Siamo un popolo razzista? No, non lo siamo. Dobbiamo preoccuparci? Sì, dobbiamo.
Dagli spari ai pestaggi fino agli insulti. Abbiamo assistito a un crescendo di episodi nel nostro Paese. Episodi di odio etnico e di intolleranza verso i migranti e in alcuni casi di mero odio nei confronti di cittadini di pelle nera. Secondo Lunaria, associazione di promozione sociale attiva dal 1992, da gennaio a marzo di quest’anno si sono verificati ben 169 episodi di razzismo e solo nell’ultimo mese e mezzo se ne contano almeno una quindicina. Tra questi anche l’aggressione avvenuta meno di una settimana fa a Vicofaro, vicino Pistoia, dove due giovani italiani hanno sparato alcuni colpi di pistola contro un migrante africano di 24 anni del Gambia, Buba Ceesay, ospite della parrocchia di Don Massimo Biancalani. I due aggressori, inoltre, avrebbero insultato il giovane con frasi razziste. Anche in questo caso si è trattato di un atto di violenza gratuita, che prova, in maniera inconfutabile la crescita incontrollata degli episodi di razzismo, xenofobia e intolleranza nel nostro Paese. In queste ore emergerebbe che i responsabili dell’aggressione siano due minorenni, che hanno definito il loro atto “una goliardia”. Anche questo ci dice molto sull’urgenza di intervenire in questa società. Se prendi un’arma, consapevolmente cerchi un immigrato, lo insulti con epiteti razzisti e spari, anche se è una scacciacani, quello è un atto da Ku Klux Klan.
È chiaro a tutti, tranne che al ministro Matteo Salvini e al suo Governo, che siamo di fronte a un vero e proprio allarme razzismo che è gravissimo minimizzare o ancora peggio rimuovere, come fa lo stesso Salvini. È giunto il momento che il Governo faccia qualcosa. Per questo ho chiesto, attraverso un’interrogazione urgente, che porta la seconda firma del capogruppo Del Rio a Giuseppe Conte e Matteo Salvini di spiegare quali iniziative intendono intraprendere per contrastare e prevenire i gravissimi episodi di razzismo e xenofobia che nelle ultime settimane si sono moltiplicati nel nostro Paese.
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