Avrei voluto dedicare questo editoriale soprattutto ai temi economici, alle luci pur tenui che si stanno intravedendo su occupazione e Pil, alle previsioni e agli impegni assunti nel Def che abbiamo approvato nei giorni scorsi, ed anche alle ombre, quelle che ci consegnano dati preoccupanti sull’uso che si è fatto dei voucher nel 2014, caratterizzati da un crescendo di incidenti sul lavoro e, guarda caso, avvenuti nello stesso giorno del pagamento, che evidentemente necessitano di una revisione della norma o almeno di forti controlli supplementari, o alle ombre lunghe di rallentamento e di recessione internazionale.
E ancora c’è da riflettere sui dati dell’osservatorio sanità che, per la prima volta, ci parlano di un’inversione di tendenza nell’aspettativa di vita nel nostro Paese, in gran parte conseguenza di una minor prevenzione, di un calo nelle vaccinazioni.
Avrei voluto riflettere con voi sulle elezioni Presidenziali in Austria, sulla svolta di un Paese che non ha mai avuto grandi problemi o fenomeni di immigrazione ma che opta per una svolta xenofoba e di ultra destra, di nuovi muri, di chiusure ai valichi ed ai confini con il nostro Paese.
E ancora, avrei voluto cominciare ad aprire una riflessione complicata, delicata, ma credo necessaria sui temi della Gestazione per altri, sui quali il Gruppo Pd ha iniziato un confronto in previsione di mozioni che discuteremo prossimamente alla Camera.
Ed ancora le pensioni, la firma definitiva degli accordi sul clima dopo Cop21, o ancora i 30 anni da Chernobyl e la sfida energetica..
Temi attuali, o temi nuovi, sui quali la politica deve lavorare, approfondire, proporre.
E invece le vicende di questi ultimi giorni mettono sul tavolo di tutti noi un vecchio, vecchissimo tema: la questione morale. Nei giorni scorsi Stefano Graziano, Presidente del Pd Campano, già parlamentare, oggi consigliere regionale con 15000 preferenze (preferenze che non era riuscito ad avere nemmeno lontanamente tre anni fa, alle primarie per tornare in parlamento) è risultato indagato.. l’accusa è pesante, essere il punto di riferimento del clan Zagaria, aver avuto un aiuto da quel mondo nelle elezioni e, in cambio, aver influenzato appalti ecc. Molto pesante. Purtroppo la Campania è stata interessata da altri indagati, amministratori, e da vicende non edificanti che hanno riguardato possibili infiltrazioni anche durante le recenti primarie, se ne è parlato per il tesseramento e così via. La Campania, la Calabria, la Sicilia, la Basilicata, Roma. Commissari. Tanti, troppi commissari.
Non si tratta ovviamente di emettere sentenze prima del tempo, abbiamo già visto tante vicende concluse poi con l’assoluzione piena degli interessati, e forse in alcuni casi abbiamo peccato di scarso garantismo, ma la prudenza e le sospensioni sono sempre utili.
Il tema però è davvero più profondo e, sia chiaro, non nasce certo con Renzi e non emerge solo in questi ultimi tempi. Viene purtroppo da diversi anni di sottovalutazione.
Ci riporta ad una seria riflessione su cosa sta avvenendo nei territori, nella selezione della classe dirigente, troppo spesso legata solo a filiere di potere e di fedeltà al vincente di turno. Ci interroga sulla permeabilità o meno del nostro Partito a fenomeni di corruzione e coinvolgimento.
Stiamo vivendo una fase nella quale la fiducia nei partiti è, come ci ha spiegato Diamanti, quasi irrilevabile dai sondaggisti.
Vero, abbiamo tenuto più di altri, rinnovato molto. Il Governo sta correndo, accelerando riforme e provvedimenti e lo sta facendo anche il Parlamento, ma non tutto si affronta con la gestione delle politiche del Governo, con le norme, pur necessarie.
C’è da ricostruire davvero partito e radicamento territoriale, c’è da ridar vita a comunità solidali, vive, pulite e gruppi dirigenti magari non necessariamente campioni di preferenze, ma autorevoli, e coinvolti nei problemi che toccano le vite delle persone in carne ed ossa.
Non è un passaggio da poco. Ha a che fare con l’idea di partito che si ha, di cui credo sia oramai urgente discutere. E i temi di cui stiamo parlando non si presidiano solo con buona comunicazione e con slogan efficaci, occorre presenza territoriale, occorre conoscere chi arriva, chi porta consenso e adesioni, occorre sapere chi si mette in fila alle primarie e chi ti porta iscritti. Occorrono gruppi dirigenti consapevoli capaci di dire “No Grazie” ai Buzzi, agli Zagaria, o ad altri.
Io continuo a pensare che la forza di un partito non si misura solo con la sua azione di Governo e con l’esercizio del potere, ma con la sua capacità di rappresentare ed interpretare sentimenti e bisogni, pensieri e visioni.
La criminalità organizzata, i poteri forti, le lobbies importanti, hanno sempre guardato con interesse ai vincenti, al potere politico.
Per anni si è parlato di collusione tra figure della criminalità organizzata del nostro Paese e alcuni esponenti politici del centro destra e potrebbe essere abbastanza normale che in una fase nella quale in Italia il Pd rappresenta l’unica forza politica vera ed affidabile in campo, solida ed al Governo, quelle forze cerchi di riorganizzare il loro sistema criminale anche guardando a sinistra.
Ciò che non può essere minimamente normale è che tale operazione possa riuscire.
Matteo Renzi è un Premier forte, autorevole. Sta giocando partite complicatissime nel contesto europeo ed internazionale su immigrazione, sulla flessibilità, ecc.. sulle quali merita tutto il nostro sostegno.
Ma oggi, ancora più di ieri, abbiamo bisogno di un segretario che non deleghi solo al buon vice Guerini, dichiarazioni e assegnazione di commissari.
Abbiamo bisogno di un Segretario e di un gruppo dirigente che mettano al primo posto una nuova questione morale, una nuova etica dei comportamenti e che facciano pulizia, magari rinunciando a qualche pacchetto di voti troppo facili o a filiere di potere che garantiscono il governo locale.
Io penso che gli anticorpi esistano, ma che vadano attivati molto velocemente, con forza, con determinazione, prima che sia troppo tardi.
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