Se le riforme istituzionali cancellano l’agricoltura…mi permetto di segnalare che qualche “saggia” riflessione e’ sfuggita

Certo andranno approfonditi e letti attentamente i documenti delle commissioni dei saggi, ma la riserva e’ quantomeno legittima. Si perché non scompare solo la commissione agricoltura da Camera e Senato nel l’ipotesi di accorpamento e riduzione…a differenza di altre materie, scompare proprio la parola agricoltura.

E non è semplice a naso indovinare dove verrebbe inserita la competenza perché forse ai saggi sfugge che l’agricoltura è ambiente, è paesaggio, è salute, è sociale, è politiche europee, è artigianato e industria….e certo molto altro.

Da anni sul tema nel Paese è aperta una discussione. Abbiamo avuto referendum che hanno cancellato i Ministeri del Turismo e quello delle Politiche Agricole, abbiamo avuto la modifica del titolo v della Costituzione e che assegna competenza alle Regioni in Materia. In altri Paesi Europei (Spagna,  Regno Unito) i Ministeri dell’Agricoltura sono accorpati con Ambiente o Attività Produttive, ma ovunque è chiaro il rilievo assoluto del comparto e delle politiche.  Ma ricordiamo anche che in sede Europea all’agricoltura e’ riservata una propria programmazione, proprio in virtù delle sue peculiarità.

Certo niente è intoccabile, ragionare sul futuro, sul riassetto istituzionale significa modificare, cambiare, innovare…ma sommessamente mi permetto di segnalare che proprio il comparto agricolo e’ quello che sta dimostrando di tenere in termini di occupazione, di addetti, mentre il resto sta pesantemente soffrendo questa terribile crisi, e forse meriterebbe adeguata attenzione e consapevolezza.

Solo qualche giorno fa ho partecipato ad un interessante convegno promosso dalla fondazione Jotti che analizzava i dati sulle donne in Agricoltura, i mutamenti e le straordinaria innovazione in atto attorno al tema del cibo. Imprese, lavoro, mutamenti dei consumi, filiere, cultura del cibo, economia. Una riflessione sul potenziale di cambiamento, sul contributo ad una diversa crescita. Una riflessione di donne, appunto, come noto in questo Paese…”poco sagge”.

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