Mancano pochi giorni al 30 Aprile, giorno delle Primarie del Pd. In questo mese di ponti, festività, temperature estive e gelate notturne, il clima del confronto tra i candidati non si è scaldato molto. E questo non è un bene. Le differenze tra Orlando, Emiliano e Renzi esistono. Ed è cogliendo i punti comuni, così come le differenze, che si può contribuire al meglio per far sì che questo appuntamento possa prima di tutto rinvigorire un Pd che non sta bene in salute e ha bisogno di ritrovare le ragioni della sua missione: unire la sinistra e le forze riformiste del Paese, per farlo crescere, per non lasciare nessuno indietro.
Un Pd che avrebbe avuto un gran bisogno di fermarsi a ragionare un po’ su ciò che serve al Paese, su quello che in questi anni abbiamo fatto bene, su quello che avremmo potuto fare meglio o che non ha funzionato.
Sulle ragioni che hanno portato 7 giovani su 10 a votare No al referendum costituzionale, e le periferie fisiche e sociali delle città a toglierci la fiducia.
Sull’allontanamento progressivo di iscritti, elettori e dirigenti dal nostro Partito, dalla nostra parte.
Lo avevano chiesto in tanti, fra questi Andrea Orlando, Gianni Cuperlo, lo abbiamo sperato in moltissimi. Renzi non ha voluto e siamo giunti sin qui. Siamo arrivati così a un passaggio congressuale non all’altezza della fase storica che stiamo vivendo.
Eppure i tempi ci avrebbero davvero imposto altro. Trump, i venti di guerra, il voto Francese..son tutti li a ricordarcelo.
Anche le scorse settimane sono state nuovamente teatro di attentati e di sbarchi. In Francia le elezioni per la Presidenza della Repubblica vedranno un ballottaggio tra Macron, ex ministro nonché fondatore del nuovo movimento “En Marche”, e Marine Le Pen e hanno registrato la sostanziale disfatta del Ps francese.
Tutti ovviamente speriamo nel successo del primo, ma il quadro che ne emerge è ancora una conferma di quanto ci sia da ragionare seriamente, e soprattutto da fare, sulla sinistra europea e sulla sua separazione dal proprio elettorato.
Come noto a tutti voi ho deciso di sostenere in questa competizione Andrea Orlando. L’ho deciso fin dall’inizio, riconoscendo in lui le ragioni per aprire una fase diversa nel Pd. Andrea, bravo Ministro della Giustizia, ma già ottimo ministro dell’Ambiente nel Governo Letta, ha scelto di candidarsi per ricomporre le divisioni nel centrosinistra, nel Pd e nel Paese, ripartendo prima di tutto dalle diseguaglianze. Ha scelto di mettersi a disposizione di un percorso che in queste settimane lo ha visto attraversare il Paese, tornare nelle fabbriche, parlare con imprese, insegnati, ragazzi e tornare in ascolto dei tanti delusi e arrabbiati. Perché il racconto che troppo spesso si è scelto in questi anni, è stato un racconto parziale, limitato spesso alle buone notizie, ai successi, alle riscosse…ma l’Italia non è uscita dai guai, non abbastanza.
Ce lo ricordano i dati della povertà, dell’occupazione che non è cresciuta abbastanza, delle famiglie che non ce la fanno. Certo e importante dare messaggi di speranza, ma non cancellando tutto il resto dai nostri racconti.
Andrea ha ascoltato, e assieme a molti di noi, ha provato a lavorare ad alcune proposte, illustrate nella conferenza programmatica di Napoli. Una conferenza che avrebbe potuto e dovuto essere di tutto il Pd.
Un piano europeo per la copertura totale dei servizi all’infanzia fino a 3 anni, la revisione del jobs act, della rappresentanza dei lavoratori nelle governance delle aziende, uno “stato strategico” capace di investire, di rinnovare il welfare, di garantire nuova protezione sociale, debellare in 3 anni la povertà in Italia, una dote per i figli, 2400 euro per ogni figlio a carico, l’equo compenso per i giovani professionisti, pensione minima garantita, un grande piano per il lavoro femminile e giovanile, l’Iri della conoscenza, una nuova stagione per gli enti locali a partire da un nuovo piano assunzioni per la pubblica amministrazione, un partito comunità che torna ad essere strumento e progetto per il Paese… Solo queste, in sintesi, alcune delle proposte emerse dalla conferenza di Napoli.
Ma l’appuntamento del 30 aprile non e un tema che riguarda solo gli iscritti al Pd. Io credo che chi ha a cuore il futuro del centrosinistra abbia tutto l’interesse a far si che Andrea Orlando esca dalle primarie con un grande sostegno, e credo che non sia un caso che in questi giorni abbia incontrato Romano Prodi, così come che Giuliano Pisapia abbia partecipato al grande appuntamento di Milano per Orlando, organizzatoda Gianni Cuperlo.
La mozione è molto chiara: unire il centrosinistra , ricomporre le fratture, ricucire le divisioni, rilanciare un Pd nato per unire e governare il Paese con una coalizione di centrosinistra di cui essere perno fondante. Non può esserci un governo riformista senza il Pd, e senza una sinistra unita, capace di consegnare alla storia l’esperienza delle larghe intese.
Per questo e per molte altre ragioni che troverete anche di seguito sosterrò Andrea e chiedo a voi tutti un voto per Andrea Orlando, un voto per il centrosinistra. Tra queste ragioni voglio ricordare il suo impegno sui temi della sostenibilità ambientale, varando il collegato Ambiente, la legge contro il consumo di suolo agricolo, la legge sugli ecoreati, la legge contro il caporalato.
Non ultima tra le ragioni, quella di candidarsi adesso per fare il Segretario, per ricostruire un partito organizzato, radicato, un luogo di partecipazione e di pensiero, perché ed è giusto ricordare, nei giorni del 25 aprile, nei giorni in cui ci siamo mobilitati per ricordare a chi apre una sede di Forza Nuova a Siena, cosa sono la resistenza e la democrazia, che i Partiti sono ancora strumento per far crescere il pluralismo e la democrazia.
Strumenti che vanno innovati, ma non archiviati. L’alternativa è il populismo o la pseudodemocrazia del web. E non possiamo lasciare l’Italia in queste mani.
Lo so.
La sfiducia, la delusione, il senso di lontananza sono forti, ma poiché anche le parole sono importanti, vorrei chiedere a tutti voi di provare a soffermarvi proprio su queste..unire, ricomporre, ricucire, riparare..sono parole che hanno un suono che sa di utilità.
Le donne sono avvezze farne uso, praticarle. Ed in fondo Sinistra… è una parola singolare e femminile.
E una parola che vale ancora la pena di usare.
Votare Andrea Orlando è un passo utile per andare in quella direzione.
Susanna