Se tocca a noi ….

“521 lo spread di mercoledì 25 luglio. Il giorno dopo sono apparsi timidi segnali di tenuta delle borse. Moody’s mette in croce anche la Germania. I sindaci hanno manifestato davanti al Senato. L’arrivo della spending review in aula al Senato è slittata almeno a oggi. Il Governo sta rivedendo alcune proposte su sanità ed enti locali, il nostro Partito sta spingendo in questo senso, e io spero che anche sulla riorganizzazione delle Province si prediliga il buon senso e il merito alla mera matematica, aprendo una fase di seria riorganizzazione dell’ordinamento dello Stato, che difficilmente si fa per decreto e senza un po’ di reale confronto istituzionale. Faccio un esempio? La Toscana, regione più boscata d’Italia, ha 700 operai forestali, la Sicilia 27 mila, si può pensare di tagliare in modo lineare? Io penso proprio di no. Con gli esempi potrei proseguire. La domanda interna è ferma. La Provincia di Siena ha avuto un ruolo importantissimo nello sviluppo locale e se si taglia anche il bilancio in corso, al mercato fermo vanno aggiunti lo stop a lavori già finanziati, strade e manutenzione delle scuole.

La fase è indubbiamente drammatica. La crisi è grave e inedita. Facciamo ancora fatica a comprendere razionalmente come pochi e potenti soggetti, attraverso un pc possano in poche ore portare un attacco violento alla stabilità di Stati democratici e sovrani, muovendo masse di titoli sui mercati finanziari, mortificando e rendendo fragile l’economia vera, la produzione industriale, il sapere e la fatica degli esseri umani, mettendo in dubbio le loro certezze, la loro fiducia nel domani, le condizioni di vita materiale e le loro speranze. Qualche collega esperto di finanza in questi giorni, di fronte alla mia valanga di domande sull’impossibilità di combattere questi effetti, mi ha risposto: “Susanna è il libero mercato…”.

Faccio fatica a capire, e indubbiamente Monti quando ha parlato di guerra non ha esagerato il termine.  E’  in atto un attacco violento, invisibile e massiccio. Siamo di fronte al capolinea di un modello di sviluppo, del liberismo esasperato, portato avanti e interpretato in occidente da Reagan e poi da Bush, cosi come dalla signora Thatcher in Europa, e ci sono gli errori drammatici tutti italiani, di cui Pdl e Lega portano enormi responsabilità, compiuti in questo Paese, soprattutto negli anni che vanno dal 2001 al 2006. Anni nei quali, dopo il nostro ingresso nell’Europa e dentro una fase economicamente favorevole, avrebbero potuto essere fatte riforme fondamentali senza i sacrifici e le ricadute che oggi stiamo vivendo. Ovviamente non è vero che da novembre (mese della caduta del governo Berlusconi) a oggi non sia cambiato niente. Sono state fatte in pochi mesi riforme che andavano fatte 15 o anche 20 anni fa, (certo noi non  lo avremmo fatto cosi). Abbiamo recuperato un ruolo e una credibilità fino a un anno fa impensabile nel contesto internazionale, e la cosa non è affatto indifferente per affrontare l’attualità. E’ stato Mario Monti, appoggiato da Hollande a portare sul tavolo europeo la proposta dello scudo anti spread e ci risulta indigeribile il ritardo per la sua partenza effettiva, condizionato al parere della corte suprema tedesca, che si pronuncerà solo il 12 settembre. Per questo agosto sarà un mese dannatamente delicato, in questo senso consiglio la lettura di un interessante contributo di Prodi su Il Messaggero di domenica scorsa.

“Adesso tocca a noi” ci ha detto Bersani all’ultima assemblea nazionale. E indubbiamente al Pd e alle forze progressiste toccherà guidare l’Italia nella fase più difficile dal dopoguerra a oggi, ma il mare di questi mesi ci farà vedere ancora onde altissime capaci di travolgere il Paese, e onde pesanti sono rappresentate anche dal populismo quotidianamente alimentato. Assieme questa tempesta può schiacciare economia e democrazia, e non credo sia esagerato parlare di una necessaria resistenza a entrambi. A settembre Bersani presenterà la sua carta di intenti, il Paese che vogliamo, il messaggio per le forze riformiste e progressiste per tirar fuori il Paese dai guai. E non può che toccare a noi, i giochi di forza di questi giorni di Pdl e Lega sul semipresidenzialismo, su singoli ordini del giorno, stanno ricordando agli italiani quale sia l’affidabilità di questi signori, e sgombrando dal campo i possibili equivoci di chi pensa che anche per il futuro si debba guardare ad alleanze di responsabilità. A essere responsabili purtroppo siamo solo noi, che ogni giorno siamo in campo con serietà e lealtà nel sostegno a questo Governo, ma combattendo per cambiare i contenuti che non ci convincono.

Ieri, nel disinteresse mediatico diffuso, abbiamo approvato alla Camera il decreto Sviluppo. Un provvedimento importante, uno spiraglio per distretti in crisi, per l’innovazione, anche per alcune situazioni locali. La crisi, come dicevo è pesante, ma non tutto è perduto. Ci sono energie, c’è ostinazione, c’è sacrificio quotidiano in tante nostre piccole e medie imprese che anche in questi mesi non si sono fermate e che dobbiamo accompagnare e supportare. C’è un’agricoltura che va avanti e c’è un Paese che ha bisogno di ritrovare forti ragioni di unità, di coesione, per combattere insieme in questa trincea e per progettare una reazione. In questi mesi nessun altro Paese ha fatto i nostri sforzi, sforzi che hanno bisogno di intravedere l’uscita dal tunnel per essere utili. Nei prossimi mesi Obama giocherà la sfida della sua rielezione, poi a primavera ci saranno le elezioni italiane e poi toccherà alla Germania. La speranza è nella nascita di un’altra Europa, un’Europa solidale, un’Europa capace di credere nel progetto europeo e nei suoi cittadini. Passa da qui e dalla possibilità di archiviare l’esperienza dei Governi conservatori, chiusi nel fortino nazionale, per continuare dopo la Francia la svolta che ha portato alla vittoria di Hollande, per inaugurare una stagione progressista in Italia e in Europa. Per questo la grande politica deve tornare con forza a occupare la scena”.

Susanna Cenni

One thought on “Se tocca a noi ….

  1. oltre alla ridondante e comprensibile retorica, avrei piacere di conoscere meglio le proposte che vengono avanzate, lo spreco e la cattiva gestione di denaro pubblico ha generato e continua ad alimentare il debito pubblico, ovvio che i tagli lineari sono sbagliati, ma analizzare la situazione e poi togliere in modo selettivo privilegi e sanare condizioni di vero e proprio furto autorizzato, richiede competenza e soprattutto coraggio.

Comments are closed.