#SeDiciConciliazione

Cara Antonella,

Care e cari tutti,

Mi spiace davvero non poter essere con voi per questo importante appuntamento, purtroppo i lavori parlamentari mi hanno trattenuta a Roma. Avrei voluto essere presente, per la scelta che avete compiuto di affrontare temi attualissimi, sui quali non sempre c’è una sufficiente attenzione, nonostante si tratti di questioni vere che riguardano la vita quotidiana delle persone, delle donne, delle famiglie, delle imprese.

Condivisione, conciliazione, congedi parentali, Family friendly policy, welfare aziendale, accanto ad un sistema di servizi che funziona, tante sfaccettature dello stesso,tema: come far vivere il più serenamente possibile alle donne, e riconoscere valore alla maternità da,  mantenere un’occupazione dopo la nascita dei figli, non ricevere penalizzazioni, riconoscere il ruolo delle famiglie nella società .  Il primo passo da compiere sarebbe affermare che tutto ciò non significa significa “parlare di donne” ma di un Paese che vuol provare a modernizzarsi e ad abbracciare una buona crescita, un Paese che sta realizzando alcune importanti riforme, ma che vede un nuovo stop nella natalità e che rischia di diventare molto presto un Paese di anziani.

Le politiche della conciliazione, la condivisione dell’onore della cura di bambini, anziani, hanno quindi il compito di affermare un’idea di Stato amico delle famiglie , adattandosi di volta in volta anche al contesto culturale di riferimento, che determina l’orizzonte di senso entro il quale agire; le normative di riferimento da questo punto di vista sono molte dal Testo Unico sui congedi parentali (D. Lgs. 151/2001) che riguarda la tutela della maternità e paternità e la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, premessa essenziale per una vita sicuramente più serena, ad alcuni degli articoli contenuti nel job’s act, nonché nella legge di stabilità 2016″ nella quale è prevista anche la possibilità di mutare il premio di produzione in servizi ai lavoratori ed alle lavoratrici, con un conseguente risparmio fiscale.

Il Testo Unico, proprio nell’ottica di un adattamento al contesto, subisce continui aggiornamenti, l’ultimo intervento dal punto di vista temporale è quello del Jobs Act, nel quale sono ulteriormente ampliate le tutele per i genitori, con particolare attenzione alle vittime di violenza di genere e gli individui con malattie degenerative, aumenta l’arco temporale entro il quale si può richiedere il congedo parentale e di conseguenza aumentano gli anni di congedo retribuito al 30%. Si inserisce anche la possibilità del congedo ad ore che permette il rientro a lavoro con orari ridotti, punto molto importante, se consideriamo che un dato stabile è quello per cui una madre a distanza di due anni dalla nascita del figlio non ha più un lavoro.

Interventi, norme che rappresentano risposte, ma non la soluzione definitiva. Ai tassi bassi di occupazione, si accompagnano infatti i tassi bassi di fecondità, e questi non si possono risollevare con strategie quali il raddoppio del bonus bebè, non perchè queste risorse non facciano comodo, ma perchè la monetizzazione dei bisogni per quanto mi riguarda non è convincente, soprattutto quando ha a che fare con il corpo e le scelte delle donne. Da decenni è noto che la natalità è più alta dove le donne lavorano di più, dove le donne possono accedere ad ogni carriera e campo di impegno, dove il welfare è forte, dove la condivisione del peso della cura tra uomini e donne è cosa certa e riconosciuta dalle norme. I piccoli segnali servono, ma ciò di cui davvero abbiamo bisogno a mio avviso, è una vera e propria rivoluzione culturale, ad oggi l’Italia è il paese in cui l’età delle mamme alla nascita del primo figlio è tra le più avanzate nei paesi europei, oltre i 30,5 anni, dobbiamo far si che momenti di dialogo, ascolto, come quello di oggi, siano alla base di ogni soluzione o proposta, dobbiamo farlo perchè il nesso tra lavoro e maternità merita risorse e grande attenzione, perchè investire anche sulle giovani donne significa costruire un futuro migliore per tutti noi.

Le leggi sono fondamentali, ma non bastano, i cambiamenti, le evoluzioni avvengono quando un sistema complessivo si mette in moto. Quel sistema è fatto da uomini e donne, da stato e da imprese, da comunità.

Credo che iniziative come quella che avete promosso oggi ci aiutano proprio a mettere in moto gli ingranaggi del sistema, per questo ve ne ringrazio molto, e spero davvero che possa rappresentare un buon inizio.

Grazie ancora e buon lavoro,

Susanna Cenni

 

 

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