Ranza verso il collasso, imbarazzante la replica di Alfano

Una risposta insoddisfacente, che non dice nulla di nuovo sulla situazione del carcere di Ranza. Che i problemi del penitenziario di San Gimignano siano comuni a tutte le carceri italiane non ci consola affatto: è semmai la conferma di come il sistema carcerario sia ormai al tracollo, nonostante i roboanti annunci del Governo. Intanto i problemi di Ranza continuano ad aggravarsi, mentre Alfano ne rimanda la soluzione alla realizzazione del fantomatico ‘piano carceri’, annunciato ormai un anno fa, e del più recente ‘piano straordinario’, entrambi rimasti però lettera morta.
La prima risposta ufficiale del ministero a distanza di due anni e mezzo dalla mia prima interrogazione è quasi imbarazzante: generica, non aggiornata sui numeri, priva di qualunque soluzione e di indicazioni precise sui tempi, il personale, la struttura, i detenuti, la direzione. Un ministero evidentemente troppo occupato scrivere e riscrivere leggi ‘ad personam’ a tutela del premier per occuparsi seriamente delle carceri italiane.
Il sottosegretario Casellati ha dichiarato che la situazione dell’istituto di San Gimignano sarà suscettibile di ‘sicuro miglioramento’ con l’attuazione del piano carceri. Peccato che il ‘piano carceri’ sia stato annunciato dal Governo esattamente un anno fa (gennaio 2010) e da allora sia rimasto lettera morta. Il piano prevedeva la dichiarazione dello stato di emergenza fino al dicembre 2010, periodo entro il quale dovevano essere realizzati 47 nuovi padiglioni all’interno delle carceri esistenti e creati 5mila nuovi posti in più entro l’anno appena concluso. Quanti ne sono stati realizzati? Certamente nessuno a Ranza, dove al contrario la situazione continua a peggiorare giorno dopo giorno, in un clima di tensione che sfocia troppo spesso in episodi gravissimi e pericolosi”.
A Ranza gli incrementi di personale di cui parla il ministero, collegati alle procedure annuali di mobilità, non solo non colmano la carenza di organico della struttura, ma non bastano neppure a rimpiazzare gli agenti che sono andati in pensione in questi ultimi anni. Per quanto riguarda il direttore, sostanzialmente il sottosegretario ci ha detto che attenderemo ancora anni prima di poter contare su una figura in pianta stabile. Questo in un quadro di assoluta emergenza, con il personale costretto a continui turni straordinari e una situazione di rischio continuo, non solo per il personale che vi opera ma anche per la cittadinanza di San Gimignano, come non mancano di sottolineare le istituzioni locali e i rappresentanti degli agenti di polizia penitenziaria. Noi non ci fermeremo e continueremo il nostro impegno accanto agli enti locali, al personale penitenziario e ai detenuti.

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