“Chi tra di noi poteva prevedere un risultato sopra al 40%? Credo proprio nessuno. Io no. Nonostante il clima positivo che ho respirato in giro per iniziative elettorali e, la certezza che avremmo vinto. E nemmeno vicino ci erano arrivati i sondaggisti più illuminati che misuravano in pochi punti lo scarto tra noi e il M5S. Cosa è successo allora di così profondo? Io credo che il Paese abbia reagito con forza al rischio del caos mentre con fatica il nuovo governo ha iniziato un processo di riforma del Paese. Sono d’accordo con Renzi, davvero il Paese ha scelto la speranza, e non c’è dubbio alcuno che il nostro Premier mettendosi in prima fila con determinazione e senza risparmio abbia trascinato con grande forza il risultato alla metà. Lo dico con grande onesta’, senza rimpianti per non avere “selfie” con “Matteo” da mettere sui social, ma con la convinzione che la strada adesso non va persa.
Un grande risultato, storico, non solo fatto da un bel dato percentuale, ma da numeri veri, da milioni di italiani. Un dato nazionale, una valanga che ha travolto il Paese. Il Pd è la speranza, e la speranza è in questo momento il Governo Renzi, i passi che sta compiendo e quelli che dovranno arrivare. E’ una dato quel 40,8% che va letto assieme all’assoluto ridimensionamento del centrodestra, la sconfitta del M5S e dei suoi toni apocalittici e violenti con la fuoriuscita di milioni di voti, il raggiungimento da parte della lista Tsipras e del Nuovo centrodestra del quorum, e il fallimento dell’ennesimo progetto di un partito verde italiano confermando la convinzione di tanti, come la sottoscritta, che il più grande partito ecologista d’Europa non potrà che essere il Pd.
Una campagna elettorale che ha visto un partito compatto muoversi con determinazione, e credo che anche questo sia stato molto utile ai fini dell’immagine, della percezione del Pd. E giusto è stato il messaggio veicolato con quella foto al Nazareno: c’è un collettivo, questo è il Pd. Ecco, io spero che adesso quel collettivo venga costruito sul serio a tutto tondo, che si lavori per radicare la nostra forza nel territorio, e per allargare ancora i confini del Pd a quelle forze che vorranno condividere il progetto di cambiamento del Paese. E penso ad esempio a quanto è alla nostra sinistra, alle tante energie buone e positive impegnate in associazioni, movimenti ecc.. Insomma come ho letto ieri mattina in un bella recensione scritta da Gianni Cuperlo ad un libro di Claudio Cerasa : “Ma se non ti chiedi chi sei, se non ti interroghi su cosa vuol dire stare da questa parte, è difficile immaginare di fare un passo”.
Abbiamo vinto, stiamo governando, ma abbiamo bisogno anche di un partito profondamente radicato tra la gente, che pensa, costruisce e progetta. E su questo dobbiamo ancora darci da fare.
Un pensiero però va dedicato anche al risultato delle amministrative, perché non ovunque il dato è stato omogeneo. Siena ha avuto certamente un bellissimo risultato. In tanti comuni giovani sindaci, per lo più scelti con primarie, stanno in questi giorni formando le loro giunte. Tante, tantissime donne elette nei consigli comunali ci confermano quanto la legge sulla doppia preferenza sia stata una battaglia giusta da condurre. Un’enorme soddisfazione voglio esprimerla per il mio Comune, e per il bel risultato di David Bussagli e dei consiglieri del Pd, ma a tutti i nuovi sindaci e alle sindache va il mio più grande augurio di buon lavoro.
Non voglio però tacere nemmeno i dati negativi. Quei Comuni in cui non siamo riusciti a riprenderci la guida dei Comuni (Casole, Pienza) e i comuni persi (Chianciano, Piancastagnaio). E poi il ballottaggio nel terzo Comune della nostra Provincia, Colle Val d’Elsa con pochi punti percentuali di distanza. Perché si è votato Pd alle europee e non nel Comune? Bisogna rispondere a questo quesito perché le risposte non possono che essere ricercate nelle scelte di questi anni, nel gradimento del governo locale, nelle politiche, nelle persone che hanno avuto ruoli importanti, o nel non essere stati sufficientemente in grado di capire o di ascoltare.
Dovremo analizzare, ascoltare, correggere, capire e ricostruire. Perdere può servire a piantare di nuovo i piedi in terra e ripartire. Nascondere la testa sotto la sabbia o nel luccichio di un grande risultato al Pd, sarebbe un errore clamoroso. Ci vorrà tempo e pazienza, quel tempo e quella pazienza vanno però trovati.
E allora festeggiamo, discutiamo, ma soprattutto, in queste ultime ore, diamo tutti, e dico tutti davvero, una mano a Miriana Bucalossi, alla quale in tanti siamo vicini anche per il brutto episodio di minacce che l’ha riguardate, e al centrosinistra di Colle Val d’Elsa per vincere e guardare avanti.
Poi pero mettiamoci al lavoro affinché questo grande consenso diventi una condivisione politica nei contenuti, negli obiettivi politici di cambiamento, e anche ragionando sulla natura del Pd che vogliamo. Ma di questo parleremo dal 14 giugno in poi”.
Susanna