Se avete avuto modo di vedere la partenza della Concordia immagino che come me ne sarete rimasti impressionati, quasi emozionati. Un gigante del mare ferito, adagiato su un fianco, morente, si rialza e con lentezza riprende, dopo 300 giorni di agonia, incredibilmente il suo cammino.
Merito di ingegneri, di saperi, del lavoro delicato, di elevatissime competenze e di manodopera che hanno lavorato in condizioni proibitive senza sosta, rischiando, e purtroppo anche causando, una vittima sul lavoro. Merito dell’uomo, che può rimediare, quando vuole, anche ai suoi madornali errori.
Ecco, penso che altri come me, avranno pensato seguendo quei momenti, al nostro Paese, alla crisi che l’ha indebolito, ferito, ed agli anni che lo hanno immobilizzato. Sono tanti gli sforzi che da qualche tempo sono in atto per rimetterlo in piedi. Forse le operazioni di “raddrizzamento” sono state compiute dopo anni di pasticci e di poco utile belletto, ma le manovre di traino fanno una gran fatica a mostrarci il ritmo di navigazione.
Sono i numeri di queste settimane a dirci che c’è ancora tanto da fare. Saranno più chiari dopo l’estate, ma la ripresa non si vede a sufficienza e soprattutto non si vede ripresa occupazionale.
Il presidente Renzi ce la sta mettendo tutta. Corre. Lui e i suoi ministri. Corriamo noi nell’esame dei provvedimenti, in qualche caso nella correzione. Perché va detto, qualche scivolone c’è stato, come quello della “spalmatura” degli incentivi alle rinnovabili che rischia di mettere in crisi molte imprese che operano in questo settore. Scivolone che al senato i nostri colleghi in queste ore stanno cercando di correggere. E dovremo ancora correre perché il disagio sociale, la sofferenza vera non accennano a diminuire.
Ho già scritto della mia condivisione del cosiddetto Decreto Irpef (gli 80 euro ecc..) e di altri provvedimenti che stanno arrivando. Provvedimenti che toccano il mondo agricolo, la cultura, la scuola, cercando di sburocratizzare e sbloccare un sistema fermo da qualche decennio. E’ importante che vadano avanti anche le riforme, a partire da quella del Senato. Non credo sia edificante l’immagine di questi giorni, con migliaia di emendamenti presentati solo per prendere tempo, per una prova di forza. Una prova di forza che non sono certa il Governo stia affrontando al meglio.
Non condivido la posizione assunta anche da alcuni senatori del Pd. Il tema del superamento del bicameralismo era maturo da anni e presente nelle nostre elaborazioni e non sono convinta che la questione dell’elettività dei senatori sia così fondamentale se il profilo sarà quello di un Senato delle autonomie. Ritengo, però, che non sia utile agitare due volte al giorno lo spettro del voto anticipato se non si chiude la riforma del senato entro una certa data. Data che, comunque, ci sarà perché il Senato ha appunto stabilito un voto definitivo entro l’8 agosto. Andiamo avanti, dunque, e usiamo toni adeguati. Cancelliamo il bicameralismo perfetto e poi correggiamo alcuni punti dell’Italicum. Anche il quadro emerso dalle Europee consiglia di riflettere su soglie e scelta degli eletti. E’ certo, però, che in questo momento occorre che, insieme alle riforme, viaggino impegni e provvedimenti orientati alla ripresa ed alla crescita economica ed occupazionale.
Una riflessione voglio dedicarla al semestre europeo ed alla presidenza Italiana. Renzi è partito con determinazione pronunciando davanti al Parlamento Europeo un intervento forte e deciso. Il premier ha raccontato alle Camere Italiane delle linee generali del semestre adottando, una strategia precisa per gli equilibri nella nuova commissione che sarà presieduta da Junker, candidando Federica Mogherini. A me Federica piace molto, è una giovane donna, molto preparata e spero che questo obiettivo venga raggiunto.
Saranno tanti gli appuntamenti nei prossimi mesi in cui caratterizzare, con i contenuti che noi vogliamo, le politiche europee: più flessibilità nei vincoli di bilancio e nel rigore, i giovani, le politiche agricole, la formazione, le imprese. C’è però un punto sul quale trovo ancora troppo timido l’approccio di Renzi, e sono proprio le politiche estere, ed in modo particolare il conflitto in medio oriente che sta mietendo vittime ogni giorno nella striscia di Gaza. Io sono profondamente convinta che il nostro Governo, in virtù della presidenza di turno, debba attivare un’iniziativa diplomatica per cessare il fuoco e far rimettere i popoli israeliani e palestinesi attorno ad un tavolo. Tanto più se intendiamo candidarci ad avere quel commissario europeo. Dimostriamo di avere le carte per svolgere a pieno quel ruolo e dimostriamo che l’Europa può essere quella scommessa, quel progetto di Spinelli anche capace di svolgere un ruolo internazionale di pace.
La pace, le diseguaglianze, il buon lavoro, le ingiustizie, la sfida ecologista, i diritti civili, la differenza di genere, una crescita economica che sia ben ancorata a nuovi paradigmi, per me continuano ad essere l’orizzonte in cui collocare impegno politico e disegno di governo. Temi su cui, in queste settimane, ho sentito impegno, idee, novità ed anche passione politica. Le ho incontrate alla direzione degli ecologisti Dem, le ho ascoltate a Livorno alla tre giorni promossa da Civati, le ho potute udire a Milano, all’appuntamento promosso da Cuperlo e da SinistraDem, le ho sentite negli incontri che ho avuto nelle feste del Pd in giro per la terra di Siena e non solo. Tutte idee, riflessioni ed energie utili al Pd, utili a Matteo Renzi, perché rafforzano il progetto del Pd, un pd fatto da uomini e donne differenti, ma un luogo di tutti in cui abitare con agio per cambiare questo paese. C’è bisogno di un rimorchiatore, ma anche di molte imbarcazioni che stanno svolgendo compiti differenti, da varie angolazioni, per portare la Concordia in porto, perché il rimorchiatore da solo non può farcela. Credo convintamente che valga anche per il Pd.