La liberazione va difesa con la consapevolezza. Prendo in prestito le parole di Roberto Saviano perché anche a 72 anni di distanza, il 25 aprile, la Resistenza, anzi le resistenze, non sono un revival nostalgico ma il testimone della libertà e della democrazia che consegniamo ai più giovani. Il 25 aprile non è e non deve essere una celebrazione, perché la nostra memoria va difesa e rinnovata sempre, per non essere perduta. Il 25 aprile è la storia di uomini e di donne, sono voci ed emozioni che risuonano dal passato con la forza del presente. Martedì scorso tanti i cortei in tutto il Paese, per difendere e rinnovare la libertà, la pace e la democrazia. Insieme alle istituzioni, alle associazioni e a tanti e a tante persone ho partecipato al corteo che dall’Asilo Monumento – scelto come punto di partenza simbolico per dire no all’intolleranza, alla violenza sessuale e di genere e per tutelare l’attività didattica della scuola senese, la dignità dei bambini, delle insegnanti e delle famiglie che qualche mese fa sono stati al centro del grave episodio di intolleranza e diffamazione – ci ha portati fino a Piazza del Campo.
Una marcia e non una mera commemorazione, una festa per ricordare e onorare chi ha combattuto dalla parte giusta, perché oggi più che mai è tempo di riaffermare i valori dell’unità, della non violenza, della libertà e della democrazia. Uniti in una terra, come quella senese, che ha nel suo dna i valori dell’antifascismo, che purtroppo sono minacciati da pericolosi rigurgiti, espressione di sedicenti forze politiche pericolose, razziste, antisemite e anticostituzionali, come quella di Forza Nuova, che ha recentemente inaugurato anche una sede vicino la Sinagoga di Siena. Valori democratici che vanno difesi e rinnovati ogni giorno. Perché come diceva Carla Dappiani, partigiana piemontese che con tante altre donne è stata protagonista della resistenza, chi non ha memoria non ha futuro.