Province: cosa serve ai nostri territori?

Il tema della riorganizzazione dello Stato è ancora molto caldo, ma trovo davvero fuori luogo e fuorviante lo strano dibattito che si è aperto nella seconda metà di agosto, tutto concentrato sui capoluoghi. Mi chiedo: abbiamo chiaro il tema? Abbiamo oscillato da un’ondata semplicemente “contro”, che sosteneva un taglio e una cancellazione delle Province, salvo scatenare guerre di religione alle quali nessuno pare sottrarsi sul capoluogo e l’onore o il disonore che ne discenderebbe.

Continuo a pensare che non si può procedere cosi, per decreto, al riordino dell’ordinamento dello Stato (perché di questo si tratta), ma a nessuno sfugge il contesto che stiamo vivendo. Vedo, però, un grande bisogno di mettere al centro della nostra discussione i temi veri che ci troveremo ad affrontare: quali competenze e quali deleghe, quali strumenti di sviluppo di programmazione pensiamo per la nostra Toscana, come garantire trasparenza e democrazia se si pensa di non eleggerne più direttamente il Presidente? Ne aggiungo un’altra: Province, Comuni e Regioni, in questo Paese, non sono tutte uguali, non hanno avuto ovunque le stesse deleghe e la stessa capacità gestionale e di governo. Forse anche il merito avrebbe dovuto rappresentare un criterio nelle scelte del Governo.

Io spero che Regione e Cal, almeno in Toscana possano entrare nel merito e magari contribuire a una discussione che potrebbe essere anche utile e interessante, a patto che la si porti sui toni utili ad aprire davvero una nuova fase del governo del territorio.

Io non considero irricevibile il ragionamento che il Presidente Rossi ha avanzato, ma forse il punto di arrivo non è stato il migliore.

Lavoriamoci, ragioniamo sul sistema istituzionale riaffidando compiti e competenze, ragionando sull’ottimizzazione di risorse pubbliche e sulle potenzialità di sviluppo locale. Da li si risale alle soluzioni, alcune immediate, altre forse più graduali. Un passo positivo nell’ambito della salvaguardia del patrimonio e del ruolo delle Province è stato fatto poco prima della chiusura estiva del Parlamento, quando ho presentato, insieme ad altri colleghi (Gianclaudio Bressa, capogruppo PD in Commissione Affari Istituzionali; Raffaella Mariani; Luca Sani; Donatella Mattesini; Tea Albini; Oriano Giovanelli; Paolo Fontanelli), un ordine del giorno, approvato dalla Camera dei deputati nell’ambito dell’approvazione del decreto sulla Spending Review. Abbiamo chiesto al Governo di impegnarsi a valutare le conseguenze derivanti dagli ingenti tagli previsti sul bilancio 2012; una maggiore flessibilità nei tempi per la definizione in ambito geografico dei nuovi accorpamenti e di tutelare i bilanci delle Province più virtuose. Nel documento si chiedeva, inoltre, di valutare l’ipotesi di far slittare al 2014 l’inizio dell’utilizzo gratuito degli immobili provinciali in uso alle amministrazioni dello Stato.

One thought on “Province: cosa serve ai nostri territori?

  1. sono pienamente daccordo che sarebbe stato meglio lasciare le province e iniziare l’accorpamento dei comuni sotto i cinquemila abitanti.
    Così facendo non si cambiava la costituzione con un colpo di spugna e i risultati sarebbero, secondo il mio modesto parere, molto superiori che toccare le province.
    Comunque sono proprio curioso di vedere come va a finire visto che fra non molto dovrò chiedere delle autorizzazioni a tre province e le prefetture (pisa – siena – firenze) chi sarà in grado di rispondermi????? come riusciremo a fare le nostre iniziative visti i tempi da dinosauro che abbiamo nel nostro sistema.
    Chiederei come si sono posti questi quesiti i fautori di tanta lungimiranza per non parlare poi dei vari comandi a tutti i livelli di forze di polizia e altro.
    Sono molto curioso di vedere cosa ne verrà fuori e se forse qualcuno avrà detto a questi signori e spiegato le tante problematiche,
    Grazie per l’attenzione

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