Se finisce una storia durata vent’anni, si può ripartire

La settimana parlamentare si è conclusa con l’approvazione dell’aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF). Spietato, ancora una volta nei suoi numeri: il 2013 si concluderà con un – 1,7% del Pil, in cinque anni 1.600.00 posti di lavoro in meno, 8 punti e mezzo di Pil persi, oltre 22 punti di produzione industriale sfumati.Dietro ai numeri ci sono persone, imprese, vite sempre più difficili, negozi che chiudono e attività artigianali che si fermano. La povertà, perché così si chiama, torna a essere una cifra consistente e reale nel nostro civile Paese. Così come l’impossibilità per molte famiglie di far fronte a una spesa imprevista, fino alla rinuncia alle spese sanitarie.Quanto accaduto la scorsa settimana con la sceneggiata del senatore Berlusconi, la facilità con cui è passato da una posizione al suo esatto opposto, i “falchi”, le “colombe”, i “pitoni” e le “pitonesse”, oggi si fanno appannate, secondarie e assumono finalmente il giusto peso. Non possono più essere le vicende giudiziarie di un singolo, anche se questi ha condizionato la vita del Paese per 20 anni, a decidere la vita o la morte di un Governo. L’Italia è altro e altre sono le priorità vere cui dedicare attenzione.Enrico Letta ha fatto bene a portare la crisi in Parlamento, davanti agli occhi di tutti, così come la sua fermezza lo ha reso più forte.Non sta a noi occuparci delle vicende interne al Pdl o della nuova Forza Italia, ma è certo interesse di tutti che quella parte diventi uno schieramento politico svincolato da un “titolare”. Sappiamo bene che il Governo Letta non è quello che avremo voluto. Ma oggi questo Governo c’è, Enrico Letta si sta impegnando per ricostruire la credibilità internazionale del nostro Paese e per assumere un ruolo più forte nello scenario europeo e internazionale. Si tratta di un passaggio fondamentale per modificare e attenuare l’impostazione rigida delle istituzioni politiche e finanziarie europee, a oggi troppo incentrata sul rigore dei conti pubblici.Certo non basta. La legge di stabilità sarà la prova più importante, e nonostante gli ambiti di operatività molto ristretti, dovranno esserci provvedimenti chiari e tangibili per imprese e famiglie, attenuando pressione fiscale e attivando strumenti di sostegno allo sviluppo. Letta ne ha parlato nel suo discorso alla Camera e al Senato e lavoreremo per questo nelle Commissioni. I tempi e gli ambiti di credibilità e di fiducia dal Paese sono stretti. La criticità dei giorni scorsi è stata l’ennesima occasione per ricordare a tutti l’assoluta urgenza di accelerare il percorso per varare la riforma elettorale, che è fondamentale per eleggere maggioranze chiare quando torneremo al voto Presto si celebrerà il nostro Congresso. Non possiamo permetterci di farne un passaggio rituale, o di ridurlo ad un “votificio” senza discussione. Il Pd, la vera sinistra italiana può essere la vera speranza di riscossa di questo nostro Paese. Abbiamo il dovere di costruire una visione dell’Italia capace di riscattarsi, reagire, ricostruire, rinnovandosi e mettendo in campo una nuova classe dirigente. Nei territori, nei circoli e a livello nazionale possiamo contare su idee, piattaforme, uomini e donne. Io credo che Cuperlo, Renzi, Civati siano già un altro Pd. Lo abbiamo visto e ascoltato nei loro interventi all’assemblea nazionale. Per cui, indipendentemente da chi vincerà, saremo altro e parleremo altri linguaggi archiviando giorni opachi e gruppi dirigenti vecchi. I Congressi sono un passaggio e in questo senso dobbiamo lavorare affinché siano un passaggio vero e verso il meglio.

Anche il Pd senese può decidere se infilarsi nuovamente in una stagione di accordi fra parti che non vogliono fondersi sul serio, oppure intraprendere una strada nuova capace di mettere in campo idee per la ripresa e per lo sviluppo della nostra terra, che partano da una totale e completa re-immersione nella società. E’ giunto il momento di superare gli interessi di bottega e ripartire dai contenuti, dai valori e dal riconoscimento reciproco, altrimenti ricadremo negli errori del passato. Anche nel nostro territorio il Congresso e la scelta del segretario non possono ridursi a un puro “votificio”. O si cambia o si muore, e le energie, la voglia di dare un contributo ci sono. Io stessa le ho toccate con mano durante gli incontri e i numerosi momenti di confronto durante le primarie dei parlamentari. I congressi sono passaggi, non rese dei conti e si fanno per costruire. Proprio in virtù di questo ragionamento ho scelto di sostenere Gianni Cuperlo, perché è l’uomo che più mi sembra esprimere la voglia di ricostruire un luogo collettivo, una comunità politica che torni a credere in una grande avventura: una nuova sinistra italiana, ricca dell’incontro con il cattolicesimo popolare, con l’ambientalismo, con il civismo diffuso, che affonda le radici nei valori grandi e drammaticamente attuali dell’eguaglianza, dell’equità, e che guarda alle sfide per superare la crisi con occhi nuovi. Un uomo forse poco avvezzo a bucare il video ma che ha l’ambizione di “bucare le coscienze”. Un uomo che vuole impegnarsi per costruire sul serio il Pd. Mi fido di lui e mi impegnerò per sostenerlo.

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