#Quirinale #3febbraio

Roma è blindata. Fin dalle prime ore la camminata sui sampietrini è accompagnata dal cielo grigio, da una pioggia uggiosa e dal rumore delle eliche di elicotteri che sorvolano incessantemente tutta la zona centrale.
A tagliare in due la mezzaluna di fronte all’ingresso principale di Montecitorio una guida rossa, già inzuppata. Il personale della Camera indossa la livrea dei momenti importanti. Spazi allargati, misure di sicurezza, eleganza, rigore, folla. Tanta folla.
Mi fa una strana impressione entrare questa mattina alla Camera dei Deputati. Tirata a lucido, addobbata, controllata. Ricordo benissimo questi particolari della giornata in cui nel 2011 abbiamo celebrato dei 150 anni dell’Unità d’Italia, e non riesco a ricordarlo di quell’aprile 2013. C’erano i soliti drappi sistemati, il tripudio di tricolori? Immagino di sì, ma non ho evidentemente fermato quelle immagini.
Sì, di quel giorno rammento benissimo lo schiaffo di Napolitano all’incapacità del Parlamento e delle forze politiche, ma non il cerimoniale nei suoi particolari. L’aula si riempie. I senatori puntuali si siedono dove capita, lasciando in piedi i deputati ritardatari. Blu, grigio, nero. Pochi i colori.
Eccolo il Presidente. Sale alla Presidenza e segue questi occasionali vertici tutti al femminile, la nostra Presidente Boldrini, la VicePresidente del Senato Valeria Fedeli.
“Giuro di essere fedele alla Costituzione e alla Repubblica Italiana”.
E poi il suo discorso. Un voce lieve, gentile, quasi timida, ma ferma, chiara, netta nei suoi messaggi. Il ringraziamento ai suoi predecessori ed al Parlamento. L’autonomia degli altri Poteri dello Stato.
La crisi, le persone, le loro difficoltà ed il loro futuro. La crisi come possibile detonatore del patto sociale. L’equità, l’uguaglianza, i diritti per il cui raggiungimento occorre rimuovere gli ostacoli. L’integrazione con altre culture e comunità. La crisi della rappresentanza e della partecipazione. Il senso vero del Parlamento,il più giovane ed il più femminile. La Costituzione che va fatta vivere ogni giorno, declinando e sviscerando i valori di cui è portatrice. La Resistenza e la Liberazione. I diritti civili, che debbono vivere ovunque.
Le parole contro i corrotti. La fermezza davanti a fondamentalismi che non si sconfiggono rifugiandoci dentro ai “fortini nazionali”. La cooperazione internazionale.. Il suo essere arbitro della Costituzione, che chiede ai giocatori di aiutarlo. Tanti i messaggi importanti in poco più di 20 minuti di discorso.
Un messaggio interrotto da troppi applausi, (solo perché poco azzeccati e non perche non meritati). Un discorso che scorreva mentre un improbabile Calderoli sciarpato come fosse sul K2 e un immobile Di Maio, restavano fermi, senza applaudire e senza alzarsi dal proprio posto.
Se alzavi lo sguardo su in alto, nelle tribune riservate agli ex Parlamentari restavi impressionato dall’insieme di ex Dc, alcuni di quei quali mi riportavano alle immagini di qualche tg in bianco e nero.
Il Governo al completo nei banchi davanti a lui. Il nuovo Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Una persona per bene. Un discorso breve e certamente vero. A me ha comunicato innanzitutto una grande umanità, una sobrietà mai timidezza, un garbo mai traducibile in insicurezza, un tono sussurrato ma chiarissimo.
E mi è piaciuto anche quell’attimo in cui il Presidente, nel suo discorso alle Camere, si è fermato un secondo perché ..aveva smarrito una pagina…”scusatemi, ma è una cosa importante”..era il passaggio
sulla presenza di giovani e di donne. Adesso i commenti giornalistici, degli analisti politici, dei conduttori passeranno ai raggi X anche le virgole per giorni..questo è invece solo il mio sentire, e ve lo regalo volentieri.
#BuonLavoroPresidente
W la Costituzione
C’è tanto da fare ma sappiamo di poter contare su un buon arbitro.

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