Senza una guida

 

Immagino che sarete rimasti colpiti come me da quel gigante senza guida nel canale della Giudecca che ha speronato nei giorni scorsi un battello con centinaia di persone a bordo. Una scena inquietante. Una nave enorme, trainata, ma troppo grande per essere controllata. Da terra si comprende il pericolo e si cerca la via di fuga. L’impatto… poi il dibattito su ciò che si sarebbe potuto evitare. Una immagine fortissima. Angosciante.

Poi provate a ripensare a quella conferenza stampa del Presidente Conte che di fatto apre una crisi di Governo. Una crisi annunciata alle telecamere anziché alle Camere. Un messaggio che il Presidente inoltra ai suoi due vice tramite i giornali, le dirette, la comunicazione. Non siamo nel canale della Giudecca, siamo nei palazzi del potere esecutivo ed è quello che in teoria dovrebbe essere il comandante a parlare. Un Comandante invisibile per tanto, troppo tempo, che chiede ai suoi due azionisti se vogliono continuare. Ecco di fatto noi ad oggi non sappiamo chi guida il Gigante Paese e il rischio è di vederlo schiantare provocando danni ingenti, più ingenti di quelli che già sono stati prodotti ed è ogni giorno più grande.

I giganti non possono stare senza una guida certa.

Il nostro Paese è il secondo in Europa per dimensione industriali, il prestigio del nostro Made in Italy, della nostra Storia, della nostra Cultura, gli sforzi fatti per risalire la china occupazionale, economica, del debito pubblico negli anni dei nostri Governi. L’autorevolezza riconquistata nel contesto europeo e internazionale… tutto questo appare purtroppo lontano e diventa ricordo.

Una nave senza guida e un isolamento senza precedenti.

Una nuova lettera arrivata da Bruxelles che ci preavvisa.

Decreti fermi per veti contrapposti.

Chi c’è alla guida del Paese?

Il voto europeo ci ha consegnato luci e ombre. Tra le ombre c’è indubbiamente il risultato della destra, che assieme a Fratelli d’Italia va oltre al 40%, tra le luci il Pd che torna a essere la seconda forza del Paese e a recuperare, dopo la pesante sconfitta di un anno fa. Il M5S entra nel caos e rivela la sua fragilità di contenitore di protesta, ma vuoto di contenuti identitari e programmatici. Nonostante il successo in Italia le forze sovraniste non sfondano comunque in Europa e non potranno pretendere la guida delle istituzioni europee, e questo è confortante. Un po’ meno confortante è il fatto che il nostro Paese non sta partecipando a nessuna consultazione per le designazioni nei vertici, visto l’atteggiamento del nostro Governo.

Il nostro risultato nel voto amministrativo è stato migliore di quello alle Europee. Molto buono nella Provincia di Siena, e in buona parte della Toscana, a partire dal bel risultato di Dario Nardella a Firenze, da David Bussagli a Poggibonsi. La credibilità di una classe dirigente di qualità nei territori, nelle città ha fatto la differenza e spero sinceramente che così sia anche domenica prossima.

Domenica 9 giugno siamo al ballottaggio in 4 Comuni del mio collegio: Colle Val d’Elsa, Pontedera, Ponsacco, san Miniato. Cosi come a Livorno e Prato.

Ovunque la sfida è tra i nostri candidati di centrosinistra e la destra.

Abbiamo candidati autorevoli, capaci e credibili. La scelta è chiara: da un lato ci sono programmi e persone che investono su città aperte, coese, in cui le radici della nostra storia democratica permeano istituzioni e cittadinanza, comuni che investono sulla cultura e sul lavoro, sul sapere e sulla formazione, sull’infanzia e sulla terza età, sulla vivibilità dei centri e la relazione con le periferie e le aree interne, con la modernizzazione e la tradizione, sulla relazione con gli altri Comuni, con la Regione e con l’Europa.

Dall’altro c’è il progetto sovranista, la chiusura, il prima gli Italiani, l’isolamento. La destra. Il rafforzamento di una idea di Paese che ci sta portando a fondo.

Subito dopo il voto si è svolta la Direzione Nazionale del Pd. Il segretario Zingaretti ha dato subito un messaggio importante a tutti noi: prepariamoci al voto, ma soprattutto prepariamo l’alternativa da offrire al Paese. Facciamo capire agli italiani che hanno ricominciato a fidarsi di noi, che meritiamo tale fiducia.

C’è da lavorare molto. Aprire una seconda fase che si basa su due grandi assi: la sostenibilità della crescita e la questione sociale.

Tutti al lavoro.

Intanto per vincere il 9 Giugno.

Susanna