92;
• Richiesta della relazione sullo stato di attuazione della legge come previsto dall’art.35;
• Norme ad hoc sul vero problema emergenziale, la crescita esponenziale degli ungulati e i danni procurati ad agricoltura e biodiversità;
• Attivazione di tavoli tra mondo venatorio, agricolo ed ambientalista per l’esame degli eventuali aggiornamenti della legge (tavolo già nato e che ha già detto no all’ipotesi Orsi e che ha invece elaborato proposte serie di aggiornamento alle quali guardiamo con interesse);
• Aggiornamento della relazione tra Stato e Regioni, tra programmazione, decisioni politiche e competenze scientifiche.
Lo sappiamo bene anche noi, il voto dei cacciatori è un voto che fa gola, e ad ogni appuntamento con le urne qualcuno parte in fuga per dimostrare di essere più vicino ai cacciatori dei cacciatori stessi..e a giugno si vota. Quello che forse si dimentica è che una forza politica seria, ha il compito di parlare ad un Paese e ai suoi cittadini, tutti. In questo nostro Paese la maggioranza dei cacciatori va a caccia con responsabilità e con rispetto del territorio, e quella maggioranza è garantita dalla legge 157. Rimettere in discussione quel buon compromesso significa schierarsi contro la caccia responsabile, forse per amore di qualche frangia e qualche migliaio di voti di fronte alle Europee, forse guadagnando qualche foto e qualche secondo di popolarità su vari blog di settore, ma indubbiamente contro il sentire assolutamente maggioritario del Paese che rischia di maturare una vera e propria intolleranza nei confronti degli eccessi, e di non distinguere più tra caccia responsabile ed esasperazione venatoria.
Per queste ragioni ci batteremo anche sulla Comunitaria (abbiamo già presentato un emendamento soppressivo) affinchè non si ottenga attraverso le furbizie di “piccoli orsetti”, quanto probabilmente il senatore Orsi, dopo il suo tour preelettorale non riuscirà ad ottenere nemmeno al Senato. Lo faremo innanzitutto per amore del nostro territorio e per il rispetto di chi a caccia va con responsabilità.