Adesso il Piano è una realtà. Approvato da Parlamento e Governo e trasmesso a Bruxelles. Oltre 220 mld di euro, prevalentemente per investimenti, in buona parte a fondo perduto.
La scorsa settimana sono intervenuta durante la discussione generale in Aula sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Come il Partito Democratico ha più volte sottolineato, siamo di fronte a un piano che ha risorse e obiettivi importanti, che compie scelte innovative, penso alla condizionalità delle misure sulla assunzione di giovani e donne al rilievo del sud, alla mole di risorse per la sostenibilità, ma al Paese serve un patto economico e sociale da stipulare tra istituzioni e parti sociali, come avvenne nel 1993, affinché il Paese si muova con decisione nella stessa direzione e si possano riparare i danni della pandemia, realizzando un modello di crescita che affondi su diversi paradigmi. Per quanto riguarda l’agroalimentare ho sottolineato l’importanza del rafforzamento dei sistemi alimentari dalla terra alla tavola, capaci di garantire sicurezza alimentare, reddito ad imprese e lavoro, presidio territoriale, riduzione degli input chimici e crescita della sostenibilità. Non possiamo fermarci adesso, ma dobbiamo continuare a lavorare per costruire un Paese più moderno, più connesso, più istruito, più verde, più giovane, più femminile e più equo: è possibile e ora abbiamo le risorse e il dovere di realizzarlo.
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