#TerrediSiena: dalla Toscana al Veneto, l’Italia e la difesa del suolo hanno bisogno di un salto di qualità

Prevenzione e difesa del suolo non possono più attendere. Una sorta di mantra che ripetiamo ogni volta che ci troviamo di fronte a episodi drammatici, come l’ennesima tragedia della bomba d’acqua che ha colpito il trevigiano, solo qualche giorno fa. In aula abbiamo ricordato le vittime, augurato il meglio ai feriti e ringraziato i soccorritori e i volontari. Ma queste tragedie non sono mai figlie del destino cinico. Certo c’è da fare i conti con i cambiamenti climatici profondi, con fenomeni meteorologici sempre più violenti e improvvisi, ma la corretta gestione del territorio, del patrimonio boschivo e forestale, lo stop al consumo di suolo, e una politica di investimenti sulla prevenzione sono l’unica strada possibile. Stanziare risorse per la difesa del suolo, programmare interventi costanti e continui è l’unico antidoto serio al fatalismo. Una scelta che il Ministro Orlando aveva iniziato a perseguire. Mi auguro che Galletti prosegua. Anche per questa ragione, qualche giorno prima della tragedia del trevigiano, sono tornata a chiedere al Governo lo sblocco delle risorse per i danni dell’alluvione in provincia di Siena, perché a otto mesi dall’approvazione della Legge di Stabilità, neanche un euro dei 20 milioni stanziati con un emendamento voluto dai parlamentari toscani per l’alluvione dello scorso ottobre è arrivato ed è urgente che il governo assegni le risorse.

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