Più spazio ai talenti e stop all’uso del corpo delle donne

Da circa un anno, dopo l’appuntamento di Siena del settembre 2009, ho iniziato ad approfondire il tema ‘donne e media’, ovvero l’immagine della donna veicolata da pubblicità e tv. Lorella Zanardo ha avuto il grande merito di accendere l’attenzione sull’uso del corpo delle donne, che l’informazione televisiva (soprattutto) fa da anni con la nostra assuefazione. Ma l’Europa, l’Osservatorio di Pavia e tante ricercatrici, da tempo, analizzano e ci consegnano un quadro disarmante, ancora una volta tutto italiano.
Negli spazi televisivi nostrani le donne sono protagoniste fondamentalmente nei servizi di cronaca nera (67,8 percento secondo un’indagine Censis relativa al 2006), spesso (14,2 percento) come vittime di violenza fisica. Oppure come espressione del mondo della moda (31,5 percento), della bellezza. Quasi mai la rappresentazione femminile veicola una figura di donna associata ai temi della politica (4,8 percento), alla realizzazione professionale (2 percento), all’impegno nel mondo della cultura (6,6 percento).
Per non parlare della pubblicità, oramai diffusamente concentrata sull’esibizione di corpi femminili da usare (“Fatti il capo”), sulla riproposizione di stereotipi sessisti (avete presente la palla di polvere che bussa e chiede della padrona di casa?) ecc.
Come si concilia tutto questo con una realtà che ci dice che il 60% di chi si laurea, in questo Paese, è costituito da ragazze? (e con competenze che crescono in ogni campo?) Sono temi che erano al centro della mobilitazione straordinaria delle donne dello scorso 13 febbraio: le donne Italiane sono altro. Lavorano tantissimo, fuori e dentro casa, studiano, fanno carriera, esprimono talenti, creatività. Il mondo sta investendo su di loro ovunque, esclusa l’Italia.
Per questo ho iniziato a lavorare su una proposta di legge che tuteli e valorizzi la dignità femminile, a partire dall’uso del corpo della donna in pubblicità e nei media. Nel testo si spazierà dalla istituzione di organismi di monitoraggio e controllo, a spazi di valorizzazione dei talenti e dei saperi, alle competenze che Regioni e Comuni possono esercitare.
Presto vi farò conoscere l’articolato in dettaglio.
Certo non sarà “per legge” che cambierà l’atteggiamento di questo Paese, ma le leggi aiutano a crescere culturalmente. Nel resto d’Europa (Spagna, Francia) si stanno facendo cose importanti… Se non ora quando?

6 thoughts on “Più spazio ai talenti e stop all’uso del corpo delle donne

  1. condivido grn parte di ciò che hai scritto nel’articolo carino e concreto.
    Quando sottolinei che “lavorano tantissimo, fuori e dentro casa, studiano , si laureano ” va benissmo, ma fanno carriera ????
    Non ti sembra che la nostra carriera sia molto ridotta nelle possibilità rispetto a qualsivoglia maschio, anche non proprio intelligente e qualificato?
    Mi viene come esempio il gruppo dei cosiddetti RESPONSABILI.
    E di contro poi mi vengono in mente il ministro Gelmini o Carfagna o Meloni e mi viene una tristezza infinita.
    Quale sarà stata la loro preparazione??
    Quanta la strada da fare ancora……
    Ciao e buon lavoro
    Alessandra

  2. Sì è vero, Susanna, le leggi ci aiutano a crescere culturalmente, sono la carta d’identità di una
    società e sicuramente la nostra ha bisogno di regole che tutelano la dignità di noi donne. Le leggi sono anche, spesso, l’approdo di un cambiamento culturale già in atto e arrivano a suggellarlo – penso per esempio alla Legge sull’ aborto o a quella sul diritto di famiglia, o più in generale anche a tutte le riforme nel campo del welfare – Le piazze del 13 febbraio – reali e virtuali – testimoniano al mondo intero che un’altra Italia, lontana culturalmente dalla “corte del sultano”, esiste, è vigile e chiede rispetto. Una legge sarebbe la risposta più appropriata.
    Buon lavoro.
    Filomena
    Staggia

  3. Ecco bravi continuate a pensare sempre e solo alle donne, a fare leggi sempre e solo per le donne, a parlare sempre e solo di dignità delle donne (come se quella degli uomini non esistesse!), a non tenere in alcuna considerazione gli uomini, i loro problemi, la loro dignità (di lavoratori, mariti, padri ecc), complimenti!di sicuro non avrete il voto mio e di chi crede nella vera parità di sessi!

  4. A Filomena piace la legge sul dirito di famiglia…immagino che intenda quella ultrasbilanciata in favore delle donne e contro gli uomini, quelle che ipertutela le donne e iperpenalizza gli uomini, alla faccia della parità di sesso!Quella per effetto della quale le donne che si seoarano sono ultraprivilegiate e gli uomini si trovano ad affrontare un’enormità di problemi e spesso a vivere situazioni drammatiche e disperate:alla donna va quasi sempre la casa, anche se di propietà di lui, a lei lui deve dare un cospicuo assegno di mantenimento (a prescindere dfa quanto guadagnano i due, a prescindere da fatto che lei lavori o meno, che si cerchi un lavoro o meno, a prescindere da tutto:la donna è favorita in quanto donna e l’uomo sfavorito, penalizzato in quanto uomo), senza contare l’infinità di sentenze dei giudici a dir poco folli ed iperpenalizzanti verso la parte maschile. Tantissimi uomini sono stati ridotti in condizioni di povertà per colpa della separazione, di giudici totalmente schierati dalla prte delle donne e dell’ex moglie che si approfittava di lui senza alcuno scrupolo; tantissimi si sono ridotti a mangiare alle mense della caritas, a dormire in auto, in camper, all’aperto. Non sono affatto pochi nemmeno i casi di uomini che sono sono suicidati in seguito alle condizioni disperate in cui si sono trovati dopo la separazione. Tutto questo è terribile, orribile, mostruoso, inaccettabile per una società civile in cui dovrebbe esserci parità di sessi e di trattamento. Un uomo che si separa ha diritto di rifarsi una vita e di vivere una vita propria, e di non lavorare per dare soldi all’ex che lo sfrutta senza alcun ritegno. Le donne non sono oggetti, certo, ma nemmeno gli uomini lo sono, fino a prova contraria!E molte ex moglie trattano gli ex mariti come oggetti da usare, come limoni da spremere! Le donne hanno una dignità, ovvio, ma ce l’hanno come gli uomini, e purtroppo quella degli uomini che si separano non è nemmeno lontanamente rispettata dai tribunali, che li trattano come fossero oggetti privi di valore, come stracci, come se non avessero alcun diritto e gli si può benissimo rovinare la vita e ridurre alla disperazione. Chi crede nella parità di sessi non può non indignarsi di fronte a queste enormi ingiustizie a danno di molti uomini e accettarle come nulla fosse.

  5. Volete fare tanto per le donne, ok, ma perchè non pensate anche agli uomini?Agli uomini non pensate?Si spera che per voi uomini e donne abbiano pari dignità e diritti e siano ugualmente degni di considerazione. Devo mettervi al corrente io delle condizioni drammatiche in cui si trovano tantissimo padri separati, che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese? Sono i nuovi poveri, sono aiutati dalla Caritas, spesso dormono in auto, camper o in minialloggi forniti dai comuni. Se non sono diventati dei veri e propri barboni. Questa è una vera emergenza, non vi pare?Forse perchè sono uomini non hanno diritti?Si spera non sia questa la vostra visione! Forse è più importante che una donna faccia carriera piuttosto che un uomo riesca ad arrivare senza sforzi sovrumani alla fine del mese e abbia un tetto dove dormire?!E ricordiamoci che la loro drammatica condizione – una vera emergenza – è data dal fatto che i tribunali discriminano e penalizzano fortemente e in modo assai palese i padri rispetto alle madri. Un link:
    http://www.papaseparatiliguria.it/joomla/i-nuovi-poveri/poverta-fra-i-nuovi-barboni-ci-sono-anche-800mila-separati-insospettabili.html

  6. articolo interessante:
    http://www.papaseparatiliguria.it/joomla/i-nuovi-poveri/apartheid-nel-terzo-millennio.html
    Apartheid nel terzo millennio.

    “Se è successo un motivo ci sarà, no?” oppure “Ma insomma, qualcosa avrai fatto pure te.” – Queste sono le frasi che un papà separato si sente spesso dire, da persone varie, sul fatto che lui non riesce a vedere i figli, non riesce ad avere casa e diritti, privato di uguaglianza e dignità civili.

    Allora mi viene in mente che solo nel secolo scorso i neri venivano picchiati perché tali. E quelle frasi sopra erano ricorrenti – “Magari avrà alzato la voce. Avrà mancato di rispetto.” – supponeva il giudice o cittadino di turno per insinuare e giustificare il pestaggio. O quando una donna veniva violentata si sentiva spesso dire “Forse lo ha provocato. Forse se lo merita.” – supponeva il giudice o cittadino di turno per insinuare e giustificare l’atto di prepotenza.

    Come un tempo un nero picchiato o una donna violentata non dava scalpore, oggi un padre tolto di figli e averi, emarginato, discriminato, violentato, non fa preoccupare.

    Ovviamente finché non tocca a noi, un fratello, un amico.. o finché non toccherà ai nostri figli, o figlie che magari saranno compagne, zie, nonne di padri discriminati ed oppressi. E di questo passo ci arriveremo a breve visto l’esercito di nuovi divorziati ed emarginati, 400 al giorno. Eppure basterebbe un po’ di coscienza civile, di umanità. Le discriminazioni razziali, sessuali o genitoriali, era meglio lasciarle nel vecchio millennio.

    Perciò ai vigliacchi, agli ignavi, a chiunque continua a tutelare carnefici e prepotenti e si prodiga ad insinuare le colpe sulle vittime “un motivo ci sarà, no?” rispondo – “Si il motivo c’è. Sono stato tolto di tutto perché sono un padre, perché sono nato maschio, XY. Non v’è altro motivo.”

    Chi ignora o incentiva questa discriminazione e piaga sociale si vergogni e si dia da fare per ravvedersi perché verrà come per le altre discriminazioni il giorno della giustizia e allora ci si ricorderà anche e soprattutto di chi ha taciuto, fiancheggiato, apprezzato. [..]

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