La scorsa settimana ho visitato la Casa circondariale di Santo Spirito di Siena. Negli anni, attraverso visite e incontri anche con il personale di polizia penitenziaria, mi sono sempre occupata delle condizioni della popolazione carceraria, del problema di servizi e infrastrutture e delle condizioni lavorative degli agenti di custodia. Dall’ultima volta al carcere di Santo Spirito sono passati alcuni anni. Qualche giorno fa ho avuto modo di vedere e constatare i buoni risultati ottenuti per migliorare le condizioni di vita dei detenuti, che sono impegnati nel loro percorso di recupero, in numerose attività quotidiane, sostenute dal direttore La Montagna e dall’amministrazione comunale di Siena e che coinvolgono soggetti appartenenti al mondo civico, culturale e associativo della città. L’istituto ha fatto tanto sul fronte della riqualificazione della struttura, investendo in opere di miglioramento delle celle, sulla qualità dei servizi igienici erano tra le criticità più forti anni fa) e nella creazione di aree riqualificate per le ore di passeggio dei detenuti. Di particolare importanza sono le collaborazioni con associazioni e soggetti esterni, non solo per il sostegno economico, ma per il fondamentale confronto e le sollecitazioni che ne derivano per la vita e lo sviluppo di attività sociali e culturali all’interno della Casa Circondariale. Rimangono alcune criticità, peraltro comuni al resto del mondo carcerario, legati ai numeri risicati del personale di polizia penitenziaria. Una problematica più volte denunciata, anche a Ranza, e su cui continuerò sollecitare e a tenere alta l’attenzione del DAP.