Dimenticare e archiviare una tragedia come quella di Sant’Anna di Stazzema, riportata alla luce pochi anni fa, significherebbe arrecare un altro crudele colpo a una comunità che invece ricorda bene quello che è successo quel lontano, ma non troppo, 12 agosto 1944.
La notizia arrivata nei giorni scorsi sull’archiviazione, da parte della procura di Stoccarda, dell’inchiesta per la strage nazista in cui furono trucidati 560 civili, non può che lasciarci senza parole e con un grande senso di rabbia per un’ingiustizia che si ripete ancora. Una tragedia che è rimasta nell’oblio già per troppo tempo, di cui conosciamo l’esistenza solo dal 1994 e di cui non possiamo che immaginare l’orrore.
Con un’interrogazione presentata dall’onorevole Dario Franceschini, abbiamo chiesto al Governo di intervenire al più presto per individuare misure che scongiurino il rischio di cancellare la verità storica e giudiziaria sulla strage di Sant’Anna, giungendo a un completo riconoscimento da parte della Germania delle sentenze emesse dalla magistratura militare italiana. Vorremmo inoltre capire se le richieste di esecuzione della pena per i condannati in via definitiva in Italia siano state inoltrate alle autorità tedesche e, se questo non è avvenuto, vorremmo conoscerne i motivi.
Non possiamo rimanere a guardare mentre viene archiviata una delle pagine più nere della storia del nostro territorio e del nostro Paese. Una strage che ha coinvolto un’intera comunità, per la quale le famiglie delle vittime non hanno mai chiesto un centesimo di risarcimento ma solo di moltiplicare iniziative per la pace e la fratellanza tra i popoli. Una comunità, però, che non vuole dimenticare. E non vogliamo farlo nemmeno noi.