Sai che c’è di nuovo?

 

Lo spoglio in Sicilia procede lentissimamente mentre scrivo, da questa notte si dibatte, si analizza e si dicono anche sciocchezze su exit pool e proiezioni. Non so ancora quali saranno i numeri definitivi, ma la tendenza è molto chiara: il centrodestra si ricompatta e si prepara a guidare la Regione, il M5S segue di poco, il centrosinistra si schianta e sprofonda, non raggiungendo nemmeno lontanamente con le somme tra l’aggregato a sostegno di Fabrizio Micari e i voti di Claudio Fava quel 36/38% su cui competono i primi due.

Stefano Folli, nel suo editoriale di oggi, pronuncia parole da brivido con cui fare i conti: “l’irrilevanza” del Pd nella partita di queste ore. Completamente sfasate rispetto alla realtà appaiono le parole di chi già da ieri sera, in affrettate apparizioni televisive, faceva l’elenco dei colpevoli individuandoli nei fuoriusciti dal Pd, in Grasso e nello stesso Micari, senza provare a pronunciare intanto saggi e cauti ragionamenti sugli errori compiuti, in attesa dei numeri conclusivi.

Non si possono liquidare, ancora una volta, amari e preoccupanti numeri nella casella dei “casi locali”, prendiamo sberle da troppo tempo, è tempo di parlarne sul serio ed è tempo non di vendette, ma di ragionare sulla ricostruzione del centrosinistra.

Abbiamo una nuova legge elettorale. Dopo la Camera anche il Senato ha approvato il testo. La norma reintroduce collegi e combina una quota di maggioritario con i collegi uninominali, con una quota di proporzionale attraverso brevi liste. Non è la legge che avrei voluto, ritengo che avremmo potuto migliorarla accogliendo alcune richieste di MDP, come il voto disgiunto, ma la ritengo comunque migliorativa del testo sopravvissuto alle osservazioni della Consulta almeno per un paio di ragioni: intanto la competizione si sposta dall’interno delle singole forze politiche (questo sarebbe accaduto con collegi enormi e preferenze), alla competizione tra partiti diversi. La seconda ragione è che, pur con i limiti sopra richiamati si può lavorare a coalizioni.

Purtroppo apporre la fiducia ancora una volta sulla legge elettorale ha prodotto ennesime fratture, tra queste l’abbandono del Presidente del Senato Pietro Grasso, un abbandono pesante.

C’è di nuovo anche qualche buona notizia. Nel senese la buona notizia si chiama Andrea Valenti. Andrea ha ottenuto il miglior risultato nel congresso del Pd provinciale. Un risultato che lo ha visto prevalere in 20 Comuni, e in totale quasi raddoppiare i consensi ottenuti in Terra di Siena dalla sinistra nel congresso nazionale della primavera scorsa.

Un cammino, il suo, ritmato da un passo da montagna, in salita, ma con uno zaino di idee, proposte e contenuti. Uno stile pacato ma determinato.

Un cammino condiviso con tanti e tante che si è alimentato strada facendo di convinzione e passione. Sarà l’assemblea provinciale, dopo una verifica dei numeri, la validazione dei risultati dei recuperi, a stabilire chi guiderà il Pd provinciale. Ci saranno occasione di confronto tra i candidati, si valuterà la possibilità di convergere o meno su opzioni unitarie, lo vedremo presto. Resto comunque convinta che sarebbe un errore grande non consentire ad Andrea un ruolo guadagnato sul campo.

Tra le nuove vi segnalo poi una buona lettura, cibo utile per il pensiero e un po’ anche per l’anima della sinistra. Si tratta del libro di Gianni Cuperlo, un saggio edito da Donzelli: “Sinistra, e poi. Come uscire dal nostro scontento”.

Ne ho terminata la lettura qualche giorno fa. È un viaggio meditato nella storia recente della sinistra, nei cambiamenti di questo tempo in cui le destre tornano ad avanzare, a vincere e a interpretare malumori e populismi, ma anche il malessere prodotto da ineguaglianze vecchie e nuove. E la sinistra? Quella scomparsa elezione dopo elezione dal panorama europeo e traballante in Italia? È della ricostruzione di una sinistra grande che torna a parlarsi ed a parlare il linguaggio degli ultimi e del futuro che Gianni Cuperlo si occupa in questo suo lavoro, con proposte, riflessioni, e con la determinazione forte nell’uscire “dall’inverno dell’amarezza” per provare a cercare un nuovo inizio, l’inizio di una “sinistra di governo, capace di non fare del Governo il messia”.

E alla luce dei dati di oggi, quanto bisogno ne abbiamo…

Susanna