Cominciamo con un po’ di numeri. Secondo i dati Istat la disoccupazione nel nostro Paese ha raggiunto il nuovo record dell’8,9%. Dato che sale al 31% tra i giovani. Sono oltre 4 milioni coloro che non studiano, non lavorano, non cercano più lavoro. Un quadro socialmente pesantissimo, grave e rischioso, che va letto tenendo conto dei tanti che vivono da quasi due anni di una cassa integrazione che sta giungendo a scadenza e si somma alle 800mila donne licenziate per maternità. Ieri sera a “Ballaro’” il presidente della Conad ha raccontato che le scelte alimentari delle famiglie italiane sono sempre più indirizzate verso l’austerità.
Uno scenario che si scontra con un’altra parte d’Italia: i blitz della guardia di finanza a Cortina, Roma, Milano, i grandi hotel e i negozi di lusso, dove spesso le auto di grande cilindrata sono intestate a società e l’evasione fiscale la fa da padrona. Luoghi, che nelle ultime settimane, con i controlli hanno visto crescere fatturati e svelano altri numeri che fino a ieri erano stime e che oggi si stanno traducendo in dati di fatto. C’è un Paese in grande sofferenza abitato da lavoratori e lavoratrici, pensionati, piccole imprese, chiamati ancora una volta a dare un contributo reale al risanamento, e c’è un Paese che ha invece visto crescere i suoi profitti, e ha vissuto nella certezza dell’impunita per tanto, troppo tempo in attesa del condono prossimo venturo. Una forbice che si è allargata e che non è più tollerabile.
Si stima che ogni anno ci siano dai 50 ai 100 mld di euro di evasione fiscale (una manovra grosso modo). Il segnale che il governo ha voluto dare in queste settimane è importante: dentro una crisi come questa non può più esserci tolleranza alcuna. Ci sono risorse da recuperare e si tratta di risorse importanti, alle quali andrebbero sommate le cifre enormi del fatturato frutto dalle attività illegali in mano alla criminalità organizzata, che devono essere restituite allo Stato e alla comunità, per essere investite in lavoro e welfare.
Sono in molti in questi giorni a scrivere autorevolmente di come la crisi non si possa curare con la sola l’austerità e di quanto sia fondamentale e urgente accelerare le politiche per lo sviluppo e per l’occupazione. Tra questi c’è anche il Premio Nobel per l’economia Paul Krugman, che in un’intervista al quotidiano francese Le Monde ha detto che fino ad ora l’Europa non è riuscita a trovare risposte adeguate alla crisi perché pensa che sia solo un problema di bilanci statali. Ma non è vero, mancano competitività e flussi di capitali. Proprio queste posizioni sono state al centro del vertice europeo di Bruxelles. Credo che non usciremo dalla crisi con le sole politiche di bilancio, ma tenendo assieme sviluppo e coesione sociale. Si tratta di due pilastri importanti che mi auguro possano essere tenuti in considerazioni dal momento che, a breve, inizia l’esame dei provvedimenti del cosiddetto decreto “Crescitalia”‘ che oltre al tanto discusso pacchetto liberalizzazioni e semplificazioni vedrà finalmente al centro dell’agenda politica il tema del lavoro.
Su questo specifico argomento, il Pd ha elaborato le sue proposte e cercherà di migliorare i testi prodotti dal governo, con la convinzione che si debbano prima di tutto aggredire la precarietà e lo sfruttamento dei lavoratori.
In questi mesi, il Governo si è impegnato e Monti à già riuscito a ottenere i primi importanti risultati sul piano internazionale, a lui si riconosce autorevolezza, competenza e determinazione. Un compito che gli era stato affidato, e che noi gli riconosciamo, pur non rinunciando a svolgere il nostro. Come ha ricordato anche Bersani, il Pd è con Monti senza se e senza ma e senza però rinunciare a esprimere le proprie posizioni. Pensiamo che ci siano ancora delle correzioni da fare sulla riforma delle pensioni, pensiamo che le privatizzazioni debbano concentrarsi di più sui grandi monopoli da rimuovere, pensiamo che occorra concentrare energie su lavoro e welfare.
E crediamo anche che occorra leggere con attenzione a quanto di vero e di rischioso c’è nel disagio sociale crescente (perdita del lavoro, crisi aziendali, giovani) e che occorre tenere le antenne ben dritte sui pericoli d’infiltrazione all’interno di alcuni movimenti. C’è un terreno tutto parlamentare e tutto dei partiti sul quale muoversi per portare a casa velocemente una nuova legge elettorale, che consenta di snellire le funzioni parlamentare e permetta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti. Occorre, inoltre, rendere più trasparente il finanziamento della politica, come confermano anche le brutte vicende di questi giorni.
Il livello di sfiducia nei partiti e nelle istituzioni è altissimo e io credo che si possa abbassare solo riempiendo gli spazi vuoti con concretezza e risalendo con umiltà la china. Lo stesso capo dello Stato ne ha parlato qualche giorno fa a Bologna. La china, però, si risale facendo intravedere agli italiani la via di uscita da questo tunnel, una via di uscita che non lascia indietro i più deboli, che non abbandona famiglie, persone e imprese, e che elimina sacche di privilegi, comprese quelle rappresentate dalla politica e su cui si e iniziato ad intervenire ad esempio abolendo definitivamente i vitalizi. Ora è il momento di instaurare un nuovo patto di lealtà con gli elettori e io credo che il Pd sia pronto a riprendersi il suo spazio, mi auguro solo che il tutto si faccia velocemente e che si faccia bene.
Susanna Cenni