Se non ora quando: parte da Siena il desiderio delle donne di contare e trasformare la società

A Siena il 9 e il 10 luglio scorso la parola è passata alle donne. C’ero anch’io tra l’enorme distesa rosa che ha pacificamente invaso la città, Piazza Sant’Agostino e Piazza del Campo per un importante momento di confronto trasversale, dal Sud al Nord, sulla vita e il lavoro delle donne, sulla società italiana e il futuro del Paese. E proprio dalla città del Palio i comitati di Se Non Ora Quando hanno lanciato un appello forte a tutto il Paese, promettendo di strutturarsi come una rete permanente, utile a ricostruire un immaginario nuovo nel quale possa definirsi la compiutezza di una libertà delle donne. Questa libertà parte da pratiche politiche fatte anche di parole e immagini nuove. In questa direzione mi sento di aver contribuito anche io  depositando una proposta di legge per la parità di accesso ai media e la tutela della dignità femminile. È stato interessante vedere sul palco una ricchezza e pluralità di voci eterogenee unite dalla voglia di dialogare, confrontarsi e condividere. Una riflessione vera e reale che mi ha permesso di acquisire testimonianze utili ad approfondire il racconto dell’esperienza di tutte quelle donne che già dal 13 febbraio avevano detto basta con le mobilitazioni di piazza. Il dibattito ha ruotato attorno ai temi della precarietà, della maternità e del lavoro. Diverse voci hanno condiviso i rischi della manovra finanziaria che, in un Paese come il nostro con un welfare inadeguato, aggrava la situazione, colpendo soprattutto le donne e scaricando su di loro i costi della crisi. Dal prato di Sant’Antagostino molti dei miei convincimenti, ma anche la ricca elaborazione delle donne del Pd, hanno trovato sintonia con il megafono di Se non Ora Quando pronto a dargli voce: la maternità come diritto a carico della fiscalità generale, il congedo della paternità obbligatorio e la denuncia dei tagli al welfare che costringono le donne a supplire con la loro attività di cura ai servizi e all’assistenza negata. Tante le riflessioni, le proposte e le azioni precise, una su tutte è quella che ho portato a casa: cambiare e guidare il Paese nel segno di una ritrovata unità e forza delle donne. Le donne, hanno stretto un patto e nonostante la diversità di pensiero mi auguro che la circolarità delle informazioni possa rendere le piazze future che ci ospiteranno sempre accoglienti. Chiudo ricordando le parole di Serena Sapegno, docente della Sapienza: “La spinta arriverà da un lavoro capillare di radicamento attraverso l’apertura a tutte le donne, diversamente impegnate nella società a tutte le competenze e a tutte le associazioni che fin ad ora separatamente e senza contatti hanno cercato di rispondere al desiderio delle donne di contare e trasformare la società”.   Un’ultima cosa voglio ricordare: la gioia, l’entusiasmo, vorrei titolarla così quella due giorni memore di uno scambio tra me ed Elettra Lorini: “la riscoperta dell’entusiasmo”. Ho fatto moltissime foto, dominano la scena donne sorridenti, consapevoli della loro forza travolgente in un Paese profondamente in crisi. L’ho scritto mesi fa su l’Unità: e se fossero le donne a licenziare il Premier? c’è del vero in quel mio pensiero riletto oggi, e sono contenta di averlo scritto quasi un anno fa.

One thought on “Se non ora quando: parte da Siena il desiderio delle donne di contare e trasformare la società

  1. Che bellissima festa per le donne di oggi e per le donne di domani. Finalmente ho sentito che il destino delle donne era a una svolta, che non saremmo tornate indietro. Se ci ripenso mi viene da piagere, perchè è stata un’emozione fortissima e bellissima essere a Siena in piazza Sant’agostino con tutte voi.

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