Le parole di Vandana Shiva sull’importanza di ripartire dalla terra, dalla qualità del cibo e dall’agricoltura per rilanciare l’economia del Paese per uscire dalla difficile situazione di crisi che sta attraversando, hanno aperto la tavola rotonda che si è svolta ieri, sabato 16 febbraio, al Circolo Arci di Pianella. L’iniziativa, dal titolo “Cibo, alimentazione, agricoltura, biodiversità e territorio. E se il futuro passasse da qui?”, organizzata dalla candidata Pd alla Camera dei deputati, Susanna Cenni, ha visto la partecipazione e gli interventi di Roberto Burdese, presidente nazionale di Slow Food; Stefano Masini, responsabile nazionale ambiente di Coldiretti; Maria Grazia Mammuccini, responsabile elaborazione con associazioni biologiche del documento su Pac agricoltori e Luca Brunelli, presidente Cia giovani. Alla tavola rotonda è seguito un confronto tra amministratori locali e produttori sulle “Buone pratiche in terra di Siena”.
“Stiamo affrontando un periodo di crisi e di grande cambiamento – ha detto Susanna Cenni aprendo la tavola rotonda – di cui dobbiamo essere protagonisti e non semplici spettatori. Di fronte a un modello economico fondato sul liberismo esasperato che ha fallito dobbiamo mettere in campo ricette nuove. Parte di questo cambiamento può venire dalla terra, dal valore del cibo e dalla possibilità di ridare valore all’economia reale. Deve essere messa in atto un’inversione di valori che potrà avvenire solo se si adottano nuovi paradigmi dello sviluppo, se si investe sulle nostre peculiarità, sulla dimensione territoriale, sulle comunità, sull’agricoltura. In questi anni ho presentato alcune proposte di legge che avevano al centro la biodiversità e la tutela dell’agricoltura. Non è stata una legislatura attenta con il mondo agricolo, fatta eccezione per la legge sull’etichettatura e a quella sull’olio d’oliva, che devono comunque ancora superare alcuni passaggi a Bruxelles. Biodiversità, accesso dei giovani alla terra, semplificazione, agricoltura sociale e tracciabilità, saranno i temi sui quali continuerò a lavorare”.
“In questa campagna elettorale così confusa – ha detto Stefano Masini – trovarsi a discutere di agricoltura in un’iniziativa pubblica rappresenta un momento importante che ci dà speranza per i prossimi anni. Nella società odierna il cibo è prodotto in larga parte per essere venduto e non per essere mangiato, facendone una semplice questione di economia. A noi questo modello di agroalimentare non piace, perché sulle nostre tavole non arriva solo il sapore del cibo, ma tutto quello che vi sta dietro, la sua storia, la cultura della terra di provenienza. Per questo credo che sia importante ripartire dal locale, dalla rete che può svilupparsi tra i piccoli imprenditori, che realizzano prodotti in cui si legge la creatività e la cultura oltre che il sapore. Per far ripartire l’economia e la crescita del nostro Paese serve un’economia verde, che possa contare sulla presenza di scuole di specializzazione che possano fornire alle nuove generazioni le competenze per realizzare prodotti di qualità. L’agricoltura, infatti, ha un forte potenziale per creare nuove fonti di occupazione per i giovani”.
“I prossimi cinque anni – ha aggiunto Roberto Burdese – saranno decisivi, se non ci muoviamo con delle decisioni sarà troppo tardi. È necessario intervenire al più presto per tutelare i processi produttivi del nostro Made in Italy, altrimenti tra pochi anni non stringeremo più niente. Ci sono delle scelte strategiche da prendere sui temi della legalità, dell’inquinamento e del consumo di suolo, necessarie per tutelare il nostro Made in Italy. Se non prendiamo scelte decisive in questi ambiti e per la difesa del sistema e dell’occupazione in questo settore, sarà troppo tardi. È sicuramente alla politica che competono queste scelte strategiche, e confidiamo nel lavoro di Susanna Cenni, ma da parte nostra dobbiamo impegnarci continuando a dare i nostri contributi. Siamo disponibili al dialogo e a metterci costantemente in gioco, aperti al confronto con gli eletti per proporre e portare avanti progetti importanti”.
“L’agricoltura e il cibo – ha detto Maria Grazia Mammuccini – sono punti strategici per l’economia del futuro. Tematiche come quelle affrontate oggi forniscono esempi per il futuro e dovrebbero stare al centro delle politiche economiche. Il sistema deve tornare a basarsi sull’economia reale e il biologico può essere un riferimento utile per il futuro. Le risorse dovrebbero essere usate in modo strategico per chi produce ambiente e prodotti di qualità per i cittadini, mettendo al posto dell’uso dei prodotti chimici, l’occupazione delle persone. A livello territoriale dovrebbero essere sviluppate attività che possano coniugare l’agricoltura con altri ambiti sociali, dando vita a operazioni strategiche che possono rilanciare l’occupazione. Le risorse dovrebbero essere destinate ai progetti per il territorio mirati alla ricostruzione di un’economia locale che riparta dall’agricoltura per creare sviluppo anche in altri settori”.
“La crisi attuale – ha aggiunto Luca Brunelli – è drammatica, ma ci ha fatto capire che il settore primario è l’unico in cui possiamo continuare a credere, perché è l’unico basato su un’economia sana e reale. Gli agricoltori sono i pittori del Made in Italy. È il nostro valore aggiunto, e possiamo continuare a fare questo lavoro inserendolo in un contesto generale, che vede al più presto la costituzione degli stati uniti d’Europa, perché da soli non possiamo farcela. Si devono creare le condizioni per avvicinare i giovani all’agricoltura, sbloccando i terreni e rendendo più semplice ottenere credito. In Italia c’è bisogno di una riforma totale, dobbiamo trovare la forza per cambiare la gestione del terreno. Ci sono tanti terreni pubblici che potrebbero dare risposte ai giovani per i propri progetti, ma se non riusciamo a raggiungere in tempi brevi la costituzione di una Banca della terra non possiamo portare avanti il nostro progetto di impresa che potrebbe essere molto produttivo”.
“Ripartire da qui – ha concluso Susanna Cenni – investire sulle nostre comunità, sulla produzione e sul valore del cibo, sulle relazioni che attorno all’agricoltura si possono costruire, sul bene comune territorio, sul diffuso impegno civico che sta crescendo attorno al consumo critico, fa bene all’agricoltura, ma anche alla democrazia. Le proposte emerse oggi sono interessanti, alcune avevano già preso il cammino nella precedente legislatura, su altre ci muoveremo in questi anni. Ne aggiungo anche una mia per il nuovo governo di centrosinistra, il mio progetto 20-20-20 per la semplificazione: 20 alti dirigenti del Mipaf in 20 differenti aziende agricole italiane, per 20 giorni, per mettere a punto un serio programma di snellimento della burocrazia agricola”.
Le proposte. Durante la tavola rotonda i relatori hanno consegnato alla candidata Pd, Susanna Cenni, alcune proposte su cui lavorare nei prossimi anni: voucher a fiscalizzazione zero; incentivare la filiera corta; revisione del fisco; trasparenza della qualità; dimezzamento dei tempi per la burocrazia; la creazione di valore per la comunità, legando l’agricoltura al sociale, anche secondo la filosofia di Slow Food; la legge sul consumo del suolo; una riforma della scuola concepita come primo luogo di costruzione della comunità. E ancora: gestione della Pac; accesso alla terra da parte dei giovani; agricoltura sociale; acquisti pubblici verdi da agricoltura locale e biologica; biodiversità; investimenti in ricerca e innovazione; Banca della Terra; patto tra generazioni; banda larga sui territori rurali.
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