Sconfiggere la stagione dell’odio, dar voce all’Italia migliore

In questi giorni mi è capitato spesso di pensare all’inizio di questa legislatura. Un inizio complicato, dopo una sconfitta pesante. Tutte le ipotesi in campo, compresa quella di un immediato ritorno al voto. La scoperta triste di un sistema tripolare, del ritorno del proporzionale. Una situazione anche figlia di tanti nostri errori, di sottovalutazioni, di qualche peccato di presunzione. Ricordo la nostra delegazione al Quirinale (tutti maschi), ricordo le discussioni della direzione, e ricordo anche gli hashtag che giravano nel nostro partito, quel passaggio che impedì di svolgere una discussione politica sull’ipotesi di un confronto con il M5S. “Che Governino” si disse, quasi come fosse una punizione. Purtroppo la punizione, rappresentata da quella saldatura tra Lega e M5S, è stata inferta al Paese e non a due forze politiche.

Sono stati mesi contrassegnati da errori clamorosi e scelte politiche che hanno condotto il nostro Paese nuovamente dentro a numeri pericolosi per economia e lavoro, e dentro al tunnel di un triste isolamento, fino a giungere all’epilogo ferragostano, al delirio Salviniano che tra il suo tour sulle spiagge a torso nudo, e gli ultimatum alle ONG, ha aperto la crisi di Governo.

Un agosto complicatissimo che nella mente del leader della Lega doveva tradursi in una fiera del populismo (i parlamentari salteranno le ferie), dell’arroganza e si è invece probabilmente trasformata in una sorta di suicidio politico. Un suicidio che intanto ha visto una vittima gradita: la fine del Governo del “cambiamento”.

Un agosto che ci ha visto discutere in due importanti direzioni nazionali e consentire, con riserve e certamente non a cuore leggero, l’apertura di una fase politica del tutto nuova e certamente inaspettata: la possibilità di un nuovo Governo di legislatura con il nostro partito assieme al M5S e a LeU.

Sono state settimane difficili che hanno visto una conduzione saggia e cauta da parte del nostro Segretario Nicola Zingaretti. Difficili perché per molti di noi la strada maestra sarebbe indubbiamente stata rappresentata dal ritorno al voto, pur consapevoli dei sondaggi e del rischio di una vittoria netta della Lega.  Ne abbiamo discusso, ci siamo ascoltati, anche nel nostro partito. Posizioni diverse. Quella di Renzi che ipotizzava un governo che avesse come orizzonte la legge di bilancio e poco più. Quella di chi riteneva impossibile discutere con chi ci aveva insultato fino a poche ore prima. Dubbi, riserve.

E invece alla fine si è ragionato in profondità verificando un’altra opportunità: quella di un Governo di svolta che abbia come orizzonte la Legislatura e alcune sfide fondamentali. Una svolta green che assuma la sostenibilità ambientale e sociale come chiave delle politiche pubbliche, il rispetto per la natura parlamentare della nostra Repubblica, una grande discontinuità con il Governo precedente, la chiara collocazione europea, una svolta nelle politiche economiche, un cambio radicale delle politiche sull’immigrazione. In sintesi una rivoluzione rispetto a questi 14 mesi di Governo giallo- verde.

Su quella base il segretario e la delegazione del Pd (stavolta non solo maschile) si sono recati alle consultazioni presso il Quirinale.

Come correndo sull’ottovolante è iniziato un serio lavoro di approfondimento tematico da parte nostra che ha visto lavorare partito e gruppi parlamentari. Contestualmente sono iniziate le schermaglie di alcuni esponenti del M5S, a partire dal suo leader Di Maio, che hanno visto traballare trattative e scenari in più occasioni, fino a giungere a queste ore, e all’ultimo passaggio presso il Quirinale.

Nell’ultima nostra Direzione, Nicola Zingaretti ha svolto una relazione tesissima, complessa e molto appassionata, salutata da un emozionata standing ovation. È stato un momento molto coinvolgente e devo dirvi che faccio fatica a trovare in questi anni un altro passaggio che mi ha fatto sentire cosi in sintonia con chi parlava. Io credo che il nostro segretario abbia sentito in questi giorni di crisi tutto il peso di una responsabilità enorme, che ancora una volta ci ha visto privilegiare gli interessi del Paese e quelli del nostro Partito, scegliendo di tentare una strada nuova.

Pochi minuti fa il Presidente Mattarella ha dato incarico a Conte di comporre la squadra e il programma, non so ancora come concluderemo questo passaggio, se il Governo nascerà davvero, o se la corda sarà tirata troppo, ormai è questione di ore ma credo che sia giusto verificare, fino in fondo e con serietà, la possibilità di contribuire a un cambio di scenario impensabile fino a poche settimane fa. Un cambio di scenario utile a rimettere in discussione una deriva populista anche nel nostro Paese. Un cambio di scenario che ci consenta di tornare a costruire un protagonismo in Europa, alleanze, relazioni positive nell’UE e nel mondo. Un cambio di scenario che ci consenta di rompere equilibri e determinarne altri in termini di alleanze e di prospettive sociali e culturali. Nuove connessioni sociali e sentimentali al posto della semina del rancore, della paura, dell’odio. Sarà possibile che ciò avvenga? Io non sono in grado di saperlo, ma penso che se c’è una sola possibilità di esplorare questa strada, sia giusto provarci.

Vi consiglio di leggere la relazione del Segretario, e vi suggerisco anche di leggere il diario che Gianni Cuperlo ha scritto ogni giorno durante questa crisi. Credo che consentano di capire molto più di quanto molti editorialisti abbiano provato a scrivere.

Non sono stati giorni facili per chi vuole bene al Pd e all’Italia, e forse non è ancora finita. Vedremo prestissimo se il sentiero percorso diventerà una strada percorribile.

Intanto io credo che abbiamo avuto la conferma di avere una guida saggia e capace nel Pd nella figura del Segretario, e una luce nella gestione del Presidente della Repubblica Mattarella.

In un tempo come questo, il confronto tra chi si è improvvisato dj al Papeete, e chi continua a difendere la nostra Repubblica e la nobiltà della politica è almeno abissale.

Speriamo di farcela, ma se così non fosse, non possiamo certo dire di non avercela messa tutta, e a quel punto ognuno si assumerà le sue responsabilità e ci prepareremo al voto.

In queste settimane, che certamente ci hanno visto fare poche vacanze, si è discusso molto nelle nostre feste, nelle sedi di Partito, ma anche tra le persone comuni. Ecco. non smettiamo mai di farlo, perché anche questo è un pezzo di ricostruzione di quel fronte riformista, di sinistra di cui c’è tanto bisogno.

Ha ragione Nicola, c’è davvero un’Italia migliore, più bella a cui dare voce. Noi dobbiamo provarci.

Ci aggiorniamo presto.

Susanna

One thought on “Sconfiggere la stagione dell’odio, dar voce all’Italia migliore

  1. Ciao Susanna, mi aspetto di vederti riconosciuto il ruolo positivo che hai sempre avuto per la nostra terra e la nostra agricoltura tutta. Se ci fosse bisogno ti rinnovo la mia fiducia per il lavoro che ti attende ….
    Un abbraccio Maurizio Mazzariol

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