Susanna Cenni aderisce al Sit-in in memoria delle vittime della tragedia di Barletta

“Giovedì sera la grave situazione che vede i lavori della Camera di fatto bloccati dopo la bocciatura del rendiconto, non mi consentiranno di essere con tutti i senesi in piazza Salimbeni per ricordare le quattro operaie tessili e la giovane ragazza di Barletta, che solo poche settimane fa sono state inghiottite vive dal crollo della palazzina dove svolgevano il loro lavoro di operaie, al nero, per pochi euro all’ora.  Maria, Matilde, Giovanna, Antonella e Tina, cadute sul lavoro, cadute per l’incuria e la sottovalutazione da parte di chi non ha fatto fino in fondo il suo lavoro di verifica della stabilità del palazzo e figlie di una diffusa e taciuta situazione di precarietà e sfruttamento della manodopera femminile. Non potrò esserci di persona, ma desidero in ogni modo sentirmi in quella piazza, ancora una volta, accanto alle amiche del Comitato senese  di SeNonOraQuando, che dalla piazza del 13 febbraio non si sono mai fermate nel percorso di lotta ed impegno a tutela della dignità delle donne, impegnate per riscattare l’immagine del Paese e mettere al centro dell’agenda politica i temi legati alla condizione femminile”. Con queste parole Susanna Cenni, parlamentare del Partito democratico alla Camera, annuncia la propria personale partecipazione al sit-in in piazza Salimbeni organizzato dalle donne del 13 febbraio Siena – Comitato SeNonOraQuando, che si terrà giovedì 13 ottobre, alle ore 21.

“Mi sento di accentuare ancora di più la gravità dell’episodio ricordando a noi tutte e a noi tutti – continua Cenni – che nel giorno dei funerali delle donne di Barletta, il Premier intratteneva con barzellette e battute sul “partito della gnocca” i suoi amici nell’emiciclo della Camera e una nostra collega, che aveva osato manifestare il suo dissenso veniva pesantemente offesa dai parlamentari della Lega Nord. Questo non è un Paese per donne, e fondamentalmente non è un paese civile, se consente che tutto questo possa accadere, se permette che una progressiva assuefazione alla barbarie possa penetrare nelle nostre pelli. Per le donne soprattutto, e per i giovani e le giovani donne in particolare, il lavoro è sempre più precario e inesistente. Le donne italiane, infatti, detengono il triste primato di una partecipazione al lavoro che è quasi quindici punti sotto la media europea, attorno al 46%. Con questo Governo, per le donne è peggiorata la qualità dell’occupazione, la possibilità di entrare nel mercato del lavoro – l’Istat parla di circa 800 mila donne vittime del fenomeno delle dimissioni in bianco-  e con i tagli sarà sempre più difficile avere servizi adeguati per l’infanzia, per gli anziani e per la conciliazione. Mobilitarsi per quelle donne oggi– conclude Cenni – significa battersi per un paese civile, per un Paese migliore. Sarò a Roma per dire ancora una volta No a una fiducia estorta. Ma sarò con tutte e tutti voi a ribadire Se Non Ora Quando?”.

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